Cani e bambini al ristorante, ma anche code, food influencer, pasto a turni e prenotazione con caparra. Un viaggio attraverso le regole, le abitudini e le pratiche attuate nei ristoranti italiani e non solo. A rendere piacevole (o meno) l'esperienza non sono solo il menu e la location, ma anche una serie di fattori che hanno un peso sempre maggiore nella soddisfazione dei clienti.
Se al vaglio ci sono nuove regole per normare le recensioni online, il quotidiano inglese The Guardian e Ansa Lifestyle hanno comunque svolto un sondaggio sui livelli di soddisfazione dei clienti e sulle criticità riscontrate quando si va al ristorante. E quel che emerge è che è sempre più difficile soddisfare tutti.
Primo ostacolo: portare il cliente al ristorante
Andando con ordine, il primo scoglio per portare un cliente nel proprio ristorante è la presenza del menu online. In molti, infatti, pongono la possibilità di trovare i piatti (e i relativi prezzi) sui social o sul sito dell’esercizio come dirimente nella scelta del locale dove andare a mangiare.
C’è poi una nuova pratica che spesso fa storcere il naso ai clienti, ma che garantisce un minimo di tutela al ristoratore: la prenotazione online con caparra. Molti esercenti hanno deciso di introdurre questa pratica per evitare disdette, anche di tavolate numerose, dell’ultimo minuto ritrovandosi con danni ingenti. Dall’altro lato, un sistema che preveda il rimborso fino a 24 ore prima della prenotazione, lascia delusi quanti hanno effettivamente un imprevisto non dipendente dalla propria volontà e si vedono comunque accollare un costo per un servizio non erogato. Anche questo rappresenta un elemento di diffidenza, sebbene, come ricordano molti ristoratori, più che regole, in questo caso, basterebbe l’educazione di avvisare in caso di disdetta.
Ci sono poi locali che tagliano alla radice il problema non accettando la prenotazione, ma non sono pochi – secondo l’indagine –, nonostante la prospettiva (in molti casi) di prezzi più bassi, i clienti che decidono di andare altrove anziché fare la coda. Un suggerimento emerso è quello di offrire qualcosa da bere e mangiare a quanti sono in attesa.
La discriminante sui turni invece la fa il prezzo. Nonostante a nessuno piaccia essere pressato per mangiare in fretta, questa scelta da parte dei ristoranti viene generalmente accettata e capita dai clienti, a patto che si tratti di un pasto economico. Quanti invece si rivolgono a locali di fascia più alta hanno invece fatto emergere l’esigenza di poter fruire dell’esperienza in tutta calma e tranquillità per poterla apprezzare maggiormente. Tuttavia, in caso di altre persone in attesa, viene considerato legittimo se il titolare o il cameriere invitassero a lasciare il tavolo.
La sala: musica, social, cani e bambini al ristorante
Una buona gestione dell’acustica, attraverso l’installazione di pannelli fonoassorbenti e ad una buona progettazione degli altoparlanti, risulta poi fondamentale: sia il chiasso che il silenzio risultano fastidiosi per la maggior parte dei clienti, ma trovare il giusto equilibrio non è sempre semplice.
Altro tema della discordia sono i bambini: posto che per legge non si può vietare l’ingresso dei più piccoli nei ristoranti, è altrettanto vero che la chiave risiede nell’educazione dei bambini stessi. Così come dei cani: per qualcuno aiutano a creare atmosfera, ma molto spesso, specialmente se rumoroso, con un odore sgradevole e che metta le zampe sui tavoli. In generale, però, la presenza degli amici a quattro zampe è maggiormente accettata se si mangia all’aperto. In questo caso, però, l’accesso agli animali è a discrezione del titolare.
Anche fare foto e video, essendo il ristorante un esercizio pubblico, è consentito a patto che si riprendano il locale e i piatti, non altre persone, specialmente se bambini: postare immagini di minori può far incorrere in sanzioni. Ma anche maître, sommelier e camerieri dovrebbero essere ripresi solo con il loro consenso perché sono tutelati, come tutti, dalle leggi che disciplinano il trattamento dei dati personali. E questo vale anche per i food influencer. Tuttavia rimane difficoltoso immaginare l’imposizione di alcuni divieti.
Se si riesce ad arrivare al dolce, infine, si presenta il dilemma della torta di compleanno da casa. Un’abitudine certamente italiana, ma non solo. Nel nostro Paese è vietato consumare dolci fatti in casa nei ristoranti, mentre (allegando lo scontrino) si possono portare quelli di pasticceria, ma a discrezione del locale.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024