Qualivita indaga su Dop e Igp e ne conferma i valori nutrizionali
Si chiama "Va.Bene - Dop Igp Valore Benessere" e approfondisce la conoscenza legata agli aspetti nutrizionali, alla formazione e alla comunicazione dei prodotti certificati della Dieta mediterranea
18 marzo 2020 | 14:40
È la prima ricerca che analizza in maniera completa e documentata le caratteristiche di salubrità dell'insieme dei prodotti Dop e Igp italiani. Si tratta dello studio "Va.Bene - Dop Igp Valore Benessere", realizzato dalla Fondazione Qualivita con la collaborazione di Nutrafood, il centro interdipartimentale di Ricerca nutraceutica e alimentazione dell'Università di Pisa, con il supporto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Lo scopo di approfondire la conoscenza legata agli aspetti nutrizionali dei prodotti agroalimentari Dop e Igp nel contesto della Dieta mediterranea. Il risultato è un dossier ricco di risultati positivi ed evidenze scientifiche in grado di affermare nel dibattito internazionale il valore nutrizionale e la salubrità dei prodotti certificati italiani.
Lo studio analizza le caratteristiche dei prodotti attraverso criteri scientifici, buone pratiche di settore e contenuti della comunicazione mediatica, restituendo così una fotografia che mostra un grande lavoro dietro le Ig italiane negli ultimi 10 anni, sia in termini di ricerca che in chiave di benessere e sostenibilità. Quello che questo grande paniere di prodotto necessita è un ulteriore investimento in termini di comunicazione, per rendere il sistema maggiormente capace di reagire alle crisi mediatiche a cui negli ultimi anni è stato sottoposto.
«Il progetto di ricerca non si limita ad approfondire le peculiarità strutturali del comparto sui temi benessere, sostenibilità e valori nutrizionali - ha dichiarato Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita - ma afferma i prodotti Dop Igp come pilastri della Dieta mediterranea e intende aprire nuove strade e fornire ulteriori spunti per la loro valorizzazione. In questo senso si pone come uno strumento al servizio di tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione delle Ig italiane, suggerendo le linee guida per implementare le azioni di ricerca e comunicazione e focalizzando l'attenzione su aspetti fino ad oggi poco esplorati, come il notevole impegno della ricerca accademico-scientifica sul fronte delle Ig, il ruolo importante dei prodotti Dop Igp nella Dieta mediterranea come asset strategico per la comunicazione».
Le Ig e la ricerca accademica
Lo studio è frutto di un progetto che si è svolto seguendo tre linee di ricerca, come detto. La prima è stata un'analisi capillare sullo stato dell'arte della ricerca accademica e scientifica italiana sugli aspetti organolettici, nutrizionali e nutraceutici dei prodotti Ig italiani. Una ricerca che ha permesso di attribuire loro un valore aggiunto, ma anche fornire utili indicazioni al produttore e al consumatore.
«Dall'analisi delle ricerche effettuate appare evidente l'interesse per questa tematica, oltre alla ricerca di metodologie chimico-analitiche finalizzate alla tutela dei prodotti Ig troppo spesso sottoposti a frodi», ha dichiarato Lucia Guidi, direttrice del centro interdipartimentale di Ricerca Nutrafood dell'Università di Pisa.
Anche i numeri parlano chiaro: negli ultimi 10 anni la ricerca scientifica internazionale sui prodotti Ig italiani ha subito un trend estremamente positivo, passando da 1.710 lavori pubblicati su riviste indicizzate dal 1990 al 1999, a 17.300 lavori scientifici nell'arco temporale compreso tra il 2000 e il 2009 (fonte: Google Scholar), con un forte incremento della ricerca finalizzata agli aspetti nutrizionali e nutraceutici.
Le Ig e le buone pratiche
La seconda ricerca analizza come i Consorzi di tutela costruiscono la reputazione delle Ig sui temi del benessere attraverso buone pratiche: i risultati mostrano che negli ultimi 10 anni il 50% dei Consorzi ha realizzato attività come formazione, attività didattiche ed eventi su questi temi, il 30% ha condotto o partecipato a studi e ricerche accademiche e il 20% ha apportato modifiche al disciplinare di produzione per favorire la salubrità e sostenibilità del prodotto.
Secondo Giovanni Gennai, ricercatore della Fondazione Qualivita, «questi dati permettono di evidenziare come i Consorzi di Tutela attuino già buone pratiche, frutto di un impegno congiunto delle imprese che compongono il tessuto sociale ed economico di ciascuna Ig; con il nostro lavoro vogliamo fornire supporto operativo per indirizzare al meglio le attività di valorizzazione, a livello di contenuti, sui valori nutrizionali e nutraceutici scientificamente analizzati dal mondo della ricerca»
Le Ig e i media
Lo studio della Fondazione Qualivita, infine, ha valutato la reputazione delle Ig italiane in relazione ai contenuti ad esse associati sui media rispetto ai temi di benessere, salute e salubrità. «I risultati emersi dall'analisi di quasi 2.400 articoli degli ultimi 10 anni hanno permesso di identificare i principali argomenti di dibattito per periodo temporale: diabete, tumore e obesità tra i più ricorrenti, ma anche prevenzione, longevità e sostenibilità», così ha detto Chiara Fisichella, ricercatrice che ha curato questa sezione della ricerca. Oltre ai maggiori argomenti correlati alle Ig, lo studio ha analizzato l'uso delle fonti fatto dai mesia: «Le ricerche accademiche sono utilizzate ma spesso si fa uso del parere di un esperto che cita dati che non sempre sono rintracciabili».
