Non solo Prosecco, anche l'Aceto Balsamico di Modena Igp è sotto attacco ... dalla Slovenia

Il direttore del Consorzio di tutela, Federico Desimoni, ha chiamato in causa il ministro all'agricoltura Patuanelli per difendere le eccellenze agroalimentari italiane. Il rischio è istituzionalizzare l'Italian sounding

15 settembre 2021 | 14:40

Lo scontro fra Italia e Commissione Europea sul riconoscimento del Prosek croato e i rischi per il Prosecco italiano cominciano a dividere il settore agroalimentare. Da un lato, l'organo regolatore che si è attirato gli strali di tutta la filiera vitivinicola. Dall'altro, i protagonisti di questa filiera che comunicano il loro supporto ai produttori delle bollicine venete e friulane. Come nel caso del Consorzio di tutela dell'Aceto Balsamico di Modena Igp che a febbraio ha dovuto parare il colpo della Slovenia relativamente alla possibilità di trasformare la dicitura "aceto balsamico" in uno standard di prodotto piuttosto che una denominazione vera e propria.

 

Anche l'Aceto Balsamico di Modena Igp è sotto attacco

«Confidiamo nel ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli affinché assuma in proposito, una posizione di guida e di stimolo per l’intero Governo, affinché l’Italia si attivi quanto prima in tutela dei nostri prodotti. Avviando i necessari ricorsi ed eventualmente azioni di infrazione, per portare le dispute in sede di Corte di Giustizia», ha affermato battagliero Federico Desimoni, direttore del Consorzio di tutela dell'Aceto Balsamico di Modena Igp. Un appello che va oltre l'attacco al Prosecco e riporta alla luce la minaccia alla quale è sottoposto l'aceto balsamico. Nei mesi scorsi, infatti, il governo sloveno ha notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli aceti che, ponendosi in netto contrasto con gli standard comunitari, il principio di armonizzazione del diritto europeo e le disposizioni di altri regolamenti comunitari, vorrebbe trasformare la denominazione “aceto balsamico” in uno standard di prodotto. Insomma, un altro attacco alle eccellenze agroalimentari italiane.

 

 

Patuanelli: «Non possiamo accettare che la nostra produzione venga messa a rischio da quella di un altro Paese»

Contemporaneamente all'appello di Desimoni sono arrivate anche le parole del ministro Patuanelli a Uno Mattina: «È evidente che il Prosecco è una Dop italiana e non possiamo accettare che venga messa a rischio da una piccola produzione in un altro paese». Il rischio è che si «istituzionalizzi» la pratica dell'Italian soundig con cui un prodotto si richiama al patrimonio enogastronomico tricolore per far leva sull'appeal e la qualità riconosciuta dai consumatori sebbene non vi sia alcun legame a livello produttivo con il prodotto originale.

 

Pronta la task force per opporsi al processo di riconoscimento del Prosek

Nel frattempo, in collaborazione con il sottosegretario del Mipaaf, Gian Marco Centinaio (che ha la delega alla filiera vinicola) sono state avviate le procedure per presentare, entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria, le opposizioni e i ricorsi alla decisione presa dalla Commissione Europea. Quest'ultima, dopo lo stop del 2013, ha dato parere favorevole all'avvio del processo di riconoscimento del Prosek croato come prodotto Stg (specialità tradizionale garantita). Ora toccherà a una task force tecnica mettersi al lavoro per proteggere una delle eccellenze del Made in Italy e un campione dell'export nazionale (+35% nei primi sei mesi del 2021).






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Alberto Lupini


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