La peste suina africana torna a far paura: a rischio gli allevamenti al Nord

La diffusione della malattia preoccupa l'agricoltura settentrionale italiana, colpendo Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia. Dopo l'ultimo caso a Pavia, centinaia di allevamenti sono a rischio

23 agosto 2023 | 17:26
di Renato Andreolassi

La peste suina africana torna a far paura e rischia di mettere in ginocchio uno dei settori portanti dell'economia agricola del nord Italia, in particolare in Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia. Sono a rischio centinaia di allevamenti dopo l'ultimo caso registrato venerdì scorso a Montebello Battaglia, in provincia di Pavia. Ieri se n'è discusso durante un incontro promosso da Confagricoltura, a Orzinuovi, nel bresciano dove si contano più di 750 allevamenti per un milione e duecentomila capi e 300 milioni di valore produttivo. Insomma, una fine estate decisamente in fermento, anzi in salita per uno dei settori chiave della zootecnia locale e non solo.

Peste suina africana: attenzione alta in tutte le zone del nord Italia

L'attenzione è alta anche nel cremonese, mantovano e nelle confinanti province emiliane. Ma non solo. La Regione Lombardia ha deciso di prorogare al 18 settembre il bando per l'installazione delle recizioni anti-cinghiali fondamentali per evitare contatti. Gli allevatori avranno così ancora tempo per richiedere i contributi pubblici necessari a bloccare i portatori della peste. E sempre a settembre, a partire dal 4, saranno applicati definitivamente i nuovi disciplinari del Prosciutto di Parma e del San Daniele con l'approvazione dei piani di controllo, e le prospettive di un mercato che continua ad essere in movimento. Ma la preoccupazione più grande riguarda la peste suina dopo il caso di Montebello ,che già rientrava nella zona di restrizione. Tutti i capi sono stati abbattuti e dai riscontri delle autorità competenti sembrerebbe un evento isolato, senza contatti a rischio con altri allevamenti.

Trebeschi (Confagricoltura): «La peste suina africana è alle nostre porte»

«Vanno adottate le massime precauzioni - ha detto il direttore di Confagricoltura Brescia, Gabriele Trebeschi - la peste suina africana è alle nostre porte. Vanno potenziate le misure di contenimento ed eradicazione dei cinghiali portatori del virus. Le isitituzioni hanno fatto tanto, adesso vanno sostenuti i suinicoltori negli investimenti, in una fase delicatissima che, se non controllata, potrebbe portare all'annientamento della suinicoltura italiana. Non vi è tempo da perdere per ridurre il rischio che la peste arrivi anche nella nostra provincia, dove si alleva la materia prima di una delle principali filiere delle più famose Dop italiane».

A questo proposito i nuovi disciplinari del Prosciutto di Parma e del San Daniele, già pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del maggio scorso, come riportato poc'anzi, dovranno essere applicati a partire dal 4 settembre. Comportano per gli allevatori, una serie di adempimenti introdotti dai nuovi piani di controllo, tra cui la nuova regolamentazione della genetica dei suini utilizzabile, le fasi di allevamento e i criteri di alimentazione, oltre che le tariffe.

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Alberto Lupini


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