Originalità, cultura, digitale Così l’enoturismo rinascerà

Le Organizzazioni di settore Oiv e Omt hanno fatto il punto della situazione alla luce della crisi generata dalla pandemia. Tre spunti per rilanciare e sfruttare le aree rurali

17 ottobre 2020 | 14:33
di Emanuele Bottiroli
Il direttore generale dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), Pau Roca, e il segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (Omt), Zurab Pololikashvili, hanno scelto di soffermarsi nelle scorse settimane con un webinar sul tema dell’enoturismo, che diventa centrale nelle politiche internazionali di valorizzazione e posizionamento dei territori rurali.


Come cambia l'enoturismo

Tenuto in collaborazione con il Think Tank internazionale di esperti di enoturismo e moderato da Mariëtte du Toit-Helmbold, da Città del Capo, il webinar è stato dedicato al tema “Innovazione dell’enoturismo nel contesto del Covid-19”. Relatrici provenienti da Argentina, Cile, Francia, Italia e Spagna hanno condiviso le loro recenti esperienze in merito alla gestione dell’impatto del Covid-19 sulle rispettive attività enoturistiche. Sono emerse alcune tendenze comuni riguardo alle innovazioni necessarie a ripensare e rimodellare l’enoturismo nelle circostanze attuali.

È stata messa in risalto l’importanza dei mercati locali, delle nuove collaborazioni, delle esperienze all’aperto e della trasformazione digitale. Come ricordato da Pau Roca, la creazione dell’OIV nel 1924 avvenne in risposta a una crisi. «Oggi - ha spiegato - ci troviamo ad affrontare una crisi diversa nella quale l’Oiv si trova in una posizione centrale per rispondere e fornire soluzioni, per favorire lo sviluppo dell’economia dei vigneti e dei viticoltori e per promuovere il commercio enologico». A suo parere, l’attrattiva dell’enoturismo si basa su tre elementi principali: diversità, zone rurali e legami culturali. Secondo Zurab Pololikashvili, il turismo gastronomico e quello enologico sono pilastri fondamentali per lo sviluppo turistico delle zone rurali. Si è evidenziato come sia fondamentale per tutti gli Stati membri dell’Omt sostenere il turismo rurale, in cui il vino svolge un ruolo preminente: il coordinamento è stato un aspetto essenziale negli ultimi mesi ed è attraverso la condivisione di buone pratiche che si riuscirà a superare questa situazione e a riattivare il turismo.

La collaborazione tra Oiv e Omt è di particolare rilevanza e «remare nella stessa direzione è ciò che l’economia del turismo si aspetta da noi», ha affermato il dg dell’Oiv. La moderatrice Mariëtte du Toit-Helmbold ha evidenziato che «il turismo è sempre stato resiliente e il settore sta lavorando duramente per tornare più forte e sostenibile di prima. L’industria è stata ridotta in ginocchio da un duro lockdown e da due blocchi totali imposti alla vendita di vino in Sud Africa. È fondamentale riavviare prontamente il turismo e costruirlo intorno a modalità di viaggio locali e sostenibili».

Le priorità devono essere la salute e la sicurezza, per rassicurare le persone, ma poi anche la collaborazione tra i settori e le regioni, con un’attenzione al mercato e alla popolazione locale, che sono i principali asset dell’enoturismo. Infine, bisogna avere un approccio creativo, con soluzioni digitali che non dimentichino che la tecnologia è un facilitatore, ma che ha bisogno di una narrazione umana per produrre un vero impatto.

Roberta Garibaldi, dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, ha presentato una panoramica della crisi, delle sue conseguenze e degli adattamenti, sulla base dell’autovalutazione delle aziende che hanno risposto a un questionario. Ha fornito una presentazione dettagliata della situazione in Italia e in Spagna e alcune informazioni su Francia, Portogallo, Messico, Cile, Brasile, Argentina e Sud Africa. I risultati mostrano un netto cambiamento delle attività proposte dalle aziende, nuove strategie di marketing e conseguenze finanziarie. La relatrice italiana ha posto l’accento sulla diversificazione delle esperienze e ha insistito particolarmente sulla cultura locale, due strumenti molto promettenti per la ricostruzione della filiera enoturistica su basi più sostenibili e inclusive.

Altro tema centrale è quello della digitalizzazione: poter conoscere i clienti per offrire loro esperienze personalizzate e individuare il corretto equilibrio tra tecnologia e contatto umano sono aspetti fondamentali per tutte le relatrici, perché questi cambiamenti digitali non sono transitori. Insieme a tali cambiamenti, lo sviluppo del turismo locale si è rivelato vitale per la ripresa, e la sostenibilità è uno dei suoi pilastri. In tal senso, Roberta Garibaldi ha evidenziato l’importanza della raccolta dei dati di visitatori effettivi e potenziali, compresi non solo i clienti tradizionali, ma anche quelli online (sito web, social media, ecc.).

«Essere in grado di tracciare questi utenti è necessario per pianificare servizi creativi ed efficaci con offerte specifiche per ogni segmento, fornendo un’offerta personalizzata», ha dichiarato. Ma con l’aumento delle attività digitali vi è anche una necessità di attrezzature professionali perché questi strumenti rappresentano un aiuto eccellente per mantenere le interazioni con i visitatori. Senza dimenticare di dare un tocco umano alla tecnologia, attraverso una buona narrazione.

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Alberto Lupini


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