Manca meno di un mese alle elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio. Al Nord verrà scelto il successore dell’attuale presidente della Regione Attilio Fontana, in corsa per il secondo mandato sostenuto dalle forze di centrodestra. Con lui, Pierfrancesco Majorino per il Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, Letizia Moratti, con una lista civica è sostenuta dal Terzo Polo e infine Mara Ghidorzi con Unione Popolare.
Uno dei temi caldi che i candidati devono affrontare è sicuramente quello delle problematiche legate al settore agroalimentare traino dell’economia lombarda: siccità e cinghiali.
La Lombardia, infatti, è la prima regione italiana per valore agricolo, un’eccellenza messa a dura prova dai cambiamenti climatici in corso, basti pensare alla carenza di piogge che ha sancito non solo l’estate ma anche l’autunno tra i più freddi degli ultimi duecento anni. Acqua centellinata, fiumi in secca e laghi allo stremo, ghiacciai -preziose riserve idriche- ridotti all’osso. E poi Il grave problema dei cinghiali che, come nel Lazio, non danneggiano solo i campi ma imperversano anche in città, con gravi rischi per la sicurezza.
Le proposte dei quattro nomi in corsa, nonostante i diversi colori politici, non si scostano molto, per la carenza d’acqua propongono bacini idrici con Majorino che lancia il “patto dell’acqua” e una regia sovraregionale, mentre sui cinghiali, una vera piaga per molti territori (dall’Alto Lario al Bresciano) tenta una risposta solo Fontana che però si limita a chiedere una legge dello stato.
Fontana: «Bacini idrici contro la siccità»
Attilio Fontana intervenendo su siccità e cinghiali difende quanto fatto in questi 5 anni di mandato e soprattutto nell’ultimo periodo, quando le emergenze si sono fatte più stringenti. «I cambiamenti climatici in atto richiedono risposte di carattere strutturale -spiega Fontana-. La Regione Lombardia si è dotata, prima in Italia, di una legge per la conversione delle ex cave come bacini di accumulo idrico. Giovedì 19 gennaio è stata inaugurata la prima opera a Castrezzato (BS). Ora è necessario un grande piano nazionale di invasi per affrontare le difficoltà delle prossime stagioni. Questa estate abbiamo vissuto una crisi idrica senza precedenti. Solo grazie a un lavoro di squadra con tutti i gestori siamo riusciti a garantire all’agricoltura una quantità di acqua che potesse almeno salvare i raccolti. I danni però sono stati ingenti, in Lombardia oltre 400 milioni di euro, e sono arrivati fino al 70% di incidenza in alcune zone. Particolarmente rilevante il dato di Pavia, con perdite significative al comparto del riso. Oltre al piano invasi per l’Italia serve anche uno scatto in avanti sul tema dell’innovazione agricola e genetica per efficientare ulteriormente le risorse idriche. La crisi di quest’anno dimostra la necessità di abbattere la burocrazia e i tabù ideologici che hanno frenato l’evoluzione agricola nel nostro Paese», spiega il governatore in carica della Lega.
«Per i cinghiali serve una legge»
«Sui cinghiali si sono dette tante cose e si sono sentite tante promesse, ma in questi anni è stata la Regione a muoversi concretamente, consentendo tutto quanto previsto dalla normativa nazionale in termini di abbattimenti, anche per evitare l’arrivo nella nostra regione della peste suina africana. Abbiamo tolto i limiti massimi di abbattimento, introdotto la possibilità per gli agricoltori di individuare selecontrollori abilitati, abbiamo introdotto la possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di intervenire direttamente, abbiamo aggiornato la legge regionale, abbiamo introdotto la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno anche con visore notturno, abbiamo previsto la facoltà di foraggiamento per attrarre il cinghiale. Durante il nostro mandato gli abbattimenti annuali di cinghiali sono più che raddoppiati. Ora serve un intervento legislativo da parte dello Stato e la collaborazione con il nuovo governo sono convinto porterà risultati anche da questo punto di vista».
Pierfrancesco Majorino: «Ricerca, sostenibilità e giovani per sostenere le imprese agricole»
Pierfrancesco Majorino amplia l’analisi delle problematiche al contesto geopolitico: «Gli anni di pandemia e l’invasione dell’Ucraina hanno inferto un duro colpo all’agricoltura lombarda ed europea, facendo emergere delle pecche importanti nella visione strategica della politica economica agricola, anche a livello regionale: sono problemi soprattutto legati alla tenuta economica delle nostre aziende e a una sufficiente produzione di prodotti agricoli di prima necessità per la popolazione.
