La Milano del futuro? Accogliente e più unita

La ricerca Milano 2046 mette in luce il desiderio di un benessere diffuso, di una società più equa e solidale, con attenzione ai giovani, ai bambini, alle donne e all'ambiente

01 ottobre 2020 | 10:33
di Renato Andreolassi
Dopo la ''Milano da bere'' e la ''Citta della moda e dell'Expo'' quale sarà il futuro del capoluogo lombardo? Alla domanda hanno cercato di rispondere dodici ambiti di analisi (i dodici domini dell’indicatore Bes Benessere equo e sostenibile, realizzato dall’Istat per misurare la qualità della vita), e un panel di 249 persone (tra esperti, stakeholder, membri della comunità).


Gli esiti dell’indagine indicano la direzione che dovremmo seguire in vari campi per un futuro migliore

La Milano 2046 si intitola “La ricerca del benessere: desideri, timori, rappresentazioni della Milano che sarà” ed è stata presentata dal presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, insieme all'economista e statistico Enrico Giovannini, all'esperta di scenari sociali Francesca Bertè e all'esperto di welfare ed economia personale Sergio Sorgi.

«La ricerca Delphi è stata pensata prima dell’emergenza Coronavirus – ha spiegato Bertolè – eppure i suoi risultati hanno acceso un faro proprio su uno dei temi più attuali del post lockdown: ridurre le disuguaglianze sociali, economiche, educative, territoriali e di genere. Gli esiti dell’indagine indicano la direzione che dovremmo seguire in vari campi per un futuro migliore, un benessere diffuso, una società più equa e solidale: sostenibilità ambientale, attenzione ai giovani, ricerca di una città policentrica sono solo alcuni degli obiettivi maggiormente richiamati e già al centro dell'attenzione politica di questa Amministrazione. Il valore di questo lavoro sta nell'essersi proposta di alzare lo sguardo oltre il presente, offrendo temi di confronto e dibattito sul futuro della città: la ricerca non rappresenta quindi un punto di arrivo ma di partenza, perché occorre ora aprirsi a un confronto con la città per costruire una visione lungimirante e ambiziosa della nostra società».

Istruzione, salute, lavoro, benessere, relazioni sociali, sicurezza, politica e istituzioni, ricerca e innovazione, qualità e dei servizi e ambiente questi i principali ambiti, obiettivi e rischi sui quali si dovrà focalizzare l'attenzione e costruire la nuova “Grand Milan” perché continui a trainare il Paese anche - e soprattutto -dopo i tragici mesi della pandemia.

«Con questo studio non abbiamo preteso di prevedere il futuro – ha spiegato l’economista Enrico Giovannini –, ma cercato di esplorare i diversi scenari della Milano del 2046, chiedendoci come potrebbe, e soprattutto come dovrebbe essere. Un esercizio tutt'altro che astratto se si pensa che la stessa Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite inizia con le parole “noi immaginiamo un mondo…”. Lo spirito di questo lavoro testimonia come Milano sia capace di stimolare un dibattito concreto, costruttivo e aperto».

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