Passaporto vaccinale per viaggiare. Via libera dalla Ue per l'estate
Prima intesa dei 27 leader europei sul certificato vaccinale europeo ma ci vorranno 3 mesi per svilupparlo. L'obiettivo è che sia uguale per tutti i Paesi e che sia pronto per le vacanze . L'accordo riguarda l'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità
26 febbraio 2021 | 10:37
Viaggiare ma con il passaporto vaccinale? C’è una prima intesa sul certificato vaccinale europeo da parte dei 27 leader Ue, che riuniti in video conferenza (con esordio da premier di Mario Draghi) hanno fatto il punto sulla lotta al Covid-19. E, nonostante abbiamo sottolineato che ci vorranno tre mesi per svilupparlo, la notizia rappresenta un importante passo avanti per tracciare la strada della ripartenza del turismo, tra i settori più colpiti a livello mondiale. In particolar modo in vista dell’estate e soprattutto, dopo che in Italia si è deciso per un’ulteriore stretta di un mese che penalizza anche le vacanze di Pasqua.
Draghi prioritario su regole europee condivise
Una questione, dunque, quanto mai importante appunto per l’Italia, che come la Grecia (dove da tempo il primo ministro Kyriakos Mitsotakis si sta battendo per creare isole Covid free e per costruire una coalizione per spingere il passaporto Covid, in vista dell'estate, e che in un tweet ha scritto «non sarà equivalente a un passaporto sanitario, ma aprirà invece una corsia preferenziale per i viaggi»), vede il turismo, insieme anche all’agroalimentare, tra i principali settori di traino dell’economia.
La preoccupazione di Draghi è, infatti, che un eventuale dilagare del contagio in Europa e in Italia possa ritardare l'aggancio con la ripresa. Per questo è prioritario, sulle regole europee in materia sanitaria (esclusa dai trattati), trovare forme di armonizzazione come un approccio comune sui tamponi e il passaporto vaccinale per migliorare gli spostamenti interni ai Paesi europei. L'attenzione verso Draghi da parte degli altri leader è motivata anche dal fatto che spetterà proprio all’Italia organizzare il 21 maggio prossimo a Roma il “Global Health Summit” insieme alla Commissione Ue.
Passaporti digitali entro tre mesi
In ogni caso la «direttiva politica è avere i passaporti digitali nei prossimi tre mesi - ha detto Angela Merkel - Tutti hanno concordato sul fatto che serva un documento digitale che certifichi il vaccino e che sia "compatibile" nei diversi Paesi europei Ci aspettiamo che siano pronti per l'estate. ma non succederà che non si possa viaggiare senza. Una decisione politica a riguardo non è stata presa». Anche perché i bambini, ad esempio, non possono vaccinarsi ancora contro il Covid.
Non discriminare i non vaccinati
Ed è proprio questo uno dei nodi cruciali come aveva sottolineato anche il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, a margine del Consiglio affari generali Ue: «Sul certificato di vaccinazione vogliamo avere un approccio digitale europeo per uso medico. Nei prossimi mesi poi vedremo se ci sarà la possibilità di usarlo per altri scopi, come i viaggi. Ma la vaccinazione non può diventare un obbligo per viaggiare. Anche chi non si è sottoposto all'immunizzazione deve poter continuare a muoversi con l'uso dei test e dei periodi di quarantena».
Obiettivo: approccio unico europeo
Concetto ribadito ora chiaramente dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha, appunto, insistito sull'importanza di «sviluppare un approccio europeo» al sistema dei passaporti vaccinali: «Se non ci riuscissimo, le iniziative bilaterali degli Stati membri creereanno ancora più difficoltà. E anche grandi società come Google e Apple sono pronte a offrire soluzioni all'Oms, ma si tratta di condividere informazioni confidenziali, quindi vogliamo dire chiaramente che noi offriamo una soluzione europea».
