Le mani della camorra sui fondi Ue «Ma chi denuncia è lasciato solo»

L'allarme è stato lanciato dal prefetto di Napoli, Marco Valentini, che dice: «Serve la collaborazione di tutti, ma il lavoro di prevenzione in atto funziona». Aperti in procura 58 fascicoli che riguardano i ristoranti

08 ottobre 2020 | 10:36
Chi ha il coraggio di denunciare viene troppo spesso lasciato solo e il momento è tale per cui il numero di coloro che rischiano di cadere nella rete delle organizzazioni criminali sta crescendo in maniera a dir poco preoccupante. Il fenomeno delle mafie e, in particolare delle agromafie, esiste ed è reale, al Sud Italia, come in altre Regioni del Paese e l’emergenza covid non ha fatto che consolidarlo.

Marco Valentini

Per denunciare la situazione, che coinvolge migliaia di ristoratori italiani e altrettanti imprenditori della filiera dell’agroalimentare, è intervenuto anche il prefetto di Napoli Marco Valentini, in un'intervista al quotidiano Il Mattino.

«Siamo di fronte al pericolo che si consolidi un welfare criminale gestito dalle organizzazioni camorristiche - ha detto». Il timore del prefetto è che i clan possano in qualche modo accedere ai (tanti) soldi che arriveranno a partire dal 2021 dal Recovery Fund, per cui sono stati destinati all’Italia oltre 200 miliardi di euro. Una torta troppo ghiotta perché la malavita non cerchi di metterci sopra le mani, considerata soprattutto la sua grande capacità di creare reti di relazioni e di rapporti a tutti i livelli, dall’imprenditoria alla politica.

«Stiamo lavorando per anticipare le mosse della camorra, utilizzando la capacità di analisi delle Forze di polizia - ha detto ancora il prefetto Valentini - e auspico che anche gli imprenditori facciano il loro lavoro, collaborando con noi». Arginare e, laddove possibile, prevenire le mosse della malavita: è questo l’obiettivo del prefetto di Napoli. La procura è già al lavoro da tempo: solo nella provincia partenopea sono aperti 58 fascicoli che riguardano il settore della ristorazione e che coinvolgono circa 500 persone. Insomma, a Napoli, nonostante le criticità di un sistema in cui i clan camorristici hanno spesso vita facile nel tessuto socio-economico, non siamo all’anno zero, anzi: «La Guardia di Finanza sta lavorando molto bene - ha assicurato Valentini - ma nell’azione di prevenzione è determinante anche il contributo della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Sono convinto che il metodo di analisi che stiamo sperimentando possa essere considerato un vero e proprio “modello Napoli”, che potrà rappresentare una buona pratica anche per altri territori».

Un’attività intensa, che sta già sortendo i suoi effetti, ma che però necessita della collaborazione di ognuno e soprattutto, ha ripetuto il prefetto, da parte di coloro che stanno vivendo «un momento di difficoltà economica e di sofferenza». A loro, ha aggiunto Valentini, «chiediamo partecipazione allo sforzo comune di garantire legalità e trasparenza, perché il primo e più grande ostacolo della vittima è il suo isolamento e abbiamo purtroppo numerosi riscontri che dimostrano come il commerciante o l’imprenditore che denuncia, venga poi lasciato solo dai colleghi».

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Alberto Lupini


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