Omicron e l'inflazione penalizzano anche i saldi invernali: metà degli italiani pensa di non approfittarne
Secondo il Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese, il caro prezzi generale e i contagi alle stelle stanno condizionando lo shopping invernale. 248 euro a famiglia potrebbe essere la spesa sostenuta
È ormai tempo di saldi, ma per gli italiani non è proprio il momento. Il motivo è semplice, l’aumento generale dei prezzi, unito alla lunga crisi generata dal Covid allontana i consumatori dall’idea di concedersi shopping subito dopo le (ulteriori) spese natalizie.
Il quadro è chiaro ed è stato dipinto da Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese: secondo i dati raccolti, l’80% degli italiani pensa che l’innalzamento dei prezzi sia strutturale, mentre solo un’esigua percentuale pari al 21%, lo ritiene un fenomeno passeggero. Il 94% pensa che avrà delle conseguenze importanti anche sui prezzi dei beni di consumo. Il 37,2% ha già sperimentato il caro prezzi mentre il 52,3% si dice preoccupato i prossimi mesi.
Poco entusiasmo per i saldi invernali
Pochi (solo il 10%) non sono consapevoli della variazione dei prezzi oppure non si spaventano. Ma come si comporteranno gli italiani con i saldi? Solo il 27,8% degli dichiara di approfittarne, ma la metà è ancora indecisa e lega la decisione alle offerte presenti al momento dell’acquisto. Il 18,9% è certo che non farà acquisti. La spesa prevista sarà di 248 euro a nucleo familiare, in crescita del 32,6% rispetto ai saldi invernali 2021, ma ancora nettamente al di sotto dei valori 2020.
Quanto alle categorie merceologiche: abbigliamento e accessori sono in cima alla lista delle preferenze ed è lì che si concentreranno le spese del 68,3% degli italiani, poi i prodotti per la casa per l’arredo e il beauty. I centri commerciali sono il canale principale per i saldi, citato dal 41,2% delle famiglie. A ruota, outlet e marketplace online generalisti. Considerando l’online nel suo complesso (sia marketplace sia siti di singoli retailer), sale al 18,8% la quota di famiglie che lo considerano come canale principale. Lo shopping cittadino rimane, comunque, il secondo canale preferenziale con il 20,7%.
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Tutta colpa di Omicron
«Il timore per la spinta inflazionistica insieme al dilagare della variante Omicron si sta ripercuotendo in modo preoccupante sulle intenzioni di acquisto delle famiglie italiane - spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese -. L’aumento dei prezzi e la situazione pandemica fanno temere per i potenziali effetti depressivi sui consumi, mettendo in dubbio l’effettivo recupero del 2022. Se la metà degli italiani ritiene che dovrà ridurre gli acquisti, un terzo potrebbe optare invece per l’online, con la conseguenza che a farne le spese maggiori sono i negozi fisici».
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Alberto Lupini
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