Migliori paesi in cui lavorare da remoto? Ecco perché l'Italia è solo la 26ª

Secondo Global Remote Work Index (Grwi), un indice che valuta i Paesi dall'ottica del lavoro da remoto, prendendo in esame quattro criteri, in testa c'è la Danimarca, seguita da Olanda e Germania

28 ottobre 2023 | 08:30
di Vincenzo D’Antonio

L'Italia è solo al 26° posto nella classifica dei migliori Paesi per il lavoro da remoto, secondo una nuova ricerca condotta dall'azienda specializzata in cybersecurity NordLayer. L'anno scorso è stato creato il Global Remote Work Index (Grwi), un indice che valuta i Paesi dall'ottica del lavoro da remoto, prendendo in esame quattro criteri: cybersicurezza, sicurezza economica, infrastrutture digitali e fisiche, oltre alla sicurezza sociale. Quest'anno, NordLayer ha valutato 108 Paesi, dato in aumento rispetto ai 66 dell'anno scorso. Ecco i 25 Paesi che ci precedono per il lavoro da remoto sulla base dei dati aggiornati.

  1. Danimarca
  2. Olanda
  3. Germania
  4. Spagna
  5. Svezia
  6. Portogallo
  7. Estonia
  8. Lituania
  9. Irlanda
  10. Slovacchia
  11. Finlandia
  12. Belgio
  13. Islanda
  14. Canada
  15. Francia
  16. Usa
  17. Corea del Sud
  18. Polonia
  19. Regno Unito
  20. Norvegia
  21. Repubblica Ceca
  22. Giappone
  23. Austria
  24. Croazia
  25. Australia
  26. Italia

Migliori paesi in cui lavorare da remoto: i criteri della classifica

L’indice è stato stilato valutando e confrontando i Paesi sulla base di quattro parametri di valutazione. Criteri a loro volta scissi in sottoparametri. Un algoritmo correla, assegnando pesi e coefficienti le singole voci onde pervenire alla valutazione dell’attrattività complessiva del Paese dall’angolo visuale del lavoro da remoto.
I quattro parametri cardine sono:

  • Primo: Cyber sicurezza, ovvero l'insieme delle azioni volte a difendere computer, server, dispositivi mobili, sistemi elettronici, reti e dati dagli attacchi dannosi.
  • Secondo: Infrastrutture digitali e fisiche, ovvero qualità e costo della connessione internet, infrastrutture digitali, servizi governativi digitali e infrastrutture fisiche
  • Terzo: Sicurezza economica, ovvero attrattività turistica, conoscenza dell’inglese, costo della vita e sistema sanitario.
  • Quarto: Sicurezza sociale, ovvero diritti della persona, inclusività e sicurezza.

In Europa Germania, Spagna e Portogallo nella top ten

Facciamo un minimo di analisi dei dati avendo focus i continenti (Oceania esclusa) e scopriamo che tre Paesi della Ue sono nella top ten: Germania, Spagna e Portogallo, rispettivamente al 3°, 4° e 6° posto. Per trovare nella lista un Paese africano dobbiamo arrivare al 48° posto dove c’è il Marocco, che si distingue in particolare in termini di sicurezza informatica e in costi di vita accessibili. Nonostante il ritardo nelle infrastrutture digitali e fisiche, la sua attrattiva per i turisti e il basso costo della vita lo rendono un'opzione interessante. La Corea del Sud (17°), il Giappone (22°) e Singapore (28°) emergono come leader indiscussi in Asia vantando notevoli infrastrutture digitali, turismo ed e-governance. La Cina, gigante mondiale, è solo al 39° posto.

Nel Nord America, il Canada e gli Stati Uniti detengono posizioni di forza, classificandosi al 14° e al 16° posto, mentre il Messico è in ritardo al 62°. Nonostante le disparità, tutti e tre condividono forti misure legali di sicurezza informatica e attirano i turisti, con il Messico che è notevolmente più conveniente. Il Costa Rica guida l'America Centrale, classificandosi al 54° posto assoluto, con una forte capacità di risposta alla sicurezza informatica, all'attrattiva turistica, all'assistenza sanitaria e all'inclusività. La prima nazione del Sud America è l'Uruguay, che si colloca al 43° posto, distinguendosi per la sua inclusività e i suoi diritti personali. Tutte le nazioni sudamericane hanno ranking parziale elevato nell'attrattiva turistica.

Lavoro da remoto: la situazione dell’Italia

Perché il nostro Belpaese si piazza soltanto al ventiseiesimo posto? Si fa interessante, al riguardo, l’analisi dei singoli parametri. Vediamo un po’ e ricordiamoci che il ranking finale ci assegna un poco lusinghiero ventiseiesimo posto. Come Cyber sicurezza siamo messi benino. Siamo al sedicesimo posto. Nel parametro relativo alle infrastrutture digitali e fisiche, siamo al trentanovesimo posto e già scontiamo la debolezza circa il business emergente dell’Intelligenza Artificiale. Circa la sicurezza economica del nostro Belpaese, ci meritiamo addirittura il terzo posto grazie alla forza dell’attrattività turistica. Per quanto riguarda la sicurezza sociale, risulta evidente l’impegno verso l’inclusività, come dimostra il dodicesimo posto conseguito.

Insomma, posto che la tensione al miglioramento continuo dovrebbe essere costante e coinvolgere tutti e quattro i parametri di valutazione, si comprende che la leva sulla quale agire con maggiore e necessaria tempestività è quella delle infrastrutture digitali e fisiche. In questo ambito, il negletto Pnrr dovrebbe poter svolgere, laddove bene utilizzato, ruolo fondamentale.

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