Obbligo vaccinale per il personale Horeca, altrimenti il green pass sarà inutile

Con la richiesta della certificazione verde per entrare nei locali al chiuso dal 6 agosto, anche i lavoratori del settore dovrebbero fare lo stesso. Quindi vaccinarsi. Così eviterebbero anche eventuali sospensioni . Il Tribunale di Modena ha ribadito che l’azienda può sospendere dal servizio e dalla retribuzione il lavoratore no-vax

29 luglio 2021 | 12:13

Lavoro, vaccini, green pass: sono queste le coordinate della nuova frontiera della lotta al coronavirus. A fronte dell’estensione dell’utilizzo del certificato verde, del successo della campagna di vaccinazione nazionale e in vista della ripresa di settembre, ritorna caldo il tema di come gestire i dipendenti che non si siano ancora vaccinati. Soprattutto quelli a contatto con il pubblico, come potrebbero essere i lavoratori dell’Horeca. Detto che il licenziamento non è previsto in assenza di obbligo vaccinale per i lavoratori, il Tribunale di Modena ha ribadito che l’azienda può sospendere dal servizio e dalla retribuzione il lavoratore no-vax.

 

L'ordinanza del Tribunale di Modena: «Datore di lavoro garante della sicurezza e della salute dei dipendenti»

A far scattare l’ordinanza del Tribunale di Modena del 23 luglio è stato il caso di due fisioterapiste assunte da una cooperativa che operavano all’interno di una Rsa e che si erano viste sospendere la retribuzione a seguito del loro rifiuto a vaccinarsi. Con il suo intervento, il Tribunale ha voluto fare chiarezza sui diritti contrapposti in tempo di pandemia: «Il datore di lavoro si pone come garante della salute e della sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all'interno dei locali aziendali e ha quindi l'obbligo ai sensi dell'art. 2087 del codice civile di adottare tutte quelle misure di prevenzione e protezione che sono necessarie a tutelare l'integrità fisica dei lavoratori», si legge nel testo dell’ordinanza. Covid compreso, dal momento che la direttiva Ue del 3 giugno 2020 ha incluso il virus tra gli agenti biologici da cui è obbligatoria la protezione anche negli ambienti di lavoro. E per questo le sole mascherine non bastano.

 

 

Green pass per i clienti e vaccinazioni per gli operatori dell'Horeca

Insomma, sebbene il rifiuto di vaccinarsi non possa dar seguito a sanzioni disciplinari, può comportare delle revisioni oggettive sull’idoneità al lavoro (compito che spetta al medico competente) con tutte le conseguenze del caso. Soprattutto per chi è a contatto con il pubblico. Situazione che potrebbe interessare anche gli operatori della ristorazione. Con l’obbligo, da parte del cliente, di mostrare dal 6 agosto il green pass per entrare nei locali, anche per camerieri, cuochi, personale di sala, sommelier, bartender e via discorrendo dovrebbe valere la stessa cosa. O meglio: chi entra in un locale dovrebbe avere la garanzia di entrare in una bolla. Italia a Tavola ha fin da subito sostenuto la necessità, per una ripartenza in sicurezza, di procedere alla vaccinazione degli operatori dell’Horeca. Una questione di reciprocità per ristabilire quel rapporto di fiducia fra esercente e cliente alla base della propensione alla spesa.

D'altronde, ad oggi, la fiducia reciproca sembra l'unico strumento per affrontare l'estensione dell'utilizzo del green pass dal momento che il tema del controllo della certificazione verde (a chi spetta? E come si utilizza l'app VerificaC19?) è ancora traballante.

 

 

Il caso Sterilgarda

Sul tema vaccino e lavoro, la cronaca riporta anche il caso di Sterilgarda. L’azienda di Castiglione delle Stiviere, quarto produttore di latte in Italia, ha inviato una comunicazione a tutta la forza lavoro: circa 330 dipendenti a cui si deve poi sommare un indotto che gravita attorno all’azienda per un totale di circa 700 lavoratori. A tutti loro il presidente Fernando Sarzi ha comunicato i rischi a cui si va incontro in caso di non vaccinazione. Detto diversamente: cambio mansione e, dove non fosse possibile, sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa.

Prima dei provvedimenti, però, è stato «avviato un tavolo di confronto con le Rsu e il medico competente. Prossimamente avremo altri incontri e lì scopriremo il grado di immunizzazione effettivo della nostra forza lavoro. E teoricamente potremmo trovarci di fronte all’eventualità che su 330 lavoratori solo uno sia no-vax, cosa che a quel punto chiuderebbe ogni discussione potendo contare sull’immunità di gregge all’interno dello stabilimento», ha spiegato Sarzi.


 

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Alberto Lupini


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