Prandini: «Non mi candido alle Europee». Per l'import le stesse regole Ue
Il numero uno della Coldiretti ha rivelato a Tgcom24 che non non si candiderà alle elezioni europee. E, per la protesta degli agricoltori, avvisa l'Europa: «Le stesse regole che valgono in Ue devono valere anche per l'import»
«Guardi, in passato si è detto che avrei fatto il ministro o comunque il parlamentare, qualche mese fa che ero candidato per la regione Lombardia e oggi che sarei candidato per le europee. Io voglio fare con grande orgoglio il presidente nazionale della Coldiretti per tutto il mandato. Sono stato appena rieletto è il mio impegno è tutto per gli agricoltori». È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini nell'intervista a Tgcom24 in cui gli è stato chiesto se è vera la notizia che potrebbe candidarsi alle elezioni europee (le idiscrezioni lo davano capolista in un collegio per Fratelli d'Italia).
Protesta dei trattori, Prandini: «Per le importazioni vogliamo le stesse regole che valgono in Europa»
Nell'intervista Prandini ha in parte affrontato il tema d'attualità della protesta dei trattori insistendo sulla necessità di garantire agli agricoltori un giusto prezzo che non vada mai sotto i costi di produzione, come previsto dalle norme per il contrasto alle pratiche sleali voluta dalla Coldiretti, ma anche la necessità di fermare l'import sleale da Paesi extracomunitari che non rispettano gli stessi criteri sanitari, ambientali e sul lavoro che valgono in Europa. È il caso dei Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay).
In proposito per Ettore Prandini «le stesse regole che valgono nel contesto europeo devono valere anche per quello che si importa ed è chiaro che, se invece questo principio non viene rispettato, allora vince chi è più furbo, vince che sfrutta la manodopera minorile o usa prodotti chimici pericolosi che sono vietati sul nostro territorio».
In Europa non ci sono le stesse regole per l'agricoltura: l'esempio del grano duro canadese che usa glifosate
«Facciamo l'esempio del grano duro canadese - ha continuato il presidente di Coldiretti - che per poter arrivare a maturazione deve essere essiccato in campo con il glifosate secondo modalità vietate in Italia dove il nostro grano duro matura invece con il sole e senza il rischio di residui chimici pericolosi per la salute. Nonostante questo - ha concluso - sono arrivate in Italia a quasi un miliardo di chili di grano dal Canada nel 2023, quasi triplicate rispetto all'anno precedente».
Prandini: «Noi di Coldiretti abbiamo il dovere di trasformare le proteste in proposte concrete»
«Sin da subito - ha continuato Prandini - ho lavorato per cercare di portare le problematiche nel contesto di Bruxelles, perché, che piaccia oppure no, queste cose dipendono tutte da regolamenti comunitari ed è in Bruxelles che bisogna concentrarsi per riuscire ad ottenere quelle modifiche che diventano fondamentali per dare continuità al lavoro dei nostri imprenditori. La reciprocità - ha continuato il presidente della Coldiretti - è uno dei primi punti che abbiamo portato all'attenzione della Von der Leyen, proprio per far capire il disagio che emerge, anche perché poi si traduce in una forma di concorrenza sleale legata ai prezzi e alla qualità e sostenibilità ambientale dei prodotti».
«Siamo la più grande organizzazione agricola nella Ue ed abbiamo il dovere di trasformare le proteste in proposte concrete. Alla Coldiretti interessa dare risposte alle imprese agricole come abbiamo fatto sulla carne sintetica, sugli accordi di libero scambio dal Ceta al Mercosur,sull'etichettatura di origine degli alimenti, sulle pratiche sleali e contro le politiche ambientali folli dell'ex commissario Timmermans che per primi abbiamo denunciato e combattuto - ha concluso il presidente della Coldiretti - nel sottolineare il risultato ottenuto sulla direttiva agrofarmaci».
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Alberto Lupini
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