Paga il caffè 2 euro, ma il prezzo non era esposto: mille euro di multa al barista

Il titolare di un bar di Firenze multato per non avere esposto il prezzo sul menu cartaceo. Ha ammesso l'errore, ma anche detto che difende la sua scelta di far pagare un espresso 2 euro, se di qualità

17 maggio 2022 | 11:41

Entra in un bar, ordina un caffè decaffeinato e quando scopre che gli è costato 2 euro ha chiama i vigili, perché, a suo dire, il costo era stato giudicato eccessivo. Alla fine Francesco Sanapo, titolare della caffetteria Ditta Artigianale, locale di Firenze specializzato votato alla divulgazione della cultura del caffè, ha dovuto pagare mille euro di multa per non aver messo il prezzo nel menu cartaceo, ma solo in quello digitale. Sanapo ha ammesso l'errore, ma dall'altro lato da dichiarato che continuerà a difendere la scelta di far pagare un caffè 2 euro, se di qualità.

Mille euro di multa per non aver esposto il prezzo del caffè

È entrato in un bar specializzato nella somministrazione di caffè e ha chiesto un particolare espresso decaffeinato. Quando ha poi scoperto che gli era costato 2 euro ha deciso di chiamare i vigili urbani. Alla fine la Polizia Locale ha svolto un'ispezione nel locale e ha riscontrato una lacuna facendo pagare mille euro di multa a Francesco Sanapo, titolare della Ditta Artigianale. Il prezzo della particolare miscela decaffeinata che aveva chiesto il cliente era infatti presente soltanto sul menu digitale e non su quello cartaceo.

Il barista: «Non discuto la multa, ma difendo il costo del caffè se di qualità»

«Non sono qui per discutere la multa, quello verrà fatto nelle sedi competenti e sono pronto a pagare per i miei errori  - ha dichiarato Francesco Sanapo sul suo profilo Facebook - Sono qui a lottare purché venga dato il giusto valore, sono qui per un’intera categoria e per il futuro della caffetteria e hospitality italiana Sono qui per far sì che nessuno più si scandalizzi se paga un espresso due euro. È una missione e la porterò avanti a testa alta».

Sanapo non è il solo a difendere il prezzo del caffè di qualità

Recentemente si era molto discusso sull'aumento del costo di una tazzina di caffè. Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti che aveva stilato la classifica con le medie dei costi delle tazzine di caffè espresso nelle provincie d'Italia nel 2021. Alla fine il Comune più caro era risultato quello di Bolzano 1,2 euro di media, mentre nella provincia di Messina quello meno caro 0,82.

Al di là della classifica, Abi professional, l'Associazione che raggruppa i bartender d'Italia, tramite Fiorenzo Colombo, uno dei fondatori dell'associazione, aveva già chiarito che far pagare un espresso più di un euro non deve essere uno scandalo, a patto che sia un prodotto buono e che si usino quindi miscele di qualità.

 

 

La tendenza: «Basta bar, solo caffetterie con prodotti top»

Sulla vicenda legata al caro espresso si era esposto anche Maurizio Valli, pluripremiato barista del Bugan Coffe Lab e di un cofee shop, entrambi a Bergamo.

«Da noi costa due euro e a breve lo porteremo a 3, ma il nostro è un caffè di qualità - aveva dichiarato a Italia a Tavola - Il problema dell'Italia è che non c'è una vera cultura del caffè. La maggior parte dei locali si affida a torrefazioni che danno un prodotto scadente. Ci sono pure torrefazioni che garantiscono anche il comodato d'uso delle attrezzature, ma in realtà bisogna fare come si fa all'estero, comprare le attrezzature a proprie spese. Anche questo aspetto influisce infatti sulla qualità. I cuochi nei ristoranti comprano forse le pentole in comodato d'uso? No, e quindi anche i baristi devono fare altrettanto; ovvero rendersi indipendenti dalle torrefazioni. Il caffè a un euro è un insulto. Se oggi uno apre un'attività e lascia questo prezzo alla tazzina è destinato a chiudere entro breve tempo. Personalmente resto dell'idea che il caffè deve diventare un bene di lusso. Eliminiamo per sempre la parola bar e al suo posto mettiamoci caffetteria e iniziamo a fare dei caffè di qualità. Solo così il nostro Paese potrà crescere culturalmente ed economicamente».

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Alberto Lupini


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