Gli ingredienti, purtroppo, sembrano esserci tutti: anche quella 2022 sarà una Pasqua "magra" per il turismo. Questa volta però non c'è il Covid a far paura. La pandemia sta lentamente allentando la sua morsa ma è stata sostituita dalle preoccupazioni per la guerra in Ucraina e per il caro energia, che hanno portato nelle famiglie italiane incertezza e un aumento incontrollato del costo della vita.
Come spesso accade in queste occasioni, la prima reazione è quella di tirare il freno sulle spese, soprattutto quelle considerate "extra", come appunto cultura e turismo, che risultano essere tra i settori più colpiti da crisi e inflazione. E le prospettiva per la Pasqua confermano questo trend negativo...
Il turismo italiano è ancora in crisi
All'appello nel 2021 sono mancati al turismo italiano 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze. Non solo: rispetto al 2019, 22 milioni di italiani in meno sono partiti per l'estero. Un quadro che non fa altro che confermare una situazione di crisi in cui il settore è ancora immerso e da cui non vede l'uscita. Secondo i dati di Confcommercio, almeno il 60% degli italiani dichiara di aver già modificato le proprie abitudini di acquisto, riducendo le spese per ristorazione, vacanze e attività culturali.
Pasqua: incertezze e poche partenze
Sempre Confcommercio porta a galla un altro dato allarmante per il turismo nostrano. Sono circa 8 milioni gli italiani che dicono di voler partire per la Pasqua ma di questi soltanto 4 milioni hanno già organizzato il loro viaggio e hanno prenotato gli alberghi. Ancora una volta a regnare è infatti l'incertezza. Dopo il Covid, tocca a guerra e caro vita spaventare il turismo. Lo dimostra anche la percentuale di chi ha deciso di andare all'estero: soltanto il 6% quando nel 2019 era stato il 13%.
Viaggi brevi e un solo pernottamento
Anche chi parte manda comunque segnali poco incoraggianti. Le scelte di viaggio fanno capire quanto critica sia la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri, un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso. Il 20% dei vacanzieri dice che spenderà tra il 10 e il 25% in meno rispetto al periodo pre pandemico.
Aumentano anche le vacanze nelle seconde case o in casa di amici: la metà di chi parte le utilizzerà, nel 2019 lo aveva fatto il 40%.
E non sorride nemmeno l'estate...
Anche per l'estate il panorama non sembra dei migliori. L'80% delle persone che hanno risposto alle domande di Confcommercio dice che ridurrà i giorni di ferie o addirittura rinuncerà a partire.
Non c'è solo il turismo: ristoranti e cultura nel mirino
L'effetto dei rincari non colpisce come detto soltanto il turismo, ma tutto ciò che riguarda il tempo libero. Un sondaggio di Radar Swg rivela che il 68% degli italiani ha già modificato le proprie abitudini di spesa per il divertimento e il 12% sarà costretto a farlo a breve. Discorso simile anche per ristoranti e pizzerie (il 66% ha già iniziato a spendere meno, il 14% lo farà a breve).
Le richieste di Confcommercio
«Le famiglie italiane hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia - ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia. Occorre un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua».
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Alberto Lupini
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