A mettersi in regola dovranno essere innanzitutto i produttori e ad adeguarsi, oltre ai cittadini che non troveranno più in commercio questi prodotti, saranno anche tanti esercizi pubblici, soprattutto fast food, che ancora oggi fanno della plastica un utilizzo importante. La direttiva europea è passata con 560 voti a favore e solo 35 contrari, e 28 astenuti.
L’indicazione prevede, oltre alla messa al bando di bicchieri, posate, cannucce e bastoncini per palloncini gonfiabili, anche che il 90% delle bottiglie di plastica debba essere raccolto dagli Stati membri entro il 2029. Inoltre, le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato entro il 2025 e il 30% entro il 2030. Non solo: secondo la direttiva si dovrà riciclare almeno il 90% entro il 2029, con un target intermedio del 77% al 2025. Nel testo si introduce anche l'obbligo, a partire dal 2024, di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità.
L'accordo rafforza inoltre il principio della responsabilità dei produttori, in particolare per filtri di sigarette e attrezzi da pesca, per garantire che i produttori, e non i pescatori, sostengano i costi della raccolta delle reti perse in mare. Le nuove norme stabiliscono l'obbligo di etichette con informazioni sull'impatto ambientale di filtri di sigarette, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.
«Con questo voto - ha detto il presidente del Parlamento europeo
Antonio Tajani - si dice basta alla plastica monouso, mettendo al bando i prodotti che più invadono le nostre spiagge e i nostri mari. I cittadini europei sono giustamente preoccupati da questa gravissima forma di inquinamento, che sta soffocando la vita nei mari e sulle coste. Secondo l'Eurobarometro, l'87% degli europei è preoccupato per l'impatto della plastica su salute e ambiente. La plastica è il peggior nemico degli animali marini. Ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe e cetacei muoiono per colpa di cannucce, contenitori di cibo e bevande, bastoncini cotonati, posate, piatti e altri rifiuti in plastica – prosegue Tajani - Un terzo dei capodogli trovati morti nelle acque mediterranee aveva lo stomaco intasato dai rifiuti di plastica. Tracce di plastica vengono ritrovate sempre più spesso anche nel pesce che consumiamo".
Antonio Tajani
Intanto gli italiani sembra abbiano assunto già un comportamento virtuoso nei confronti della plastica monouso: da un’analisi della Coldiretti emerge infatti che nel 2018 un cittadino su quattro (il 27%) ha evitato di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, bicchieri o posate, mentre ben il 68% ritiene addirittura che sarebbe opportuno pagare un sovraprezzo per questi prodotti.
«Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un comportamento virtuoso spinto da una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Un tema che riguarda non solo il rispetto dell'ambiente ma anche la stessa salute degli animali, da quelli marini fino a quelli da fattoria. I rifiuti di plastica sono, infatti, i più diffusi anche nelle campagne, spesso a causa dell'inciviltà di chi abbandona le stoviglie utilizzate per i picnic. Mucche, pecore o cavalli degli allevamenti - prosegue la nota della Coldiretti - rischiano di restare soffocati dai residui come sacchetti o piatti, ma si registrano episodi in cui animali sono morti addirittura a causa di prodotti 'di moda' come i resti delle lanterne cinesi che sempre più frequentemente vengono fatte volare in cielo».