Mele di Belfiore: a Verona tutta la qualità di un prodotto d'eccellenza
Il Veneto è il terzo produttore italiano di mele, dopo Trentino e Alto Adige, e solo il territorio veronese ne genera circa l'80% del totale, di cui la metà è coltivata nei comuni di Belfiore e Zevio
Golden Delicious, Dallago, Grenny Smith, Royal Gala, Imperatore rosso, Fuji, Red Chief (Stark), Morgenduft, Ozark Gold, Decio, sono qualità che vanno sotto il nome del marchio collettivo “Mela di Verona”, un brand di nuova istituzione che intende raggruppare tutte le mele prodotte nel veronese e non solo quindi promuoverle a livello globale, ma anche salvaguardarne le peculiarità e le principali caratteristiche organolettiche.
Il Veneto è il terzo produttore di mele in Italia
«Il Veneto è il terzo produttore italiano di mele, dopo Trentino e Alto Adige - sottolinea Stefano Faedo, presidente del Consorzio Ortofrutticolo di Belfiore (Vr) - e solo il territorio veronese ne genera l'80%, di cui la metà è coltivata nei comuni di Belfiore e Zevio.» Queste mele a marchio “mela di Verona” si distinguono per elevata croccantezza, bassa acidità, aroma spiccato e ottimo equilibrio gustativo fin dall'epoca di raccolta.
Il colore di fondo della buccia, pur essendo diverso a seconda dei vari gruppi varietali, si presenta ben caratterizzato, mentre il sovracolore, nei gruppi Red Delicious, Gala e Morgenduft, è vivace e brillante. In particolare, la Golden Delicious può presentare sull'epidermide la tipica retatura dorata. «Ruolo primario fra queste ha la mela Decio - continua Faedo - una specie autoctona che è diventata presidio Slow Food nel 2014. La sua origine potrebbe risalire addirittura all'epoca romana: anche il nome si dice derivi dalla trasformazione in “Decio” del nome D'Ezio, generale che sbarcò ad Adria e affrontò Attila a Padova».
Proprio a Belfiore il melo Decio ha avuto nel corso degli anni la sua maggiore espansione e ottenuto la migliore qualità produttiva. La varietà può essere consumata solo in pieno inverno perché al momento della raccolta presenta un'acidità troppo elevata: si raccoglie a novembre e si consuma fino all'inizio della primavera. «È una mela che resiste fuori dal frigo dalla raccolta fino a maggio - riprende Stefano Alberti, presidente della Strada del Vino Soave e a sua volta promotore dei prodotti del territorio - Si tratta di una mela soda, di piccole dimensioni, di colore verde con eventuale sfaccettatura rossa. Presenta una polpa croccante e acidula in prossimità della raccolta e dolce a fine primavera. È da gustare in cottura, poiché adatta per confetture, dolci e trasformati in genere. È comunque una mela che non raggiunge grandi pezzature come altri tipi. Diciamo che è una specie di rarità».
Il Consorzio Ortofrutticolo della mela di Verona conta 50 soci
All'interno del Consorzio Ortofrutticolo, nato nel 1957 e formato da 50 soci, si lavorano fino a 100mila quintali di mele all'anno, le quali vengono destinate al mercato nazionale e alle catene distributive. Una piccolissima parte del prodotto viene venduta al dettaglio a prezzo di favore all'interno dello spaccio consortile.
«Con gli scarti abbiamo imparato ad ottenere dei succhi - continua Faedo - tramite un sistema di estrazione completamente naturale. Per il momento, abbiamo realizzato a livello sperimentale puro succo di Grenny Smith e Golden in bag da 3 litri. Un prodotto in cui crediamo molto e che ci sta dando riscontri altamente positivi. Affianchiamo tutto questo anche alla commercializzazione di altra frutta coltivata nel territorio attraverso il nostro marchio Terra di Gemma».