Perciò Bruxelles continuerà a dialogare con i governi per «progredire in questa direzione entro marzo», ha aggiunto la leader Ue, sottolineando che «il dibattito dovrà tenere conto del rischio di discriminazioni» e, al contempo, del fatto che «per molti Paesi Ue il turismo è estremamente importante dal punto di vista economico e sociale».
Accorso sull’utilizzo dei dati minimi
Proprio per questo, l'accordo tra i leader europei riguarda l'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto «che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità» dei cittadini. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l'eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere, ha specificato Ursula von der Leyen, «pertinenti a livello transfrontaliero».
Evitare che ogni Paese si organizzi da sé
Il punto chiaro è che non è che viaggeremo solo dopo il vaccino. A dirlo anche il presidente francese, Emmanuel Macron che si sta muovendo per creare "pass sanitario" (che non sarà un "passaporto vaccinale") ma utile in vista della riapertura dei luoghi di cultura e dei ristoranti. Così come è stato fatto in Israele. Per Macron la difficoltà sta proprio nel fatto che questo nuovo strumento «porrà molte questioni tecniche, di rispetto dei dati individuali, di organizzazione delle nostre libertà. Per questo bisogna prepararlo fin da ora tecnicamente, politicamente, giuridicamente. Sento che c'è molta confusione talvolta su questo tema ma il pass sanitario non sarà legato soltanto alla vaccinazione. Poiché se riusciremo a riaprire alcuni siti, non saremo in grado di condizionare il loro accesso a una vaccinazione, e fra l'altro non avremo aperto la vaccinazione ai più giovani. Dobbiamo evitare che ciascun Paese sviluppi un proprio sistema, lavorando a una certificazione medica comune».
E proprio una «linea unitaria all'interno dell'Ue che garantisca diritti a tutti» è fondamentale secondo il costituzionalista Alfonso Celotto che spiega: «Penalizzare i non vaccinati al Covid con il patentino è possibile solo dopo aver messo a disposizione di tutti il vaccino; creerebbe altrimenti cittadini di serie A e serie B, soprattutto perché ad oggi il vaccino non è disponibile per tutti. Quindi sì ad obbligo e patentini in Israele dove i vaccini ci sono per tutti ma non in Italia dove, essendo garantite la preminenza di diritto all'uguaglianza e alla parità del trattamento, una misura del genere è incostituzionale. L'estate è alle porte: la regola "entrano solo i vaccinati" potrebbe entrare in vigore anche da noi? "La Svezia può mandare i vaccinati in vacanza? E perché no, viene da dire. Portano soldi. Ma agli italiani sicuramente questa discriminazione dovrà essere evitata».
Da Israele all’Irlanda
Ed è proprio a Israele (dove però il 70% degli over 16 ha già ricevuto la prima dose): qui è stato adottato il green pass: un codice a barre (è stata predisposta un'App) o un certificato cartaceo che attesti l'avvenuta immunizzazione e col quale si potrà accedere a musei, palestre, hotel, negozi. Poi c’è l'Islanda, primo paese dell'area Schengen a introdurre il certificato vaccinale per il Covid19, che ha varato questo sistema già a fine gennaio con un certificato che si può scaricare da un sito.
Un’idea che la Grecia sta cercando di portare avanti da metà gennaio sollecitando la Commissione a introdurre una sorta di certificato europeo, con una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen. Proposta condivisa da Spagna, Danimarca, Ungheria, Polonia, Belgio e Italia, è stata invece osteggiata da Francia e Germania.
Database comune e QR personalizzato
Ma come sarà questo passaporto? Si prevede un database comune per la registrazione delle vaccinazioni e un codice QR personalizzato riconosciuto in tutti gli Stati membri. L’elaborazione tecnica di messa a punto del pass Ue, a misura di smartphone, è stata affidata a un gruppo di lavoro formato dagli esperti di tre unità della Commissione Ue: Connettività, Salute e Giustizia. Alla guida c’è il commissario per la Giustizia, Didier Reynders.
«I dati sensibili resteranno negli Stati membri», ha spiegato von der Leyen, e il certificato conterrà «informazioni molto semplici, che siano rilevanti per attraversare i confini», come l’avvenuta vaccinazione, la negatività ad un test Pcr o l’immunità al Covid-19 acquisita contraendo la malattia.
