Coprifuoco e movida abusiva penalizzano i bar: sciopero dello spritz a Milano

Nel quartiere di Santa Giulia i ragazzi si ritrovano a bere senza distanziamento e regole. Accusati i gestori dei locali che lanciano la protesta: saracinesche abbassate dalle 14 alle 19 sabato 24 aprile

22 aprile 2021 | 11:23
«Per il bene del quartiere, in questo negozio, sabato 24 aprile dalle 14 alle 19 non si vende alcol d’asporto affinché l’ordine pubblico torni alla normalità». Questo il catello che campeggia in molti locali di Santa Giulia, un quartiere di Milano. Ad esporlo per primo Andrea Sorrentino, 36 anni, proprietario del So’ Garden Café aperto lo scorso settembre. Una sorta di “sciopero dello spritz” che i gestori si sono dovuti autoinfliggere e che aggiunge la “beffa” al danno della decisione del Governo sul coprifuoco fino alle 22 fino al 31 giugno. Perché, è proprio questo il problema: se il coprifuoco ammazza le notti, il divertimento anticipa i tempi. Ma si tratta di un divertimento incontrollato e pericoloso: da qualche tempo, infatti, diversi giovani del quartiere, a cui se non sono aggiunti da fuori, si ritrovano a bere nella promenade, la passeggiata, rifornendosi con l’asporto, o più spesso con bottiglie acquistate in qualche market (altro danno per i locali della zona), senza troppo preoccuparsi di distanziamento e mascherine.



Accusati i bar, i gestori non ci stanno

E ciliegina sulla torta: per i residenti della zona la colpa è dei gestori di bar e locali, che però non ci stanno. La risposta? Giù le saracinesche cinque ore, come prova della loro innocenza: «Il mio locale non è assolutamente causa della situazione, ma voglio comunque impegnarmi per risolverla», spiega Andrea Sorrentino al Corriere della Sera - Le ho provate tutte. Abbiamo sempre rispettato tutte le regole. È stata anche assoldata una security che vigilasse davanti alle vetrine. Nonostante questo, un gruppo di persone poco rispettose continua a frequentare la promenade creando caos, sporcizia e disordine. Molti di loro non si riforniscono nel mio locale e non favoriscono la mia attività. Anzi, di fatto la ostacolano, mettendomi in cattiva luce nel quartiere dove ho deciso di vivere e lavorare».

Rinuncia all’incasso più consistente della settimana

Così, nonostante le difficoltà e le perdite di questi anni, l’ultimo tentativo: «Ho deciso di chiudere sabato pomeriggio, rinunciando all’incasso più consistente della settimana», aggiunge Sorrentino.

Una decisione che hanno abbracciato anche molti altri locali annunciando la serrata o l’astensione dalla vendita di alcolici: «Vediamo se così i ragazzi si daranno una calmata», conclude Sorrentino.

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Alberto Lupini


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