Più italiani a casa che in vacanza E il turismo perde 7,5 miliardi

Questa estate solo il 46% dei nostri connazionali, secondo uno studio di Federalberghi, partirà per un periodo di ferie, circa il 20% in meno rispetto al 2019. Il mare resta la meta preferita, ma si spenderà meno . Ancora troppo pochi gli stranieri. Per il presidente Bernabò Bocca servono interventi urgenti per salvare imprese e posti di lavoro

23 luglio 2020 | 12:12
Sette milioni di italiani in più, rispetto al 2019, resteranno a casa quest’anno, senza concedersi neppure un giorno di ferie. Il calo del 20% calcolato sulle vacanze dell’anno passato, peserà sulle casse del settore per 7,5 miliardi di euro. A una settimana dal giro di boa dei mesi estivi per eccellenza, a tirare le prime somme su una stagione che si preannuncia fallimentare, è Federalberghi.

Quest'anno solo il 46% degli italiani andrà in ferie

«I programmi degli italiani per l’estate 2020 mostrano le drammatiche conseguenze della pandemia - spiega il presidente Bernabò Bocca - Solo il 46% farà una vacanza (con un calo di quasi il 20% rispetto al 2019), mentre la maggioranza (circa 32,5 milioni di persone, il 53,7% della popolazione) resterà a casa, principalmente a causa delle ristrettezze economiche, che costringono gli italiani ad una drastica riduzione della spesa».



I timori espressi da più parti in queste ultime settimane, si stanno dunque materializzando: «Dopo una primavera all’insegna del blocco totale - prosegue Bocca - l’estate stenta ad ingranare la marcia, con segnali di ripartenza a dir poco timidi e rilevabili solo in una parte del mercato. Giugno è stato penalizzato dalle incertezze post-lockdown, luglio sta vedendo i primi movimenti degli italiani e degli stranieri, ma siamo ben lontani dai livelli degli anni passati. A complicare il quadro interviene il blocco totale di alcuni mercati che esprimono una importante capacità di spesa (americani, russi e cinesi)».

Bernabò Bocca

«Le imprese continuano a soffrire e a lottare – conclude Bocca – ma in assenza di interventi urgenti molte potrebbero non farcela. Ribadiamo dunque le misure che è indispensabile adottare se si vogliono salvare le imprese e i posti di lavoro: prorogare la cassa integrazione sino a fine anno, ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale e completare le misure sull’IMU e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere. Senza dimenticare che alla riapertura ci dovremo confrontare con un mercato internazionale ancor più competitivo ed occorre quindi incentivare la riqualificazione delle strutture, approfittando di questo periodo in cui molte aziende sono purtroppo vuote».

I numeri
Cala il numero degli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo, dormendo almeno una notte fuori casa. Circa il 46% della popolazione, pari a 27,8 milioni di persone, tra maggiorenni (21,1 milioni) e minorenni (6,7 milioni), ha già fatto una vacanza nel mese di giugno o si appresta a farla nei mesi di luglio, agosto e di settembre. Rispetto all’estate 2019, quando gli italiani in vacanza furono 34,6 milioni, mancano all’appello 6,8 milioni di persone, facendo registrare un calo del 19,7%.

Soggiorni più brevi
Si riduce del 10% la durata media della vacanza principale (9 notti contro le 10 del 2019). Si dimezza il numero di coloro che faranno da 8 a 14 giorni di vacanza (16,9% vs 34,0%), con un travaso pressoché speculare verso coloro che passeranno da 4 a 7 notti fuori casa (da 41,8% a 57,1%) o si potranno permettere un weekend o poco più (da 5,2% a 7,8%). Cala anche il numero di coloro (2,0% contro il 9,4% del 2019) che, oltre alla vacanza principale, durante l’estate faranno anche delle vacanze brevi.

La vacanza sarà più breve perché il budget è ridotto (60,6% degli intervistati), perché parte delle ferie è stata consumata durante il periodo di lockdown (59,8%), perché si dovrà lavorare, in quanto l’azienda quest’estate non chiuderà (16,1%).

Vacanze in Italia
Il 96,2% degli italiani che ha effettuato o effettuerà una vacanza nel corso dell’estate rimarrà in Italia (e questa di per sé è una buona notizia) per un totale di 26,7 milioni di persone. Anche se, complice il coronavirus, la quota di coloro che rimangono in Italia è cresciuta rispetto all’84,1% del 2019, il saldo è tragicamente negativo, con una diminuzione in valore assoluto di 2,4 milioni di persone. Il 2,8% andrà all’estero, mentre l’1% è ancora indeciso.