Pero, come detto, i leader Ue non hanno però ancora trovato un accordo su come usare il certificato digitale e su quali diritti darà accesso. Su questo c’è ancora lavoro da fare così come sulla parte tecnica.
I 27 leader Ue (in videoconferenza) hanno fatto il punto sulla lotta al Covid-19
Un tema supportato sin da subito da Italia a Tavola, ricordano che il passaporto potrebbe essere utile non solo per i viaggi ma anche per andare al ristorante, e che nel nosotro Paese ha visto diversi governatori in prima linea come Luca Zaia e Vincenzo de Luca. Draghi prioritario su regole europee condivise
Una questione, dunque, quanto mai importante appunto per l’Italia, che come la Grecia (dove da tempo il primo ministro Kyriakos Mitsotakis si sta battendo per creare isole Covid free e per costruire una coalizione per spingere il passaporto Covid, in vista dell'estate, e che in un tweet ha scritto «non sarà equivalente a un passaporto sanitario, ma aprirà invece una corsia preferenziale per i viaggi»), vede il turismo, insieme anche all’agroalimentare, tra i principali settori di traino dell’economia.
La preoccupazione di Draghi è, infatti, che un eventuale dilagare del contagio in Europa e in Italia possa ritardare l'aggancio con la ripresa. Per questo è prioritario, sulle regole europee in materia sanitaria (esclusa dai trattati), trovare forme di armonizzazione come un approccio comune sui tamponi e il passaporto vaccinale per migliorare gli spostamenti interni ai Paesi europei. L'attenzione verso Draghi da parte degli altri leader è motivata anche dal fatto che spetterà proprio all’Italia organizzare il 21 maggio prossimo a Roma il “Global Health Summit” insieme alla Commissione Ue.
Passaporti digitali entro tre mesi
In ogni caso la «direttiva politica è avere i passaporti digitali nei prossimi tre mesi - ha detto Angela Merkel - Tutti hanno concordato sul fatto che serva un documento digitale che certifichi il vaccino e che sia "compatibile" nei diversi Paesi europei Ci aspettiamo che siano pronti per l'estate. ma non succederà che non si possa viaggiare senza. Una decisione politica a riguardo non è stata presa». Anche perché i bambini, ad esempio, non possono vaccinarsi ancora contro il Covid.
Non discriminare i non vaccinati
Ed è proprio questo uno dei nodi cruciali come aveva sottolineato anche il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, a margine del Consiglio affari generali Ue: «Sul certificato di vaccinazione vogliamo avere un approccio digitale europeo per uso medico. Nei prossimi mesi poi vedremo se ci sarà la possibilità di usarlo per altri scopi, come i viaggi. Ma la vaccinazione non può diventare un obbligo per viaggiare. Anche chi non si è sottoposto all'immunizzazione deve poter continuare a muoversi con l'uso dei test e dei periodi di quarantena».
Obiettivo: approccio unico europeo
Concetto ribadito ora chiaramente dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha, appunto, insistito sull'importanza di «sviluppare un approccio europeo» al sistema dei passaporti vaccinali: «Se non ci riuscissimo, le iniziative bilaterali degli Stati membri creereanno ancora più difficoltà. E anche grandi società come Google e Apple sono pronte a offrire soluzioni all'Oms, ma si tratta di condividere informazioni confidenziali, quindi vogliamo dire chiaramente che noi offriamo una soluzione europea».
Perciò Bruxelles continuerà a dialogare con i governi per «progredire in questa direzione entro marzo», ha aggiunto la leader Ue, sottolineando che «il dibattito dovrà tenere conto del rischio di discriminazioni» e, al contempo, del fatto che «per molti Paesi Ue il turismo è estremamente importante dal punto di vista economico e sociale».
Accorso sull’utilizzo dei dati minimi
Proprio per questo, l'accordo tra i leader europei riguarda l'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto «che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità» dei cittadini. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l'eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere, ha specificato Ursula von der Leyen, «pertinenti a livello transfrontaliero».
