M5S sul reddito di cittadinanza: «Non si arretra, ma va completato»

Il sottosegretario Laura Castelli ha parlato dopo il vertice del Movimento anche di Quota 100 e Recovery Plan confermando la linea originaria che punta a portare avanti le proprie idee, con qualche modifica

29 settembre 2020 | 10:10
Il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli ha preso parte al vertice di governo M5S dove si è parlato di fisco, reddito di cittadinanza, riforme, quota 100 e più in generale della linea politica da mantenere in questo momento di difficoltà per il Paese. Accelerazione e sguardo sempre in avanti sono i pilastri dettati da Castelli che, intervistata, dal Corriere della Sera, spiega: «Accelerare sulla riforma del Fisco, proseguendo nell’azione che abbiamo già intrapreso per la riduzione delle tasse. Dobbiamo semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e Stato, riducendo anche molti degli adempimenti che, grazie alla digitalizzazione, stanno diventando superflui».


Laura Castelli

Capitolo reddito di cittadinanza. Alla domanda sull’idea di Conte di rivedere lo strumento, Castelli risponde: «Tutte le grandi riforme hanno bisogno di un tagliando. Dal reddito non si torna indietro, ma è una riforma che va completata». E a proposito di riforme e tempistiche ecco che su Quota 100 la risposta è più morbida: «No c’è nessun colpo di spugna - abbiamo sempre parlato di una misura sperimentale, che favorisse anche un ricambio generazionale. C’è un termine di questa sperimentazione, e quello resta saldo».

Sul Mes. «Parleremo di Mes quando sarà il momento - ha detto il sottosegretario - la nostra posizione è nota. Adesso il governo è concentrato sul Recovery Plan, un’occasione unica di sviluppo e rilancio per il nostro Paese». E sullo scontro col Pd proprio sul Recovery Plan ha precisato: «Nessuna contrapposizione, stiamo disegnando assieme i prossimi 10 anni e i punti di unione sono di gran lunga superiori a quelli di divergenza. Dentro questo “piano industriale” ci saranno moltissimi dei temi per cui è nato il Movimento, e per i quali i cittadini ci hanno mandato al governo, come la riconversione green e la fiscalità di vantaggio per favorirla».

Infine la situazione del Movimento: «La leadership di Luigi Di Maio - ha detto - va al di là della carica, e se abbiamo vinto questo referendum è anche grazie al grande lavoro che ha fatto lui, spendendosi in prima persona. Al Movimento oggi serve un’organizzazione allargata, e radicata a livello territoriale. Penso che ogni tanto avremmo bisogno di fermarci un attimo per vedere quanta strada abbiamo fatto e quanti risultati abbiamo raggiunto. La legge anticorruzione, il superbonus al 110%, il decreto clima, il decreto dignità. Dovremmo metterle tutte in fila, per dire a noi stessi, e alle persone sul territorio, che possiamo certo migliorare, ma che stiamo mantenendo la parola che abbiamo dato ai cittadini».

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Alberto Lupini


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