Le mete preferite
Il mare si conferma la meta preferita dagli italiani, seppur in flessione rispetto allo scorso anno (77% vs 71%), seguita dalla montagna (9,5%) e dalle località lacuali (5,4%). Disastroso il bilancio delle città d’arte e delle località termali, con un calo superiore al 70%. Il 56,6% trascorrerà le vacanze nella propria regione di residenza e il 22,6% sceglierà una regione vicina alla propria abitazione. Il 69,8% degli intervistati ha deciso di muoversi in automobile, mentre solo l’11,4% pensa di utilizzare l’aereo. Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere la vacanza principale, l’albergo rimane la scelta privilegiata, con il 24,7% delle preferenze. Seguono la casa di parenti o amici (22,1%), la casa di proprietà (15,4%) e il b&b (14,2%).

Le strutture ricettive sono preferite rispetto ad altre sistemazioni perché sono meglio attrezzate per fornire assistenza (55,7% degli intervistati) e perché garantiscono maggiore sicurezza e igiene degli alimenti (52,3%) e maggiore pulizia e igiene degli ambienti (50,3%). Il servizio che i clienti ritengono prioritario per sentirsi più protetti (43,0%) è l’igienizzazione quotidiana della stanza.

L'estate 2020 degli italiani

Cala la spesa
Gli italiani in vacanza quest’anno spenderanno di meno. La spesa media complessiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) stimata per tutto il periodo estivo risulta infatti in calo rispetto allo scorso anno (anche per effetto della durata ridotta), attestandosi sui 673 euro a persona contro gli 837 euro del 2019. Il giro d’affari complessivo è di 14,3 miliardi di euro, con un crollo verticale del 34,4% rispetto ai 21,8 miliardi dell’estate 2019. La vacanza principale costerà 639 euro a chi rimane in Italia e 1.600 euro a chi va all’estero.

La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. Il 28,1% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 20,9% alle spese di viaggio, il 19,4% al pernottamento, il 14% allo shopping e il 17,6% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite).

Non solo luglio e agosto
Solo lo 0,4% degli italiani che hanno effettuato o effettueranno un periodo di ferie durante l’estate 2020 ha scelto il mese di giugno per la propria vacanza principale; agosto si conferma il mese leader, con il 66,3% degli italiani che lo scelgono per la propria vacanza principale, seguito dal mese di luglio, che fa registrare un 18,7% di presenze, mentre il 13,0% di chi andrà in vacanza ha preferito settembre. Il 53,7% della popolazione, pari a 32,4 milioni di persone, non farà vacanze tra giugno e settembre. Nel 2019 era rimasto a casa il 39,5% degli italiani (20 milioni di persone). Si resta a casa principalmente per motivi economici (45,8%), per motivi familiari (33,7%), per impedimenti di salute (31,5%), per paura di nuovi contagi (19,5%), per impegni di lavoro, connessi al fatto che l’azienda non chiuderà dopo la chiusura forzata dovuta al lockdown (6,7%) e per mancanza di ferie, utilizzate nel periodo di lockdown (2,1%).

Le attività in vacanza
Durante la vacanza principale gli italiani si dedicheranno a passeggiate (63,3%), escursioni e gite per conoscere il territorio (53,7%), serate in compagnia di amici (49,9%), pranzi e cene al ristorante (48,7%), drink con gli amici (47,9%). Rispetto allo scorso anno, invece, saranno molto meno frequentati eventi enogastronomici (6,8% vs 35,3%), visite al patrimonio artistico (6,4% vs 26,8%: monumenti, siti di interesse archeologico, musei e/o mostre) ed eventi tradizionali e folkloristici (2,8% vs 21,8%) e spettacoli musicali (0,4% vs 21,8%).

In conseguenza del coronavirus, i vacanzieri rinunceranno alle serate in discoteca o nei locali notturni (25,7%) e ad andare al cinema o a teatro (20,6%). Il 31,9%, invece non ha intenzione di rinunciare a nessuna attività.

E gli stranieri?
In un anno normale, i turisti stranieri generano il 51,8% degli arrivi estivi, quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni (era il 46% nel 2010). È pertanto facilmente comprensibile quanto pesino le frontiere ancora chiuse la generale riluttanza ai viaggi su lunga distanza. È il tedesco la lingua più parlata sotto il solleone. La Germania è di gran lunga il nostro principale mercato, con 7,3 milioni di arrivi e 38,2 milioni di presenze durante l’estate, seguita da Stati Uniti (3,1 mln di arrivi e 8,5 mln di presenze) e Francia (2,4 mln di arrivi e 7,9 mln di presenze).

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Alberto Lupini


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