Niente discesa? Viva il fondo! Ecco dove sciare in sicurezza

Dall’Alto Adige al Vento sono tante le piste e gli anelli aperti, anche per i principianti. Mentre sci alpinismo e ciaspolate nei boschi sono vivamente sconsigliati e, anzi, in alcune aree del Veneto sono vietati

12 dicembre 2020 | 14:45
Chiuso un impianto, se ne apre un altro. È parafrasando il famoso detto “chiusa una porta, si spalanca un portone” che possiamo descrivere la situazione montagna in piena epidemia. E, se gli impianti di risalita sono chiusi, questo non ferma la voglia degli italiani che ora stanno puntando a sci di fondo, scialpinismo e ciaspole.


L'invito è di scegliere gli anelli e le piste sicuri e accessibili

Ma c’è un ma: «Anche se gli impianti di risalita sono ancora chiusi, la neve quest'anno di certo non manca e c'è parecchia gente in giro per le montagne con le ciaspole oppure con le pelli di foca. Serve perciò particolare attenzione» sottolinea Adam Holzknecht, presidente dell'Aiut Alpin Dolomites - Purtroppo c'è gente che sale anche a 3mila metri senza considerare bene i rischi».

«La preoccupazione per l'inverno è grossa, la chiusura degli impianti può riversare molte persone sulla pratica dello sci alpinismo o sulle ciaspole e può essere che l'incidenza dei soccorsi aumenti – gli fa eco il neo-presidente del Soccorso alpino del Trentino, Walter Cainelli – Il rischio è rappresentato non tanto da chi pratica sci alpinismo e che è abituato a frequentare la montagna e a muoversi in un certo ambiente, quanto da chi adopera le ciaspole che non richiedono nessuna particolare abilità e sono accessibili a tutti».

Per vivere dunque la montagna in sicurezza, a maggior ragione quest’anno, l’invito è di scegliere gli anelli e le piste, sicuri e accessibili, in questo inizio stagione. Mentre sci alpinismo e ciaspolate nei boschi sono vivamente sconsigliati e, anzi, in alcune aree del Veneto sono vietati.

Dall’Alto Adige al Vento, ecco dove praticare sci di fondo in tuta sicurezza, intesta anche nel senso del coronavirus.

Fondo a Falcade sulle Dolomiti Bellunesi
Il primo ad aprire in epoca Covid nel circuito Supernordic Skipass (che raggruppa i maggiori comprensori di Veneto e Trentino), il centro fondo Pietro Scola di Falcade, sulle Dolomiti bellunesi, è ricoperto da oltre un metro di neve. Qui la scuola sci Valbiois ha battuto 3,5 km sui 10 km del circuito. «Gli ampi spazi della Piana di Falcade e il naturale distanziamento tra i fondisti assicurano che non ci sarà contatto tra le persone - dice al Sole 24 Ore il presidente Matteo Cagnati - Le entrate al centro fondo sono comunque scaglionate nel corso della giornata. Il servizio di noleggio dell'attrezzatura rispetta le norme di sicurezza con sanificazione di sci e scarpe, e sarà posto all'esterno, sotto ad una tettoia per garantire l'areazione degli spazi. L'accesso alla biglietteria è contingentato a poche persone per permettere un afflusso sicuro».

Sport in sicurezza tra Lessinia e Asiago
Distanziamento naturale e sci di fondo in sicurezza anche nel in Alta Lessinia, con 40 km di poste in località Malga San Giorgio e Bocca di Selva. Pronti a partire anche sull'Altopiano dei Sette Comuni nell'area di Asiago: sei i centri organizzati, con piste omologate Fisi, che arrivano a coprire 500 km di tracciati, in percorsi che si snodano tra pascoli e boschi. Sci di fondo da praticare in notturna anche sulle piste illuminate del Centro Fondo Monte Corno, in comune di Lusiana (Vi).

Sempre in Veneto, non poteva mancate Cortina d'Ampezzo (Bl) dove sono aperte la scuola e le piste al Nordic Center di Fiames: circa 70 km di piste, attualmente in parte agibili, che attraversano il Parco Naturale Dolomiti d'Ampezzo. Il Fiames è anche il punto di partenza del percorso Cortina-Dobbiaco e 2 km nel Parco Naturale Dolomiti d'Ampezzo sono dotati di illuminazione notturna.

In Alto Adige fondo per tutti i livelli
L’Alto Adige è un paradiso per tutti fondisti, anche per i meno esperti. E se a Rio Pusteria ci sono tracciati per gli sci da fondo per tutti i livelli di preparazione, l'Alpe di Rodengo-Luson è un paradiso naturale con tracciati a quasi duemila metri. Anche al Valles c'è la pista battuta per stile classico e skating, mentre sull'altopiano di Terento troviamo 7 km di piste. In Valle Aurina i circuiti sono pronti. A Riva di Tures sono mantenute 4 piste differenti da 3 a 15 km con diversi livelli di difficoltà. La pista da fondo Selva dei Molini-Lappago è lunga 16 km. La pista del sole al fondovalle da Casere e Santo Spirito completa i centri del fondo delle Valli di Tures e Aurina.

In Piemonte apre il Centro Fondo Riale
Da domenica 13 dicembre riapre anche il Centro Fondo Riale, in Alta Val Formazza (Vb). Una ripartenza, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento imposte dalle normative anti Covid, che si preannuncia favolosa: le ingenti nevicate degli ultimi giorni sono andate a “rinforzare” la neve recuperata dalla stagione scorsa grazie alla tecnica dello snowfarming e quella sparata dai cannoni, vestendo di un bianco scintillante gli oltre 12 km di pista.

In questa prima settimana il Centro Fondo sarà aperto da domenica 13 a giovedì 17 dicembre, dalle ore 9 alle 16.30. Chiuderà venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 per ospitare l’attesissima tappa dell’Opa Cup, la Coppa Europea di Sci di Fondo che vedrà la partecipazione di oltre 250 atleti da tutto il Continente, per poi riaprire normalmente al pubblico la settimana successiva.

Valle d’Aosta: al via solo per i residenti
La stagione del fondo prende il via anche in Valle d’Aosta, ma al momento solo per i residenti. A cominciare Cogne, Champorcher, Gressoney, Torgnon e Fontainemore (Coumarial).

In Val Ferret ci si può cimentare su oltre 20 chilometri di piste che si snodano ai piedi delle Grandes Jorasses. Gli itinerari partono dal villaggio di Planpincieux, snodandosi lungo l'intera Val Ferret e arrivando fino alla località di Lavachey.

Boom per lo sci alpinismo: attenzione per i non esperti
Con gli impianti di risalita chiusi «è partita la grande voglia di salire in montagna con le pelli di foca, quindi sci alpinismo, ciaspole, racchette da neve, ma anche a piedi» spiega Giorgio Gajer, presidente Cnsas del Cai altoatesino.

Il Trentino Alto-Adige offre diverse opportunità per praticare scialpinismo: l’Altopiano dei Sette Comuni con i suoi dolci pendii e stretti canali, Cima Larici, Cima Manderiolo e Monte Fior. Un valido aiuto lo offrono le e strade militari che segnano itinerari suggestivi.

L’invito però rimane lo stesso: muoversi sul fuoripista richiede preparazione tecnica e fisica, perciò il soccorso alpino e gli impiantisti lanciano un appello alla prudenza.

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Alberto Lupini


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