Linee guida per attività di ricerca, comunicazione e formazione, schede di approfondimento sulle ricerche accademiche più rilevanti, analisi dei contenuti mediatici: lo studio Va.Bene consegna risultati che rafforzano l'interesse e la conoscenza del settore Dop Igp su benessere e sostenibilità, temi prioritari del futuro, per sensibilizzare i soggetti della filiera e i consumatori, stimolando così un percorso di crescita della ricerca scientifica.
I prodotti certificati, principi della Dieta mediterranea
Lo studio analizza le caratteristiche dei prodotti attraverso criteri scientifici, buone pratiche di settore e contenuti della comunicazione mediatica, restituendo così una fotografia che mostra un grande lavoro dietro le Ig italiane negli ultimi 10 anni, sia in termini di ricerca che in chiave di benessere e sostenibilità. Quello che questo grande paniere di prodotto necessita è un ulteriore investimento in termini di comunicazione, per rendere il sistema maggiormente capace di reagire alle crisi mediatiche a cui negli ultimi anni è stato sottoposto.
«Il progetto di ricerca non si limita ad approfondire le peculiarità strutturali del comparto sui temi benessere, sostenibilità e valori nutrizionali - ha dichiarato Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita - ma afferma i prodotti Dop Igp come pilastri della Dieta mediterranea e intende aprire nuove strade e fornire ulteriori spunti per la loro valorizzazione. In questo senso si pone come uno strumento al servizio di tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione delle Ig italiane, suggerendo le linee guida per implementare le azioni di ricerca e comunicazione e focalizzando l'attenzione su aspetti fino ad oggi poco esplorati, come il notevole impegno della ricerca accademico-scientifica sul fronte delle Ig, il ruolo importante dei prodotti Dop Igp nella Dieta mediterranea come asset strategico per la comunicazione».
Le Ig e la ricerca accademica
Lo studio è frutto di un progetto che si è svolto seguendo tre linee di ricerca, come detto. La prima è stata un'analisi capillare sullo stato dell'arte della ricerca accademica e scientifica italiana sugli aspetti organolettici, nutrizionali e nutraceutici dei prodotti Ig italiani. Una ricerca che ha permesso di attribuire loro un valore aggiunto, ma anche fornire utili indicazioni al produttore e al consumatore.
«Dall'analisi delle ricerche effettuate appare evidente l'interesse per questa tematica, oltre alla ricerca di metodologie chimico-analitiche finalizzate alla tutela dei prodotti Ig troppo spesso sottoposti a frodi», ha dichiarato Lucia Guidi, direttrice del centro interdipartimentale di Ricerca Nutrafood dell'Università di Pisa.
Anche i numeri parlano chiaro: negli ultimi 10 anni la ricerca scientifica internazionale sui prodotti Ig italiani ha subito un trend estremamente positivo, passando da 1.710 lavori pubblicati su riviste indicizzate dal 1990 al 1999, a 17.300 lavori scientifici nell'arco temporale compreso tra il 2000 e il 2009 (fonte: Google Scholar), con un forte incremento della ricerca finalizzata agli aspetti nutrizionali e nutraceutici.
Le Ig e le buone pratiche
La seconda ricerca analizza come i Consorzi di tutela costruiscono la reputazione delle Ig sui temi del benessere attraverso buone pratiche: i risultati mostrano che negli ultimi 10 anni il 50% dei Consorzi ha realizzato attività come formazione, attività didattiche ed eventi su questi temi, il 30% ha condotto o partecipato a studi e ricerche accademiche e il 20% ha apportato modifiche al disciplinare di produzione per favorire la salubrità e sostenibilità del prodotto.
Secondo Giovanni Gennai, ricercatore della Fondazione Qualivita, «questi dati permettono di evidenziare come i Consorzi di Tutela attuino già buone pratiche, frutto di un impegno congiunto delle imprese che compongono il tessuto sociale ed economico di ciascuna Ig; con il nostro lavoro vogliamo fornire supporto operativo per indirizzare al meglio le attività di valorizzazione, a livello di contenuti, sui valori nutrizionali e nutraceutici scientificamente analizzati dal mondo della ricerca»
Le Ig e i media
Lo studio della Fondazione Qualivita, infine, ha valutato la reputazione delle Ig italiane in relazione ai contenuti ad esse associati sui media rispetto ai temi di benessere, salute e salubrità. «I risultati emersi dall'analisi di quasi 2.400 articoli degli ultimi 10 anni hanno permesso di identificare i principali argomenti di dibattito per periodo temporale: diabete, tumore e obesità tra i più ricorrenti, ma anche prevenzione, longevità e sostenibilità», così ha detto Chiara Fisichella, ricercatrice che ha curato questa sezione della ricerca. Oltre ai maggiori argomenti correlati alle Ig, lo studio ha analizzato l'uso delle fonti fatto dai mesia: «Le ricerche accademiche sono utilizzate ma spesso si fa uso del parere di un esperto che cita dati che non sempre sono rintracciabili».
Linee guida per attività di ricerca, comunicazione e formazione, schede di approfondimento sulle ricerche accademiche più rilevanti, analisi dei contenuti mediatici: lo studio Va.Bene consegna risultati che rafforzano l'interesse e la conoscenza del settore Dop Igp su benessere e sostenibilità, temi prioritari del futuro, per sensibilizzare i soggetti della filiera e i consumatori, stimolando così un percorso di crescita della ricerca scientifica.
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Alberto Lupini
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