La pandemia che è tornata prepotentemente a condizionare la vita degli italiani ha generato una serie di problemi a cascata su tutti quei settori che da marzo 2020 stanno pagando a carissimo prezzo l’ondata Covid. Hotel e ristoranti, insieme a discoteche e fiere sono senz’altro in cima alla lista. E ora che sembrava fossero ripartiti a pieno regime, ma le restrizioni hanno imposto altri piani, ecco che si torna a chiedere aiuti. Il Governo sta pensando di mettere a disposizione 20 miliardi di euro che, in buona parte, saranno destinati proprio ai comparti dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Ristori pronti da scostamento di bilancio
Arriveranno sottoforma di quei Ristori che troppo spesso hanno deluso le aspettative negli ultimi due anni. Per finanziare questo “salvagente”, l’esecutivo sta ragionando sullo scostamento di bilancio da applicare che, in un primo momento, sarebbe dovuto attestarsi sugli 8-10 miliardi di euro ma grazie alla pressione di alcuni partiti - M5S su tutti - sono quasi raddoppiati.
Le restrizioni danneggiano accoglienza e ospitalità
Ossigeno fondamentale perché se è vero che i lockdown sono ormai un antico ricordo, è anche vero che il clima di paura generato non sempre in maniera veritiera allontana gli italiani dai viaggi o dalle cene al ristorante, ma ormai anche da un caffè al bar. Anche perché molti sono i fattori concatenati che contribuiscono a lasciare vuote le camere d’albergo o i tavoli dei locali: per gli alberghi, ad esempio, è un peso l’assenza del turismo d’affari, mentre per i ristoranti e i bar il ritorno al massiccio smart working elimina i pranzi di lavoro.
E se tutto questo è normalità, vita quotidiana, routine, non va meglio per i periodi clou come quello delle Festività che hanno fatto registrare una media del 60% di disdette a prenotazioni in albergo in tutta Italia, con le località di montagna ancora colpite e le città d’arte ai minimi di sempre. Dal 10 gennaio poi il Super green pass si estende (agli alberghi, prima di tutto) e rischia di limitare di molto le settimane bianche.
I nodi da sciogliere in vista dell'1 febbraio
Dall’1 febbraio invece scatta il green pass base obbligatorio per i clienti di diverse attività commerciali. In primo luogo, resta da capire con precisione quali saranno, in secondo gli imprenditori sono già in tensione per un tema molto “caro” a baristi e ristoratori: il controllo del certificato. Chi controllerà? Come? Con quale autorità? Domande lecite e a cui non si è mai arrivati ad una risposta esaustiva, ma il timore è soprattutto che possano fermarsi grandi code agli ingressi e che i consumatori siano disincentivati ad entrare nelle attività stesse.
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E mentre le discoteche saranno chiuse fino al 31 gennaio, dopo aver dovuto cancellare tutti gli eventi programmati per Capodanno, ci sono anche le fiere che a raffica stanno spostando le date in attesa di tempi più sereni. E poi, ancora, il mondo del catering anch’esso fortemente penalizzato a Natale, periodo in cui le aziende hanno dovuto dire addio ad eventi già in calendario, poi annullati per 300 milioni di euro di mancati incassi.
Si resta alla finestra, come sempre, ma i tempi stringono. Sia perché nel frattempo le aziende rischiano di morire, sia perché si è visto con quando lentezza e farraginosità arrivino questi tipi di aiuti, sia perché a livello politico inizierà a breve la corsa al Quirinale e a quel punto tutte le attenzioni si concentreranno lì.
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Alberto Lupini
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