Evitare che ogni Paese si organizzi da sé
Il punto chiaro è che non è che viaggeremo solo dopo il vaccino. A dirlo anche il presidente francese, Emmanuel Macron che si sta muovendo per creare "pass sanitario" (che non sarà un "passaporto vaccinale") ma utile in vista della riapertura dei luoghi di cultura e dei ristoranti. Così come è stato fatto in Israele. Per Macron la difficoltà sta proprio nel fatto che questo nuovo strumento «porrà molte questioni tecniche, di rispetto dei dati individuali, di organizzazione delle nostre libertà. Per questo bisogna prepararlo fin da ora tecnicamente, politicamente, giuridicamente. Sento che c'è molta confusione talvolta su questo tema ma il pass sanitario non sarà legato soltanto alla vaccinazione. Poiché se riusciremo a riaprire alcuni siti, non saremo in grado di condizionare il loro accesso a una vaccinazione, e fra l'altro non avremo aperto la vaccinazione ai più giovani. Dobbiamo evitare che ciascun Paese sviluppi un proprio sistema, lavorando a una certificazione medica comune».
E proprio una «linea unitaria all'interno dell'Ue che garantisca diritti a tutti» è fondamentale secondo il costituzionalista Alfonso Celotto che spiega: «Penalizzare i non vaccinati al Covid con il patentino è possibile solo dopo aver messo a disposizione di tutti il vaccino; creerebbe altrimenti cittadini di serie A e serie B, soprattutto perché ad oggi il vaccino non è disponibile per tutti. Quindi sì ad obbligo e patentini in Israele dove i vaccini ci sono per tutti ma non in Italia dove, essendo garantite la preminenza di diritto all'uguaglianza e alla parità del trattamento, una misura del genere è incostituzionale. L'estate è alle porte: la regola "entrano solo i vaccinati" potrebbe entrare in vigore anche da noi? "La Svezia può mandare i vaccinati in vacanza? E perché no, viene da dire. Portano soldi. Ma agli italiani sicuramente questa discriminazione dovrà essere evitata».
Da Israele all’Irlanda
Ed è proprio a Israele (dove però il 70% degli over 16 ha già ricevuto la prima dose): qui è stato adottato il green pass: un codice a barre (è stata predisposta un'App) o un certificato cartaceo che attesti l'avvenuta immunizzazione e col quale si potrà accedere a musei, palestre, hotel, negozi. Poi c’è l'Islanda, primo paese dell'area Schengen a introdurre il certificato vaccinale per il Covid19, che ha varato questo sistema già a fine gennaio con un certificato che si può scaricare da un sito.
Un’idea che la Grecia sta cercando di portare avanti da metà gennaio sollecitando la Commissione a introdurre una sorta di certificato europeo, con una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen. Proposta condivisa da Spagna, Danimarca, Ungheria, Polonia, Belgio e Italia, è stata invece osteggiata da Francia e Germania.
Database comune e QR personalizzato
Ma come sarà questo passaporto? Si prevede un database comune per la registrazione delle vaccinazioni e un codice QR personalizzato riconosciuto in tutti gli Stati membri. L’elaborazione tecnica di messa a punto del pass Ue, a misura di smartphone, è stata affidata a un gruppo di lavoro formato dagli esperti di tre unità della Commissione Ue: Connettività, Salute e Giustizia. Alla guida c’è il commissario per la Giustizia, Didier Reynders.
«I dati sensibili resteranno negli Stati membri», ha spiegato von der Leyen, e il certificato conterrà «informazioni molto semplici, che siano rilevanti per attraversare i confini», come l’avvenuta vaccinazione, la negatività ad un test Pcr o l’immunità al Covid-19 acquisita contraendo la malattia.
Pero, come detto, i leader Ue non hanno però ancora trovato un accordo su come usare il certificato digitale e su quali diritti darà accesso. Su questo c’è ancora lavoro da fare così come sulla parte tecnica.
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Alberto Lupini
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