Al ristorante menu senza prezzi per il gentil sesso, è una forma di “patriarcato”?

Il menu di cortesia è un tema che ciclicamente torna a far discutere. Questa volta a sollevare un polverone è stata una star televisiva australiana in vacanza a Venezia: solo al compagno è stata consegnata la carta con i prezzi. Per alcuni è una forma di gentilezza, per altri un retaggio del passato da abolire

06 aprile 2022 | 15:53
di G. Pirovano e M. Lorenzini

Il menu di cortesia, vale a dire il menu che non riporta i prezzi accanto ai piatti, è uno di quei temi che di tanto in tanto tornano in auge, soprattutto se si parla di sessismo e delle sue più diverse sfaccettature. A riaccendere il dibattito è stata questa volta Abbie Chatfield. Un nome che ai più non dirà nulla ma che nel suo Paese d'origine, l'Austrialia, è parecchio noto. Abbie è infatti una star televisiva e una conduttrice radiofonica, oltre ad essere seguitissima sui social network. 

La donna si trova in vacanza in Italia e nello specifico a Venezia. Ospite in un lussuoso albergo della Laguna, la donna ha scelto di cenare nel ristorante dell'hotel. Lì, secondo quanto racconta il Corriere del Veneto, le è stato consegnato il menu di cortesia, mentre al compagno è toccato quello completo di prezzi. Un episodio che ha mandato su tutte le furie Abbie, la quale ha pubblicato diversi contenuti in Rete lamentandosi dell'accaduto e chiudendo con un lapidario: «Il patriarcato colpisce ancora!»

Si è così riacceso il dibattito. Il menu senza prezzi è cortesia o sessismo? Lo abbiamo chiesto a chi lavora ogni giorno nella ristorazione. 

Menu senza prezzi, cortesia o sessismo? 

Prima di approfondire la questione sentendo le voci dei professionisti, è bene però specificare una cosa. Il menu di cortesia non è prerogativa soltanto delle donne. Spesso la carta senza prezzi è anche proposta durante pranzi o cene di lavoro, quando il "padrone di casa" preferisce non far conoscere all'ospite il costo delle portate. 

La differenza tra menu e carta dei vini 

Pascal Tinari è responsabile di sala e cantina al Villa Maiella, ristorante una stella Michelin di Guardiagrele, in Abruzzo. «Noi abbiamo menu di cortesia - ha spiegato - Questa è la nostra linea e pensiamo sia questione di eleganza. Viene infatti usato anche per pranzi e cene business. Il modo di approcciarsi cambia comunque da cliente e cliente. Quando si è in sala ci si rende conto della situazione e si agisce di conseguenza». 

Però, come molto spesso accade, l'assenza di prezzi vale soltanto per il menu e non per la carta dei vini. «C'è chi toglie i prezzi anche lì, ma noi no - ha aggiunto Tinari - Il motivo? Quando uno va in un ristorante sa più o meno il range del conto mentre con i vini è diverso. Da un ristorante all'altro ci sono ricariche diverse e ci possono essere prezzi alti». 

In conclusione, per Tinari si tratta di una polemica pretestuosa. «Mi sembra che si cerchi sempre di trovare cavilli per accendere discussioni - ha evidenziato - Penso sia più grave non avere un menu in inglese per esempio. In sala e in una coppia gioca un ruolo importante il dialogo. Non penso che alla persona che si ha accanto non si dica il conto, nel caso in cui lo voglia sapere. Così come, se ci viene chiesto, noi portiamo il menu con i prezzi, senza problemi. Anche perché ormai tutti o quasi i ristoranti hanno il menu online, non c'è nulla da nascondere...». 

«Serve capire il momento»

Al President, celebre ristorante stellato campano di Pompei, guidato in cucina da Paolo Gramaglia, membro e segretario generale di Euro-Toques (l'associazione dei cuochi europei) esiste il menu di cortesia, ma viene servito soltanto in determinate occasioni. «Mi definisco un cuoco smart e moderno, ma ho anche un inguaribile animo romantico - ha spiegato Paolo Gramaglia - Per questo nel nostro ristorante esiste il menu di cortesia. Di solito lo serviamo quando capiamo che si tratta di momenti romantici, come una cena di fidanzamento o una ricorrenza particolare. Se non ci viene espressamente richiesto sta a noi capirlo in quei pochi istanti quando la coppia si presenta al ristorante. È chiaro che ci è più facile capire il momento se si tratta di clienti abituali, altrimenti è più difficile. In caso di incertezza o per evitare spiacevoli incomprensioni in questi casi portiamo il menu abituale».

Al President lo stesso discorso vale per la carta dei vini, anche se il rischio, in questo caso, è di scegliere una bottiglia più o meno cara. Anche per questo, per evitare sgradite sorprese al President viene data la possibilità di servire una carta di cortesia di vini al bicchiere. «Bisogna sempre di valutare la situazione - ha spiegato Laila Gramaglia, responsabile di sala - Sta ai membri dello staff capire se e quando portare una carta dei vini di cortesia al cliente. Di norma la carta dei vini viene portata agli uomini, ma se questi sono i festeggiati, allora si fa il contrario».

È questione di galanteria...

Per Maurizio Urso, executive chef del Datterino di Noto (Sr) e membro di Euro-Toques, «è questione di galanteria. Noi nel nostro ristorante utilizziamo sempre menu senza prezzi quando al tavolo c'è una coppia. Anzi, anche la carta dei vini è "bianca" per la signora. Comprendo che magari in Australia ci sia un approccio diverso e non dico sia sbagliato. Noi qui conserviamo questo aspetto che io non vedo come sessismo ma come gentilezza e rispetto. Discorso diverso per pranzi e cene business. In quel caso il menu è stato deciso prima e non ci sono prezzi sulla carta, indipendentemente da chi è seduto». 

«Si tratta solo di una vecchia consuetudine non di sessismo o patriarcato»

Per Roberta Agnelli, sommelier e presidente di Ais (l'Associazione italiana sommelier) Bergamo la questione non si pone. «Personalmente non penso si tratti di sessimo o di patriarcato - ha premesso - Piuttosto di consuetudini del passato che prima venivano viste come delle cortesie, mentre adesso possono essere prese come delle imposizioni. Tra l'altro nel mio settore non ho mai visto una carta di cortesia dei vini, se non quelle abbinate alle degustazioni, e quindi ai piatti. A mio parare chi sceglie il vino è giusto che possa vedere il suo prezzo in carta. E tra l'altro ho notato che sempre di più sono le donne a farlo, dimostrando caratteristiche di senso e di capacità che personalmente mi hanno fatto inorgoglire»

Non tutti sono d'accordo

Giornalista, reporter, critico gastronomico e vincitore del premio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola, Jerry Bortolan ha un'opinione diversa dagli altri. «Una volta, in passato, poteva essere un discorso di cortesia - ha spiegato - Oggi mi sembra invece una cosa fuori dal tempo. Certi parametri, che un tempo potevano sembrare gentilezze dovute, ora sono saltati e lasciano il tempo che trovano. Non mi sembra ci sia nulla di orribile nel consegnare a una donna un menu con i prezzi di ciò che mangerà, anche se quel giorno non toccherà a lei pagare». 

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Alberto Lupini


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