Nuove misure per bar e ristoranti Al massimo 6 persone per tavolo
Coprifuoco: il nuovo Dpcm fa una stretta sugli assembramenti e la Movida. Al bar la vendita in piedi termina alle 18, poi servizio solo al tavolo . I Sindaci possono chiudere vie e piazze. Aiuti in caso di quarantena o attività sospesa. Smartworking per gli Statali e uffici
Prima di passare all'esame delle novità va detto che, per un male inguaribile della burocrazia italiana questo decreto aggiunge nuova confusione perchè di fatto è una sorta di correzione di quello del 13 ottobre, per cui per capire esattamente cosa si deve fare bisogna fare un collage dei due documenti emnti. Il che, va detto con franchezza, è un po' un insulto agli italiani che si devono fare un collage per avere un'idea precisa di cosa è in vigore adesso.
RISTORANTI APERTI FINO ALLE 24 E DALLE 18 SOLO SERVIZIO AL TAVOLO PER I BAR
Alla fine i ristoranti si sono “salvati” rispetto alle proposte degli oltranzisti che li volevano chiudere alle 22. Si tratta di una questione che ha fatto discutere a lungo il Governo con le Regioni e con il Comitato tecnico scientifico. La soluzione raggiunta conferma la chiusura alle 24. Una vittoria per chi, come la Fipe, si è battuto contro un chiusura anticipata. Parliamo di fatto dell'unica risturazione che resta aperta in Europa. Per i bar, i pub e altri locali viene anticipato alle 18 lo stop alla vendita in piedi: si potrà essere serviti solo al tavolo non al bancone in piedi. E per evitare le operazioni dei furbetti non si potrà riaprire prima delle 5 della mattina. Il decreto della scorsa settimana aveva fatto scattare queste regole dalle 21. Di fatto salta il rito degli aperitivi e degli happy hour in piedi. Il servizio al bancone si potrebbe fare ancora se ci saranno sgabelli, distanziati....
Divieto assoluto di assembramenti all’aperto (piazze, parchi, fuori dai locali) intensificando anche i controlli. Per favorire i controlli saranno aumentati gli agenti di sicurezza per l’applicazione delle misure restrittive. Alle Regioni è poi concessa la possibilità di restringere questi orari (come già deciso ad esempio dalla Lombardia) adottando ordinanze anche per singoli quartieri o comuni, là dove sia più difficile evitare assembramenti. I sindaci potranno per parte loro disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.
Restano inoltre aperti gli autogrill e i punti di ristoro di stazioni, aeroporti e ospedal. Resdtano tutti pensati limiti invece per il catering per il divieto di convegni ed eventi.
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LE REGIONI DECIDONO PER LE SALE GIOCO (CHE CHIUDONO COMUNQUE ALLE 21)
Le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8,00 alle 21,00 a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento di queste attività con l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori.
SOSPESE FIERE LOCALI, SAGRE E CONVEGNI
Dal momento in cui entrerà in vigore il decreto saranno sospese anche fiere locali e sagre (che non avrebbero peraltro mai dovuto apire…), con esclusione delle manifestazioni fieristiche di livello nazionale e internazionale. Sono ugualmente sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che sia assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubblico , ad accezione di quelle di rilevanza nazionale, si svolgono senza la presenza di pubblico.
GRAZIE ALLA MANOVRA ECONOMICA AIUTI A LAVORATORI E IMPRESE
C’è poi tutto un capitolo che si basa sulle coperture previste nella Manovra varata dal governo sabato notte per tutelare meglio lavoratori e imprese. Ci saranno in particolare interventi di ristoro economico immediato per artigiani, professionisti e partite IVA in isolamento e quarantena. Per tutti i lavoratori posti in isolamento anche fiduciario o in quarantena saranno previsti trattamenti di malattia o ammortizzatori sociali per l’intera durata dell’isolamento o della quarantena, cioè anche per il periodo di attesa degli esiti del tampone. Un intervento che sostiene i lavoratori e agevola le azienda che per contratto (vale per tutti bar e i ristoranti) hanno a loro carico il costo degli stipendi in caso di malattia.
C’è poi un capitolo che prevede i congedi parentali per tutta la durata dell’isolamento o della quarantena per i genitori di studenti minori di 14 anni.
In caso di blocchi dell’attività (è il caso di limitazioni ulteriori di orario per bar e ristoranti) sono previsti aiuti economici al momento non quantificati. «Siamo consapevoli che imporremo sacrifici economici agli imprenditori - ha precisato Conte - che subiranno effetti negativi di queste misure: c'è l'impegno del governo a ristorarli. La strategia che stiamo perseguendo per contrastare questa ondata di contagio non è e non può essere la stessa attuata in primavera».
