Padova, gli hotel termali chiedono vaccini urgenti per gli operatori
Assimilare gli Ota (Operatori di assistenza sanitaria) a categorie protette e personale sanitario. Questa la proposta che arriva dalle Terme di Abano e Montegrotto per garantire gli addetti impegnati nelle cure termali
15 gennaio 2021 | 12:19
Gli stabilimenti termali alzano la voce e chiedono la vaccinazione del proprio personale subito dopo le categorie protette, i medici e gli infermieri. La richiesta arriva da Federalberghi Terme Abano Montegrotto e dal Centro Studi Termali Pietro d’Abano che si rivolgono a Governo e Regione per assicurare agli Ota (Operatori di assistenza sanitaria) la copertura vaccinale.
La proposta
«Crediamo che i nostri operatori – ha affermato Fabrizio Caldara, direttore del Centro Studi Termali Pietro d’Abano a Il Mattino di Padova - debbano essere assimilati ad altri operatori del sistema sanitario territoriale». Il riferimento è agli addetti impegnati nei reparti cure per assicurare i Lea (Livelli essenziali di assistenza sanitaria) che, anche durante questi mesi, hanno continuato il loro lavoro per assistere i pazienti.
Un gruppo di 1.800 dipendenti su 5.500 totali impiegati all’interno delle strutture padovane. Obiettivo della proposta, è quello di fornire una maggiore garanzia di sicurezza ai clienti degli hotel e ai dipendenti dei centri termali, con la speranza che almeno il turismo locale possa riprendere il proprio flusso.
Le difficoltà del territorio
Una piccola speranza per gli stabilimenti euganei il cui territorio (composto da un totale di 11 comuni) ha chiuso un 2020 nero: 1.510 posizioni lavorative perse in nove mesi, un giro d’affari in diminuzione del 63, 4% (nel periodo gennaio-settembre) e una perdita di circa 300 aziende nei vari settori della ricettività.
Nel frattempo, sul fronte sicurezza sanitaria, i cittadini delle località termali di Abano, Montegrotto e Torreglia potranno presto contare su un nuovo centro vaccinale. I comuni dei tre paesi hanno, infatti, individuato la sede opportuna: il Teatro Polivalente comunale di Abano Terme. Una soluzione che ora deve passare al vaglio dell’Usl competente.
La località termale di Abano, Padova
La proposta
«Crediamo che i nostri operatori – ha affermato Fabrizio Caldara, direttore del Centro Studi Termali Pietro d’Abano a Il Mattino di Padova - debbano essere assimilati ad altri operatori del sistema sanitario territoriale». Il riferimento è agli addetti impegnati nei reparti cure per assicurare i Lea (Livelli essenziali di assistenza sanitaria) che, anche durante questi mesi, hanno continuato il loro lavoro per assistere i pazienti.
Un gruppo di 1.800 dipendenti su 5.500 totali impiegati all’interno delle strutture padovane. Obiettivo della proposta, è quello di fornire una maggiore garanzia di sicurezza ai clienti degli hotel e ai dipendenti dei centri termali, con la speranza che almeno il turismo locale possa riprendere il proprio flusso.
Le difficoltà del territorio
Una piccola speranza per gli stabilimenti euganei il cui territorio (composto da un totale di 11 comuni) ha chiuso un 2020 nero: 1.510 posizioni lavorative perse in nove mesi, un giro d’affari in diminuzione del 63, 4% (nel periodo gennaio-settembre) e una perdita di circa 300 aziende nei vari settori della ricettività.
Nel frattempo, sul fronte sicurezza sanitaria, i cittadini delle località termali di Abano, Montegrotto e Torreglia potranno presto contare su un nuovo centro vaccinale. I comuni dei tre paesi hanno, infatti, individuato la sede opportuna: il Teatro Polivalente comunale di Abano Terme. Una soluzione che ora deve passare al vaglio dell’Usl competente.
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Alberto Lupini
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