La pizza non conosce crisi: l’impasto più amato è quello napoletano

Nel 2021 sono state consumate dagli italiani 2,7 miliardi di pizze e il trend per l'anno in corso parla di un'ulteriore crescita. La pandemia ha fatto aumentare l'asporto, ma la pizza al piatto è ancora la regina. Un ruolo importante lo giocano anche i panettieri con 268.800 tonnellate prodotte

16 novembre 2022 | 15:23

Non c'è niente da fare, la regina per gli italiani resta sempre lei: la pizza. A dirlo sono i numeri e le tendenze raccolte da una ricerca di Cerved sul mercato della panificazione, promossa insieme ad Aibi, l'Associazione Italiana Bakery Ingredients, che aderisce ad Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria Olearia. Nel 2021 nel Bel Paese sono stati consumati, nonostante la crisi energetica e l'inflazione, 2,7 milioni di pizze e il trend per il 2022 racconta una crescita continua. 

Ma che pizza scelgono gli italiani? Con impasto napoletano e seduti al ristorante. Ma scopriamolo nel dettaglio... 

Pizza, numeri di un successo: 36mila professionisti 

«La pizza piace sempre, a tutte le età – commenta Alberto Molinari, presidente di Aibi – perché, senza rinunciare al gusto, sa reinventarsi, senza pesare sul portafogli». A prepararla c'è un vero e proprio esercito: 36mila artigiani, che si dividono tra bar, pizzerie pure, panifici, rosticcerie, gastronomie e ristorazione di vario tipo.

I numeri più alti li fa registrare la Campania, mentre è la Lombardia a far registrare la miglior crescita per numero di attività, grazie soprattutto all'asporto. 

Cresce l'asporto, ma restano in testa i ristoranti 

La pandemia, per forza di cose, ha avuto un effetto positivo sull'asporto, che ora copre il 35% dei volumi di mercato. La consegna a domicilio rappresenta una delle tendenze di crescita per i prossimi anni, come conferma il 50,8% degli operatori interpellati. Gli italiani però, per il momento, continuano a preferire ampiamente la pizza al piatto (65%)

 

 

L'impasto napoletano piace più di quello romano 

Secondo i dati Cerved l’impasto più amato è quello classico napoletano, prediletto dalla metà dei consumatori, seguito a distanza da quello romano (21,5%), dalla pizza in teglia (11,1%). Tra le nuove tipologie, con una crescita importante negli ultimi anni, si fa apprezzare la pinsa (7,2%).

C'è però anche chi ha voglia di sperimentare metodi e gusti innovativi. Il 10,1% dei consumi è infatti quello che si potrebbe definire innovativo, ad esempio con le pizze multicereali, integrali, con miglio, farro e kamut o senza glutine, con semi di canapa e grani antichi. A sperimentare, sono soprattutto gli artigiani del Centro-Sud.

Il consumo pro capite di pizza in Italia: 7,8 chili l'anno

Il consumo pro capite annuo di pizza in Italia è di 7,8 chilogrammi. Un risultato raggiunto anche grazie all'apporto della panificazione. Accanto ai pizzaioli e ai ristoratori, infatti, va sottolineato il ruolo dei panettieri, con 268.800 tonnellate prodotte nel 2021, grazie alla variante “alla pala”. 

Insomma, numeri da regina. Ma come mai così tanto successo? «La pizza è davvero multitasking – spiega Molinari – va bene per l’aperitivo, per la pausa durante lo smart working, per un pasto veloce, per la merenda». 

 

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Alberto Lupini


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