Una proposta di legge per i celiaci In tutti i menu un piatto gluten free
La celiachia colpisce ormai quasi 200mila italiani e, nonostante sia un fenomeno in crescita ormai da anni, ancora poco si sta facendo per facilitare l’accesso al cibo idoneo per chi ne soffre . Ora però arriva una proposta di legge della Lega che punta proprio a invertire la rotta portando il senza glutine in tutti i ristoranti
06 novembre 2018 | 10:41
Le firmatarie sono Elena Murelli, Eva Lorenzoni e Alessandra Locatelli che hanno presentato una proposta molto asciutta - composta da soli quattro articoli - ma chiara e decisa. L’idea di presentarla nasce dal fatto che non tutti i ristoranti a oggi propongono almeno una proposta gluten free nel proprio menu e che nemmeno distributori automatici o altre attività che erogano cibo dispongono di questa possibilità.
«Servono stesse regole in tutta Italia per l’acquisto di cibo senza glutine - spiega la deputata Elena Murelli - perché a oggi ogni Regione agisce secondo norme differenti. La nostra proposta vuole uniformare la possibilità di acquistare prodotti dedicati anche in esercizi commerciali e farmacie, con la tessera sanitaria, e prevede di specificare il contenuto di glutine nei bugiardini, ma anche di formare i ristoratori e quanti operano in strutture turistiche e alberghiere. Ad oggi non è ancora obbligatorio prevedere cibi gluten free nei menu. E questo avviene anche in aeroporti, stazioni, bar e distributori automatici negli ospedali, nelle scuole o università, e ancora per i servizi di ristorazione sui treni o sugli aerei».
La proposta interviene con l’intenzione di modificare la legge 4 luglio 2005, n.123, recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia. Secondo quanto riportato sulla proposta, sono specificate le indicazioni per ogni articolo e le relative modifiche suggerite.
Articolo 1: si riferisce a interventi nazionali o regionali che possano facilitare un normale inserimento nella vita sociale dei celiachi. A ciò fa seguito la formazione professionale di tutti gli operatori che facciano parte non solo del personale sanitario, ma anche del settore ristorazione, turismo e alberghiero.
Articolo 2: interviene su “Diagnosi precoce e prevenzione”, per divulgare nei piani sanitari regionali dei protocolli di diagnosi della malattia aggiornati.
Articolo 3: riguarda l’erogazione dei prodotti senza glutine e prevede che attraverso le tessere sanitarie sia possibile acquistare prodotti senza glutine nelle farmacie e presso tutti gli esercizi commerciali sull’intero territorio nazionale. Nei punti ristoro e distributori automatici di tutta Italia sarà obbligatorio offrire anche prodotti senza glutine.
Articolo 4: interviene su due aspetti. In primo luogo, sopprime l’indicazione dei medicinali adatti o meno ai celiaci, in quanto è stato stabilito definitivamente che qualsiasi tipo di medicinale è adatto ai soggetti affetti da celiachia, anche i farmaci che contengono amido di frumento. In secondo luogo, l’articolo prevede che nelle scuole di formazione tecnica e professionale rivolti a operatori della ristorazione e ricettività siano inseriti, a livello nazionale, “appositi moduli di formazione sulla celiachia e la dieta senza glutine”.
«Servono stesse regole in tutta Italia per l’acquisto di cibo senza glutine - spiega la deputata Elena Murelli - perché a oggi ogni Regione agisce secondo norme differenti. La nostra proposta vuole uniformare la possibilità di acquistare prodotti dedicati anche in esercizi commerciali e farmacie, con la tessera sanitaria, e prevede di specificare il contenuto di glutine nei bugiardini, ma anche di formare i ristoratori e quanti operano in strutture turistiche e alberghiere. Ad oggi non è ancora obbligatorio prevedere cibi gluten free nei menu. E questo avviene anche in aeroporti, stazioni, bar e distributori automatici negli ospedali, nelle scuole o università, e ancora per i servizi di ristorazione sui treni o sugli aerei».
La proposta interviene con l’intenzione di modificare la legge 4 luglio 2005, n.123, recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia. Secondo quanto riportato sulla proposta, sono specificate le indicazioni per ogni articolo e le relative modifiche suggerite.
Articolo 1: si riferisce a interventi nazionali o regionali che possano facilitare un normale inserimento nella vita sociale dei celiachi. A ciò fa seguito la formazione professionale di tutti gli operatori che facciano parte non solo del personale sanitario, ma anche del settore ristorazione, turismo e alberghiero.
Articolo 2: interviene su “Diagnosi precoce e prevenzione”, per divulgare nei piani sanitari regionali dei protocolli di diagnosi della malattia aggiornati.
Articolo 3: riguarda l’erogazione dei prodotti senza glutine e prevede che attraverso le tessere sanitarie sia possibile acquistare prodotti senza glutine nelle farmacie e presso tutti gli esercizi commerciali sull’intero territorio nazionale. Nei punti ristoro e distributori automatici di tutta Italia sarà obbligatorio offrire anche prodotti senza glutine.
Articolo 4: interviene su due aspetti. In primo luogo, sopprime l’indicazione dei medicinali adatti o meno ai celiaci, in quanto è stato stabilito definitivamente che qualsiasi tipo di medicinale è adatto ai soggetti affetti da celiachia, anche i farmaci che contengono amido di frumento. In secondo luogo, l’articolo prevede che nelle scuole di formazione tecnica e professionale rivolti a operatori della ristorazione e ricettività siano inseriti, a livello nazionale, “appositi moduli di formazione sulla celiachia e la dieta senza glutine”.
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Alberto Lupini
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