Parte il nuovo quasi lockdown. Ma si potrà andare nelle seconde case anche fuori regione

Ennesima contraddizione di una gestione ondivaga della pandemia. Troppa gente per le strade anche sabato, ma Conte lascia liberi di muoversi ovunque, ma non di andare al ristorante in 15 regioni . Nonostante il flop di #ioapro resta la rabbia dei ristoratori e si preannunciano nuove proteste in assenza di interventi di sostegno urgenti

17 gennaio 2021 | 12:20
Dopo le contraddizioni fra le disposizioni del ministro della Salute e quelle del Dpcm, Palazzo Chigi ha fatto sapere che per le seconde case si allentano le regole: in pratica il lockdown che vale per 14 regioni (fra rosse ed arancione) salta per chi si sposta verso una casa delle vacanze o per il week end. C'è in pratica il permesso di andare nelle seconde case anche fuori della propria regione e anche in affitto. L'unico limite riguarda il fatto che potrà spostarsi soltanto il nucleo familiare. Una misura che, se possibile, aggiunge ancora più confusione perchè davvero ora non si capisce quale sia l’emergenza e come sia possibile che si possa viaggiare per tutta Italia con la scusa della seconda casa, ma non si possa andare al ristorante… E comunque come ci si può sposatre se non si può uscire dalla regione? L’ennesima dimostrazione di come il presidente Conte si stia davvero barcamenando senza alcuna strategia che non sia quella del giorno dopo giorno, incurante dei danni, alcuni irreversibili, che si possono creare. E il ministro Sperabnza cosa aspetta a dire con chiarezza cosa si può fare o non si può fare?

E questo mentre sulla carta il divieto di spostamento tra regioni durerà fino al 15 febbraio, mentre un miraggio rimane al momento la zona bianca - con tutto riaperto -, nuova invenzione della fantasia cromatica di un premier arlecchino, per la quale bisognerà aspettare un calo drastico della curva. Come dire che a logica gli spostamenti nelle seconde case potrebbero forse essere consentiti solo per chi sta nelle regioni gialle e va in altre regioni gialle.... ma su questo sarebbe utile avere davvero un chiarimento vero. 

Questo caos potrebbe durare fino al 5 marzo con chiusure di attività commerciali, piscine e palestre, autocertificazioni per gli spostamenti, coprifuoco dalle 22 alle 5, asporto dai bar solo fino alle 18. Nelle zone gialle invece nei giorni feriali riapriranno i musei con accessi contingentati.

Troppa gente per le strade mentre cresce la rabbia dei ristoratori
Intanto ieri, nell'ultimo giorno giallo per tutti, prima della nuova stretta, nelle grandi città si è vista un’altra volta molta gente in strada
, specie nelle regioni che da oggi diventano arancioni o rosse. A Roma o Torino vie del centro affollate, code fuori dai negozi e dehors dei bar al completo. Per Lazio e Piemonte arriva la zona arancione. Sono peraltro aumentati i controlli delle forze dell'ordine tanto che sono state ben 1.364 le persone sanzionate e 19 quelle denunciate venerdì - in salita rispetto alla media del periodo -, secondo il ministero degli Interni. Sono stati controllati 16.274 attività o esercizi commerciali, 106 titolari sono stati sanzionati, 29 locali sono stati chiusi.

Cifre sulle quali probabilmente incide anche la protesta dei ristoratori #ioapro che, anche se è stata un flop, potrebbe generare nuove iniziative nelle prossime settimane se il Governo non darà garanzie su tempi e entità di sostegni e prospettive sul futuro, a partire dai ristori che mercoledì dovrebbero essere decisi anche se, stando alle prime indiscrezioni, sempre in misura troppo bassa rispetto alle perdite delle imprese.

In Lombardia pronte le iniziative contro il lock down
Lombardia e Sicilia
, rispettivamente epicentro della pandemia nella prima ondata e nuovo scenario di diffusione del virus, si avviano intanto al 'rosso' con atteggiamenti quasi opposti. Il Governatore Attilio Fontana prepara infatti il ricorso contro la decisione del governo, a suo giudizio basata su dati superati (ma anche ieri la Lombardia ha registrato il maggior numero di test positivi e dovrebbe essere rossa fino al 31 gennaio), mentre il presidente siciliano Nello Musumeci si dice sereno perché aveva chiesto in prima persona la chiusura per evitare problemi al momento incalcolabili.

E Bolzano e Valle d’Aosta fanno da soli e rifiutano il rosso
C’è poi il caso di Bolzano, terzo territorio che dovrebbe essere in zona rossa. La Provincia autonoma
non ci sta e ha già preannunciato battaglia a partire da una libertà di movimento in tutta la provincia. La stessa decisione è stata presa anche in Valle d'Aosta con spostamenti consentiti dalle 5 alle 22 su tutto il territorio regionale, capoluogo compreso: è quanto prevede un'ordinanza del presidente della Regione Erik Lavevaz, dopo la collocazione in zona arancione. Insomma l’Italia arlecchina e anarchica.

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Alberto Lupini


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