Ora Tridico è davvero da cacciare Il Governo si gioca la credibilità

Bufera sul presidente dell'Inps accusato di essersi raddoppiato lo stipendio. Bufera politica, ma ora tocca a Conte usare il pugno di ferro mentre annuncia di voler cancellare quota 100.

26 settembre 2020 | 17:17
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, si raddoppia lo stipendio e scoppia la bufera attorno a lui e ad un Governo che a questo punto si gioca tutta la sua credibilità. Altro che covid o referendum: se Conte non deciderà di mandare a casa Tridico sarà un delitto nei confronti di tutti gli italiani.


Pasquale Tridico

L’Inps, zavorra per il Sistema Italia, ha rappresentato un freno a mano costante nella battaglia dei cittadini per sopravvivere alla crisi da coronavirus. in questo Tridico ha rappresentato il lato peggiore dell'ente: prima ha inventato l’attacco hacker al sistema per giustificare il disservizio dell'accesso al servizio per ottenere i 600 euro, poi ha avuto uscite vergognose come il fatto che «l’Inps riempie di soldi gli italiani», ma soprattutto è il responsabile politico del ritardo apocalittico sul versamento delle casse integrazioni che stanno mandando ko imprese e cittadini, come ben sanno tutti gli addetti di bar, ristoranti e hotel.

A “concedere” la possibilità del raddoppio, un decreto interministeriale che la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo (5stelle), ha firmato lo scorso 7 agosto insieme con il collega del Tesoro Roberto Gualtieri. Come rivelato dal quotidiano La Repubblica, il compenso di Tridico sarebbe più che raddoppiato, passando da 62mila a 150mila euro l’anno. La notizia annuncia bufera sull’Istituto di previdenza che gestisce le pensioni degli italiani. «Non ho parole. Tridico paghi la cassa integrazione poi chieda scusa e si dimetta», attacca il leader leghista Matteo Salvini. «Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore» dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rispondendo alla domanda di un giornalista a Giugliano (Napoli). In realtà questo raddoppio era stato stabilito dall'allora ministro del Lavoro del primo Governo Conte (5stelle-Lega) e riguardava i compensi del presidente Inps (Tridico, 5 Stelle) e del presidente dell'Inail (Bettoni, Lega) e dei rispettivi vicepresidenti (semrpe Lega e 5 Stelle).

Dalla Lega, a Fratelli d’Italia, fino a Forza Italia. Il centrodestra è unito nell’attaccare e nel chiedere le dimissioni al presidente dell’Inps. Claudio Durigon, deputato e responsabile nazionale dipartimento Lavoro della Lega si chiede « dove sono gli uffici di monitoraggio dell’Inps, quelli che ad agosto avevano denunciato, in una lista di proscrizione pubblica, i furbetti del bonus da 600 euro? Il più furbetto è Tridico che si fa riconoscere premi da capogiro, mentre mezzo milione di italiani stanno ancora aspettando la cassa integrazione dalla primavera. Tridico rinunci al bonus e si dimetta».

«Mezzo milione di italiani aspetta ancora la cig - denuncia la presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini - e lui si triplica lo stipendio con effetto retroattivo. Questa è la morale dei predicatori anticasta», «la nuova frontiera del grillismo al potere: il reddito di arroganza». L’aumento è una cosa «assurda», osserva il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani soprattutto quando «gli italiani continuano a non ricevere la cassa integrazione e le famiglie sono piegate da una crisi che il governo è incapace a fronteggiare».

Anche nella maggioranza di governo le reazioni sono accese. Nelle chat interne dei parlamentari Cinque Stelle - citate da AdnKronos - c’è chi chiede al Movimento di prendere le distanze da questa decisione e chi condanna apertamente l’aumento. Critiche arrivano anche dalla maggioranza: «Io non penso che ci sia nulla di scandaloso nel prevedere uno stipendio congruo per ruoli pubblici di altissima responsabilità che richiedono notevoli competenze e professionalità - dice il capogruppo di Italia viva al Senato, Davide Faraone - Lo spettacolo davvero suggestivo è osservare la metamorfosi dei populisti».

Inps e pensioni rischiano di diventare una patata bollente per il Governo. Tridico (5 stelle) ha di fatto gestito l'introduzione del reddito di cittadinanza e di quota 100, provvedimenti entrambi contestati a livello politico ed economico. È proprio su quota 100  è intervenuti in serata Conte per annunciarne la cancellazione. «Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo di quota 100». Lo ha detto il premier al festival dell’Economia di Trento, precisando che piuttosto «tra le riforme che ci aspettano possiamo anche lavorare su quella delle pensioni. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo: ad esempio fare una lista dei lavori usuranti mi sembra la prospettiva migliore. Un professore universitario vorrebbe lavorare a settant’anni, mentre in tanti lavori usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo avere il coraggio di differenziare».

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Alberto Lupini


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