SMARTWORKING PER GLI STATALI
Il Dpcm impone anche alla pubblica amministrazione di spingere per il lavori dei dipendenti in smart working, ma non c'è la prevista indicazione di almeno al 75 per cento e questa regola verrà proposta, come forte raccomandazione, anche alle aziende private. Il decreto sospende anche le riunioni in presenza, invitando le imprese, gli studi professionali e ogni altra categoria di lavoratori a convocare le riunioni in video conferenza, limitando al minimo indispensabile i meeting dal vivo.
Resta aperta la questione relativa alle palestre e alle piscine. Di fatto al momento resta una aetimana di tempo per mettersi in regola se non lo sono. In caso contrario verrà sospesa l'attività. Si spospendono tutti gl sport di squadra con contatti, ma non quelli praticati da professionisti (restano accessibili con limitazioni gli stadi). Confermate le norme, inutili, sugli stabilimenti balneari, mentre manca ogni accenno alle stazioni sciistiche, perno del turismo invernale.
ORARI DIFFERENZIATI NELLE SCUOLE E TRASPORTI RIORGANIZZATI
Fra le prescrizioni su cui c’è accordo fra Governo e regioni si sono alcuni punti nodali come il Trasporto pubblico locale, dove si vuole favorire il migliore scaglionamento degli ingressi giornalieri nelle Scuole e nelle Università, anche attraverso il raccordo tra i dirigenti scolastici e le agenzie di Trasporto pubblico locale. Ciò dovrebbe permettere di rimodulare gli ingressi e le uscite delle scuole, prevendo una più ampia fascia oraria che consentirebbe di non congestionare il trasporto pubblico. Si pensa ad orari di ingresso per tutti non prima delle 9 e forse verso le 11 pergli studenti delle medie superiori. Su questa misura è necessario però un preliminare orientamento nazionale, che deve essere raggiunto con i sindacati e valere su tutto il territorio nazionale vsto che si introducono orari pomeridiani. Contestualmente, è possibile un ricorso alla didattica online per le scuole secondarie di secondo grado, con particolare riferimento al triennio delle superiori. Analogamente verranno rimodulate le lezioni nelle Università.
«La scuola continuerà in presenza, asset fondamentale»: il presidente del Consiglio fa tirare un sospiro di sollievo a milioni di studenti, genitori e professori annunciando, nella conferenza stampa per presentare il nuovo Dpcm, che la scuola non chiuderà. Dopo la scelta del governatore Vincenzo De Luca e lo scontro a distanza con la ministra Lucia Azzolina, si temeva che la decisione di richiudere le classi potesse passare dalla Campania a tutto il territorio nazionale. E invece così non sarà. Alla fine, per alleggerire il peso sul trasporto pubblico, il compromesso trovato e introdotto nel Dpcm è stato quello di modulare ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e di disporre comunque l’inizio delle lezioni non prima delle 9
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IL NO DEI SINDACI E DEL CENTRODESTRA
Pochi minuti dopo la fine dell'intervento di Conte è arrivata la prima voce istituzionale critica, quella del sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro, che ha accusato il governo di fare «scaricabarile» su uno dei principali provvedimenti previsti dal decreto, ovvero la creazione di aree off limits nelle città da parte dei sindaci: «Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso». Di segno opposto la reazione del governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Hanno ascoltato le Regioni, finalmente il metodo è cambiato».
“Non è questo il mio concetto di collaborazione”. Matteo Salvini ha risposto immediatamente a Giuseppe Conte che, a margine della conferenza stampa in cui ha presentato il nuovo Dpcm, ha rivelato di aver informato anche i leader dell’opposizione che stava per firmare le nuove misure per rallentare il contagio da coronavirus. “Dopo mesi che facciamo proposte - ha attaccato il segretario della Lega - su lavoro, scuola, cassa integrazione e sanità e rimaniamo inascoltati, ho ricevuto una telefonata del premier dalla durata di 60 secondi stasera alle 21.31, prima di andare in diretta tivù”. Insomma, a sentire l’ex ministro Conte si è ricordato solo all’ultimo del leader dell’opposizione nonché del primo partito italiano. Eppure ai microfoni davanti a Palazzo Chigi ha annunciato che in settimana si recherà in Parlamento per illustrare le misure intraprese ai leader di opposizione: un gesto del tutto inutile, dato che il confronto sarebbe stato necessario prima di fermare il Dpcm. Ma è ormai chiaro che il premier è un uomo solo al comando: stavolta ha parzialmente ignorato anche alcune raccomandazioni più restrittive del Cts, figuriamoci se gli potrà mai interessare cosa hanno da proporre le opposizioni.
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Alberto Lupini