Le Mura di Bergamo Patrimonio Unesco Franceschini: «Italia capofila con 53 siti»
10 luglio 2017 | 10:56
L’Unesco ha accolto la candidatura “Opere di Difesa Veneziane tra XVI e XVII secolo. Stato de Terra-Stato de Mar”, di cui Bergamo è stata capofila e sede del segretariato per tutto il percorso del progetto. Si tratta di una candidatura transnazionale che abbraccia un territorio che si estende per oltre 1.000 km e comprende le fortificazioni veneziane di Bergamo, Peschiera, Palmanova, Sebenico e Zara in Croazia e Cattaro in Montenegro.
«Un risultato di grande rilievo - ha commentato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini - che conferma il forte e pluriennale impegno dell'Italia nell'attuazione della Convenzione del Patrimonio mondiale Unesco. Un'opera preziosa che consente al nostro Paese di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale nel contesto internazionale». Grazie al successo della candidatura delle Opere di Difesa Veneziane, l’Italia rimane infatti il Paese con il più alto numero di siti Unesco al mondo, ben 53.
«È un giorno molto importante per la nostra città - ha dichiarato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori - un giorno per il quale abbiamo lavorato con impegno. Vorrei ringraziare tutte le persone, a partire dai sindaci Bruni e Tentorio, che in questi dieci anni hanno creduto in questo sogno: vedere riconosciuto come Patrimonio di tutta l’Umanità quello che da sempre è il gioiello e il tratto distintivo della nostra città. Per le Mura di Bergamo si apre ora una nuova stagione, sotto l’egida dell’Unesco, con un piano di gestione e valorizzazione ben definito e del quale abbiamo già avviato l’attuazione. Abbiamo aggiunto oggi un fondamentale tassello al disegno di promozione e di internazionalizzazione della nostra città: le Mura, che una volta rappresentavano la chiusura e la difesa della comunità, sono oggi il simbolo dell’apertura di Bergamo al mondo».
Le mura difensive, lunghe 6 km e 200 metri, furono costruite dalla Repubblica di Venezia fra il 1561 e il 1588. Proteggono la parte collinare della città, che da allora è definita come Bergamo Alta.
«Il nostro territorio, con due siti Unesco (le Mura di Bergamo e Crespi d’Adda, ndr) - ha precisato Claudia Terzi, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia - può davvero ambire a essere attrattivo sia in ambito culturale sia in chiave turistica. Non solo. Il nostro saper fare, il nostro orgoglio, le nostre tradizioni culinarie, la nostra identità e il nostro dna bergamasco possono davvero diventare elementi vincenti per un'ulteriore crescita, anche economica, della nostra provincia. I turisti avranno mille motivi in più per scegliere le nostre terre e la nostra Bergamo».
«Le Mura sono un patrimonio dell’umanità e una risorsa di grande importanza per i bergamaschi. Ora dovremo essere capaci di valorizzarle e salvaguardarle, cogliendo al meglio tutte le opportunità che porterà con sé il prestigioso riconoscimento Unesco», ha commentato Elena Fontana, presidente di Confesercenti Bergamo. «Il marchio Unesco è motivo di orgoglio ma anche di responsabilità. Per la città e l’intero territorio si tratta di una nuova e formidabile sfida: dovremo essere capaci, tutti insieme, di accogliere il grande flusso di visitatori che andrà ad aggiungersi a quello attuale, già di per sé significativo. Il sistema ricettivo, dagli alberghi ai ristoranti, dai pub ai negozi, sarà chiamato a compiere un ulteriore salto di qualità. Confesercenti si mette a disposizione fin d’ora per affiancare aziende e istituzioni in un cammino che si preannuncia impegnativo ma entusiasmante».
«Un risultato di grande rilievo - ha commentato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini - che conferma il forte e pluriennale impegno dell'Italia nell'attuazione della Convenzione del Patrimonio mondiale Unesco. Un'opera preziosa che consente al nostro Paese di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale nel contesto internazionale». Grazie al successo della candidatura delle Opere di Difesa Veneziane, l’Italia rimane infatti il Paese con il più alto numero di siti Unesco al mondo, ben 53.
«È un giorno molto importante per la nostra città - ha dichiarato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori - un giorno per il quale abbiamo lavorato con impegno. Vorrei ringraziare tutte le persone, a partire dai sindaci Bruni e Tentorio, che in questi dieci anni hanno creduto in questo sogno: vedere riconosciuto come Patrimonio di tutta l’Umanità quello che da sempre è il gioiello e il tratto distintivo della nostra città. Per le Mura di Bergamo si apre ora una nuova stagione, sotto l’egida dell’Unesco, con un piano di gestione e valorizzazione ben definito e del quale abbiamo già avviato l’attuazione. Abbiamo aggiunto oggi un fondamentale tassello al disegno di promozione e di internazionalizzazione della nostra città: le Mura, che una volta rappresentavano la chiusura e la difesa della comunità, sono oggi il simbolo dell’apertura di Bergamo al mondo».
Le mura difensive, lunghe 6 km e 200 metri, furono costruite dalla Repubblica di Venezia fra il 1561 e il 1588. Proteggono la parte collinare della città, che da allora è definita come Bergamo Alta.
«Il nostro territorio, con due siti Unesco (le Mura di Bergamo e Crespi d’Adda, ndr) - ha precisato Claudia Terzi, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia - può davvero ambire a essere attrattivo sia in ambito culturale sia in chiave turistica. Non solo. Il nostro saper fare, il nostro orgoglio, le nostre tradizioni culinarie, la nostra identità e il nostro dna bergamasco possono davvero diventare elementi vincenti per un'ulteriore crescita, anche economica, della nostra provincia. I turisti avranno mille motivi in più per scegliere le nostre terre e la nostra Bergamo».
«Le Mura sono un patrimonio dell’umanità e una risorsa di grande importanza per i bergamaschi. Ora dovremo essere capaci di valorizzarle e salvaguardarle, cogliendo al meglio tutte le opportunità che porterà con sé il prestigioso riconoscimento Unesco», ha commentato Elena Fontana, presidente di Confesercenti Bergamo. «Il marchio Unesco è motivo di orgoglio ma anche di responsabilità. Per la città e l’intero territorio si tratta di una nuova e formidabile sfida: dovremo essere capaci, tutti insieme, di accogliere il grande flusso di visitatori che andrà ad aggiungersi a quello attuale, già di per sé significativo. Il sistema ricettivo, dagli alberghi ai ristoranti, dai pub ai negozi, sarà chiamato a compiere un ulteriore salto di qualità. Confesercenti si mette a disposizione fin d’ora per affiancare aziende e istituzioni in un cammino che si preannuncia impegnativo ma entusiasmante».
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