La coltivazione della mela avviene su suoli argillosi, senza antiparassitari
Le metodiche di lavorazione sono quelle tipiche della coltura della mela, con coltivazione su suoli argillosi e ben soleggiati, in assenza di trattamenti antiparassitari. Dopo la raccolta, che avviene a mano, il prodotto non è soggetto a trasformazioni poiché è destinato al consumo allo stato fresco, tuttavia può essere conservato alcuni giorni nelle celle frigorifere.
Un esempio di coltivazione moderna e illuminata ci arriva dalla Società Agricola Vanzani, sempre di Belfiore, che coltiva in oltre 30 ettari di terreno diverse qualità. «Il ciclo inizia con le Gala - spiega Giuseppe Vanzani, titolare dell'azienda assieme al fratello Luigi e terza generazione di produttori di mele - perché sono le prime ad essere raccolte e mangiate fresche.» Poi si prosegue con le Golden, le regine delle mele e le più consumate. Si continua poi con le Grenny Smith, particolarmente amate nei paesi del Nord, perché acidule. Fino alle Fuji, raccolte per ultime, a polpa gialla, dolci e succose.
«Noi esportiamo oltre il 90% della nostra produzione di mele - ricorda Vanzani - per le quali abbiamo dovuto cercare altri mercati, dopo l'embargo della Russia. Ora ci sono nostre mele in India, Sri Lanka, Nord Africa e Paesi Arabi. Questi ultimi si sono dimostrati assolutamente conquistati dalle nostre Grenny Smith. E pensare che fino a poco tempo fa amavano solo mele dolci e farinose. Per fortuna hanno cambiato i loro gusti!»
Tra il 2018 e il 2020 la Società Agricola Vanzani ha costruito su di un terreno di oltre 11 ettari un impianto antinsetto monoblocco detto “a cubo” con un sistema di reti chiuse, che isolano il frutteto non solo coprendolo, ma circondandolo su tutto il suo perimetro: un modo per salvaguardare la produzione da grandine nel periodo estivo ma anche da insetti dannosi, come la cimice, la carpocapsa o l'eulia. In questo modo il meleto rimane una sorta di oasi, all'interno della quale non vengono applicati trattamenti di nessun tipo. «L'unica azione disinfestante che compiamo sulle nostre 3.300 piante coltivate - assicura Vanzani - è la bonifica a fine raccolta, in cui l'intera area viene sanificata senza bisogno di fitofarmaci ma con interventi di lavaggio e risciacquo con acqua».
Non solo mele, a Belfiore anche arte e architettura
Oltre ai meleti, nel territorio di Belfiore vale la pena di visitare anche uno splendido esempio di architettura romanica, un vero gioiello d'arte: il Santuario della Madonna della Strà, chiesa anticamente dedicata a San Michele Arcangelo, il cui culto iniziò a partire dal V° secolo nell'Italia meridionale per poi svilupparsi a tutto il Paese, facilitato dal progressivo espandersi della popolazione longobarda.
Santo prettamente militare, San Michele sviluppava particolarmente il suo influsso anche lungo le vie di comunicazione fluviale, com'è avvenuto sicuramente anche per Belfiore. La pieve è stata eretta nel 1143, com'è testimoniato da un'iscrizione romana che precisa che gli architetti Borgo e Malfatto qui tunc habitabant in Veronensi castro (cioè a sinistra dell'Adige) costruirono la Chiesa nel 1143, essendo sacerdote Ambrogio e Vescovo di Verona Teobaldo.
Denise Battistin
Consorzio Ortofrutticolo Belfiore
Via Linate, 4 - 37050 Belfiore (Vr)
Tel. 045.6149073
Società Agricola Vanzani
Via Argine Maronari, 45 - 37050 Belfiore (Vr)
Tel: 045 614 9057
Gastronomia Damoli
Località Villabella 21/a - 37047 San Bonifacio (Vr)
Tel: 045 6103607
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Alberto Lupini