Ricerca, sostenibilità e giovani sono le tre parole chiave per sostenere le imprese agricole dei nostri territori. Al fine di rafforzare il sistema agroalimentare lombardo bisogna puntare sulla semplificazione burocratica, con particolare attenzione alla velocizzazione dei pagamenti della nuova Politica Agricola Comune che entrerà in vigore nel 2023, garantendo meccanismi di sostegno al reddito e promuovendo sinergie sempre più strette tra ricerca, impresa e politica per favorire l’innovazione.
La madre di tutte le emergenze riguarda però una questione che sovrasta tutte le altre: la crisi climatica. Non un problema che riguarda il futuro, ma una questione da affrontare con estrema urgenza, come ci hanno suggerito i numerosi eventi catastrofici causati dal dissesto idrogeologico e il problema della siccità che, ancora in pieno inverno, non promette nulla di buono, facendo prevedere un’estate ancora peggiore dell’anno passato.
Chi ha governato finora in Lombardia, ha considerato la tutela dell’ambiente e il consumo delle risorse un problema di secondo piano, ma l’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale è, invece, imprescindibile per garantire competitività e attrattività alla nostra regione».
Il patto per l’acqua e la regia sovraregionale
Il candidato di Pd e M5S lancia una proposta: «Un tema fondamentale riguarda proprio la gestione delle risorse idriche: riteniamo indispensabile introdurre un grande patto per l’acqua che preveda investimenti per l'efficientamento dell'utilizzo delle risorse idriche e per la raccolta dell'acqua piovana.
Contro le crisi idriche purtroppo sempre più frequenti e pesanti urge costituire una regia sovraregionale per il governo dei grandi bacini alpini, anche regolamentando le concessioni e acquisendo una piena conoscenza del fabbisogno idrico del territorio, senza dimenticare la funzione ecosistemica dei corsi d’acqua e dei bacini naturali. Per poter agire tempestivamente contro le crisi serve innanzitutto sviluppare e rendere più fruibile il Bilancio Idrico Regionale, uno strumento fondamentale da affiancare al Bilancio Idrogeologico Regionale che consente di conoscere il funzionamento della complessa rete di falde nel sottosuolo, al fine di poterla utilizzare come un enorme serbatoio di acqua da ricaricare durante i periodi di abbondanza e da cui attingere nei periodi di siccità. È necessario pianificare la realizzazione, ove necessario ed efficace, di nuovi bacini e invasi per l’accumulo e lo stoccaggio di acqua piovana e/o irrigua, previa la verifica delle intensità di scambio d'acqua tra soprassuolo e sottosuolo del dato comprensorio, favorendo l’utilizzo irriguo delle acque reflue depurate da immettere direttamente nel reticolo idrico minore.
La Regione -conclude Pierfrancesco Majorino- deve insomma essere pronta ad adottare ogni strategia per ridurre il consumo di acqua del settore agricolo, anche ripensando i modelli colturali oggi praticati e, soprattutto, sostenendo gli enti locali nella realizzazione di piani di adattamento ai cambiamenti climatici».
Acqua, Moratti: «Serve un nuovo approccio»
La candidata alle regionali con la sua lista civica Letizia Moratti interviene sul tema della siccità: «Il cambiamento climatico, con i suoi lunghi periodi di siccità che abbiamo sperimentato in modo drammatico, anche quest’estate, ci spinge a un nuovo approccio nella gestione delle risorse idriche. L’acqua è diventata un bene prezioso anche in Lombardia, dove è sempre stata abbondante e di facile accesso. Tanto, che non le abbiamo dato importanza e l’abbiamo spesso sprecata. Abbiamo inquinato i nostri fiumi, i laghi e le falde acquifere, pensando che fosse una risorsa illimitata e sempre disponibile. Non è così».
Progetti di accumulo idrico
«Adesso c’è bisogno di un diverso approccio con l’ambiente, di un maggior rispetto, di una visione d’insieme, di pianificazione. Nel mio programma prevedo la realizzazione di progetti per l’accumulo, lo stoccaggio e il rafforzamento del sistema di raccolta d'acqua piovana che al momento permette di catturarne solo l’11%.
Inoltre, attiverò finanziamenti decennali di opere e misure per lo sviluppo di progetti e opere di riuso delle acque reflue e di risparmio idrico nei cicli industriali, così come il riuso irriguo delle acque reflue urbane per l’agricoltura.
Per realizzare questi obiettivi: istituzioni, università lombarde e imprese innovative - in grado di sviluppare progetti sperimentali - devono fare squadra, imparando dallo studio delle migliori pratiche realizzate in altre regioni e paesi del mondo».
In merito invece alla questione cinghiali, Moratti commenta: «Bisogna operare con prelievi selettivi coordinati dalla Regione e dai Forestali dei Carabinieri».
La candidata di Unione Popolare Mara Ghidorzi al momento non ha ancora commentato l'argomento.
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Alberto Lupini
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