Masterchef 14… a tavola: rafano, peperoncino e altri 5 (piccanti) sensi dello show
Questa ottava puntata ha saputo coniugare la tensione del gioco con la sua… passionalità. La prova a Villa Crespi ha segnato un punto di svolta nel percorso degli aspiranti chef

«Siamo ormai chiusi qua, chef, ci stanno certi bollori». Fisso lo schermo e lo schermo fissa me, rimango un attimo così, cerco di capire. Ma non credo di voler capire davvero. L'ottava puntata di MasterChef Italia 14, andata in onda su Sky e in streaming su Now, credo di riassumerla così: ho visto dove siamo arrivati a oltre metà dello show, ma guardandomi indietro alle scorse puntate, forse la cosa che più ho appreso è che sarei voluta rimanere là. Non so come finirà questa stagione, è un mix di concorrenti eterogenei che non sono emersi neppure del tutto e lasciano ancora adesso un gusto strano, confuso, incerto. Ma questa puntata ha portato gli aspiranti chef in un viaggio tra l'alta cucina e prove più insidiose del gusto stesso, giocando con tutti i cinque sensi. Anche quelli dello spettatore.
Masterchef 14, la prova in esterna: a Villa Crespi con chef Cannavacciuolo
I concorrenti erano scossi sin dall'inizio, si sono emozionati e agitati nel trovarsi in un tempio della ristorazione italiana. Divisi in due brigate, capitanate rispettivamente da Katia e Samuele, gli sfidanti hanno dovuto affrontare una prova a staffetta a Villa Crespi, con la difficoltà aggiuntiva del cambio obbligato ogni dieci minuti. Una strategia che ha messo alla prova non solo le loro abilità tecniche, ma anche la capacità di adattarsi velocemente alle scelte del compagno precedente. Inoltre a giudicarli erano cuochi e chef del team di Cannavacciuolo. Ci sta che la tensione fosse alta.
La brigata rossa, guidata con grinta da Katia, ha avuto la meglio per un soffio: otto voti contro sette. La squadra vincente ha così potuto gustare i piatti preparati dallo stesso Cannavacciuolo, mentre per la brigata blu, invece, si è aperta la porta del pressure test. Proprio qui, Samuele ha abbandonato la cucina dopo una prova dedicata ai peperoncini, al cioccolato e alla scala di Scoville. Ma non prima di aver assistito a uno dei momenti più “hot” dell'intero programma italiano. Il trofeo di questo primato va a Mary, che ha declinato il suo piatto confessando un certo tipo di piccantezza che si avverte oltre i fornelli. Sto ancora pensando, in effetti, a quel momento. Perché sono fermamente convinta che la figura del cuoco sia quella di un mago che usa la passione come ingrediente principale di ogni suo incantesimo. Ma in un reality che ha alla base la competitività e la cucina, mi chiedo: il piccante lo lasciamo sui piatti, sì?
Masterchef 14, il pressure test: i cinque sensi in gioco
Dopo una Red Mystery Box che ha “spaccato” con i meme sui social più che per gli spunti in cucina, i concorrenti a rischio hanno affrontato una prova tanto affascinante quanto spietata: individuare ingredienti tramite i cinque sensi. Un test che ha rivelato le lacune e le certezze di ogni partecipante: nessuno è riuscito a riconoscere un petto d'anatra, mentre Mary e Gianni hanno addirittura sbagliato il riso. L'handicap della selezione sensoriale si è poi riversato sulla preparazione del piatto: solo gli ingredienti individuati correttamente potevano essere utilizzati. Alessia ha commesso errori sulla cottura e Gianni non è riuscito a valorizzare al meglio le sue (poche) risorse. Alla fine, la sentenza è ricaduta su Alessia che ha dovuto lasciare la cucina di Masterchef. Con sempre meno concorrenti in gara, la tensione continua a salire. E anche il livello di piccantezza? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
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Alberto Lupini