Niente vacanze per 38 milioni di lavoratori nell'Ue: uno su 5 resta a casa

I prezzi delle vacanze raggiungono livelli record, lasciando dietro di sé un numero senza precedenti di lavoratori privati dell'opportunità di un soggiorno estivo: circa il 19,5% della forza lavoro europea

21 luglio 2023 | 18:14

Milioni di lavoratori europei si trovano in una situazione di difficoltà quest'anno, poiché i costi delle vacanze hanno raggiunto livelli senza precedenti nell'intera Unione Europea. Secondo un'analisi condotta dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces) basata su dati forniti da Eurostat, ben 38 milioni di persone non potranno permettersi un periodo di soggiorno estivo per sé e per le loro famiglie. Questo rappresenta circa il 19,5% della forza lavoro europea, segnalando una situazione allarmante che si sta rapidamente diffondendo in tutta Europa.

Impennata dei costi delle vacanze: +12,4% tra gennaio e maggio 2023

Il costo dei pacchetti vacanza, sia in patria che all'estero, è aumentato in modo significativo, rappresentando un problema per i lavoratori a basso reddito. Tra gennaio e maggio di quest'anno, il loro costo è salito del 12,4%, con un ulteriore aumento del 11,5% rispetto all'anno precedente. Questo rappresenta il più grande rincaro dal 1996, quando sono iniziate le prime rilevazioni di questo tipo. Oggi, il costo medio di un pacchetto turistico di quattro o più notti è di 2.967 euro, un incremento di oltre 600 euro rispetto al 2018. Questi prezzi esorbitanti mettono a rischio l'opportunità di una vacanza per molti lavoratori, rendendola un lusso irraggiungibile per coloro che guadagnano il salario minimo in 14 dei 27 Stati membri dell'UE.

I Paesi più colpiti: Romania, Grecia, Ungheria e Croazia

Il problema si aggrava nei Paesi in cui la retribuzione minima stabilita per legge è particolarmente bassa, con il numero maggiore di lavoratori esclusi dalle vacanze concentrato in tali nazioni. La Romania si posiziona al primo posto con il 43% dei lavoratori impossibilitati a permettersi una vacanza estiva, seguita da Grecia (37%), Ungheria (34%) e Croazia (31%). Anche l'Italia, nonostante abbia una retribuzione media oraria superiore rispetto a questi Paesi, registra una percentuale preoccupante di lavoratori (31%) che non possono permettersi una vacanza, soprattutto a causa dell'impennata del prezzo dei voli.

Richiesta di intervento e discussione politica

La situazione sta suscitando crescente preoccupazione e polemiche in tutta l'Unione Europea. La mancanza di accesso a una pausa estiva può avere ripercussioni negative sulla salute e sul benessere dei lavoratori, aumentando le disuguaglianze sociali e minando il principio di una società equa e inclusiva. Pertanto, sia l'opinione pubblica che i sindacati stanno chiedendo un'azione urgente da parte dei governi europei per affrontare il problema dei costi delle vacanze e garantire un'opportunità accessibile a tutti per trascorrere una vacanza estiva.

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Alberto Lupini


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