Non si trova personale da assumere? Ecco la “furbata” di Homie, hotel senza dipendenti

È il progetto di Nardo Filippetti e del suo "albergo" che l'imprenditore vorrebbe aprire a Rimini nel 2023. Niente personale, soltanto un addetto alla reception. Ma è davvero la soluzione? Il dubbio resta...

28 aprile 2022 | 16:53
di Gianluca Pirovano

La carenza di personale è un tema sempre più scottante per ristorazione e accoglienza. Per il ministro del Turismo Massimo Garavaglia mancano 250mila lavoratori del settore e in vista della stagione estiva è un problema non indifferente. La questione però non riguarda soltanto i momenti di massima pressione, ma è anzi diventata strutturale. Noi di Italia a tavola ne stiamo parlando da giorni, cercando di capire, tramite il punto di vista di chi è parte del settore, a cosa sia dovuta e come sia possibile uscirne

C'è chi la sua idea sembra averla chiara (?) ed è Nardo Filippetti, imprenditore pesarese fondatore di Eden Viaggi e alla guida del gruppo Lindbergh Hotels & Resorts. Dalle colonne del Resto del Carlino ha annunciato l'apertura del suo nuovo albergo a Rimini. La particolarità? Non avrà personale...

A Rimini nasce l'albergo senza personale 

Si chiamerà Homie e sostituirà quello che oggi è il Naiade, albergo nella zona di piazzale Kennedy. Nell'idea di Filippetti l'Homie dovrebbe aprire nella primavera del prossimo anno, offrendo pernottamento e colazione per un prezzo contenuto, tra i 50 e i 60 euro, per massimo 50 camere. Un progetto pilota replicabile anche altrove (l'imprenditore ha parlato di una quindicina d'hotel nei prossimi 8 anni). 

 

E il personale? Non ce ne sarebbe bisogno. Filippetti ha parlato infatti di un albergo gestito tramite la domotica. «Trovare personale qualificato è un terno al lotto - ha spiegato al Carlino - Noi daremo la possibilità ai nostri ospiti di essere autonomi. Niente di complicato: sarà facile anche per un 70enne non nativo digitale». 

È la soluzione? Sembra più una furbata

L'idea di Filippetti sembrerebbe rispondere senza dubbio a una criticità evidente. Il personale manca e serve trovare una soluzione. Ma una domanda sorge spontanea: la via d'uscita è davvero questa? Il dubbio resta e l'impressione è che si tratti più di una furbata che di una visione lucida del futuro. Chi si occupa delle pulizie, dell'igiene e della sicurezza? Non saranno certo robot e quindi... o ogni ospite ospite si lava le lenzuola, le stira, rifà i letti e igienizza i bagni e tutte le parti comuni, oppure lo deve fare del personale. Che ovviamente deve essere pagato (non c'è più la schiavitù). Come dire non saranno camerieri dipendenti, ma sempre di personale si tratta, sia pure esternalizzato.

Perché non è possibile sbrigliare la matassa semplicemente eliminando una figura e rendendola superflua. Da un lato è vero che non si tratta di una novità assoluta: il mondo è pieno di alberghi in cui si ritirano le chiavi con un codice e si dorme, senza per forza aver a che fare con del personale. Dall'altro però la proposta deve far riflettere. Anche e soprattutto perché ristorazione e accoglienza non sono soltanto un piatto caldo e un letto comodo. Sono relazioni umane e professionalità, che vanno valorizzate e non eliminate. Il rischio, facendole sparire, è che invece di contribuire a superare la crisi del personale si dia un'ulteriore spinta verso il basso con una conseguente perdita di qualità

Nel caso specifico è come si trasformasse un albergo in un edificio di affitta camere, ma spacciare questo per una soluzione per la carenza di personale sembra davvero un esercizio di furbizia semantica.

 

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