Londra riapre pub e ristoranti. Il segreto? 53 milioni di vaccinati
Il primo ministro Boris Johnson annuncerà la possibilità di riaprire anche al chiuso i locali pubblici e di tornare ad abbracciarsi. La differenza con l'Italia sta tutta nella campagna vaccinale
10 maggio 2021 | 17:57
La pandemia è fatta di simboli. Le mascherine (in Italia lo stop con 30 milioni di vaccinati confermati?), il lockdown, le ambulanze, ma soprattutto la mancanza degli abbracci e l’impossibilità di trovarsi al bar o al ristorante per due chiacchiere in compagnia. Ma ora pare proprio che si sia entrati nell’ultimo miglio per un ritorno a qualcosa che somiglierà molto alla normalità e i simboli delle restrizioni stanno cadendo sempre di più. Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson infatti ha annunciato che dal 17 maggio si potrà tornare al pub e al ristorante anche nelle sale interne e che i sudditi della Regina potranno tornare ad abbracciarsi.
«Oltre due terzi di adulti residenti nel Regno Unito hanno avuto almeno una dose di vaccino anti Coronavirus - aggiungerà Johnson nel suo discorso - ora possiamo guardare con fiducia verso il futuro. Sempre con cautela, ma con la consapevolezza che queste saranno le ultime restrizioni cui saremo sottoposti. È grazie ai cittadini britannici, al loro straordinario impegno e alla sanità pubblica che stiamo sconfiggendo il virus e salvando vite».
In Italia invece solo il 12% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale, il 27,9% invece ha ricevuto solo la prima dose. Si parla di riaperture anticipate, ma senza un sistema solido alle spalle che consenta di riaprire in sicurezza il rischio è sempre alto. “Calcolato” l’ha definito Draghi presentando l’ultimo decreto, ma ci si aspetta che arrivi un’accelerata sulla campagna vaccinale. A fare ancora la differenza poi è proprio una road map presentata dal Governo britannico che dà l’impressione di puntare con fiducia alle riaperture dando ad ogni settore una data per il re-start. Cosa che, in Italia, manca e non viene considerata per la rabbia degli addetti ai lavori, come quelli del settore wedding.
Questa per noi sembra essere la settimana decisiva, ma Pierpaolo Sileri ha già detto - ad esempio - che solo al raggiungimento dei 30 milioni di vaccinati si potrà togliere la mascherina all’aperto. Ad ora siamo a 7,4 milioni e l’estate sta arrivando col rischio che distragga gli italiani dal concentrarsi sul prevenire i contagi. Quando ce la faremo ad abbracciarci? Intanto la road map italiana ipotizzata oggi è questa.
Una buona notizia per il turismo, soprattutto quello estivo, che sempre dal 15 maggio riprenderà a sfruttare gli stabilimenti balneari, secondo i protocolli già in vigore la scorsa estate. Stessa cosa per le piscine all'aperto.
Dopo le proteste, l’ultima è in programma per martedì 11 maggio in 1.200 gallerie commerciali, si potrà tornare a frequentare anche i centri commerciali nel weekend così come già avviene nel resto della settimana. Il tutto al netto di nuove valutazioni che potrebbero anche far slittare le riaperture dei fine settimana al 22 maggio.
Contestualmente, sempre tenendo sotto mano i dati, i bar potrebbero tornare ad accogliere i clienti al bancone al chiuso, mantenendo però un metro di distanza fra gli avventori. Una decisione che rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per tutti quegli esercizi che non possono disporre di spazi all’aperto per il servizio.
Nella stessa data riprendono anche le attività sportive al chiuso: dalle palestre alle piscine, passando per tutti quei locali dedicati a danza, yoga, pilates, ecc.
Sul tema, venerdì 5 maggio, a Catania, sono scesi in piazza gli operatori del wedding inscenando un vero e proprio matrimonio per ribadire che l'attività si può svolgere in sicurezza. A organizzare la protesta, a cui hanno partecipato una ventina di associaizoni di categoria, sono state l'Associazioni Eventi Siciliani "Gamelia" e la Fipe-Confcommercio. «Pretendiamo che ci venga comunicata nell’immediato la data in cui potremo finalmente ripartire, perché la pianificazione è l’anima stessa del nostro lavoro e la ristorazione, che rappresento, è solo uno dei tanti aspetti importanti racchiusi nella parola “eventi”. Oggi facciamo sentire da questa piazza la voce della Sicilia, dove tra l’altro la bella stagione è già arrivata e dove le nostre location, i nostri parchi e giardini, sono pronti per accogliere ospiti e clienti in totale sicurezza. Quella di oggi è l’ennesima protesta che porta i nostri operatori nelle piazze, così come è avvenuto nelle scorse settimane con il movimento Italian Wedding Industry. Adesso attendiamo risposte», ha affermato Seby Sorbello, chef patron di Zafferana Etnea, responsabile eventi dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani e consigliere dell’Associazione “Gamelia”.
«Abbiamo subito registrato l’adesione delle tante associazioni di categoria che ruotano attorno al settore – ha aggiunto Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia e anch’egli dell’Associazione “Gamelia” – e per questo abbiamo voluto essere il motore di una iniziativa che è stata sposata da tutti. Abbiamo voluto far parlare ogni rappresentante delle singole categorie, per far comprendere che dietro ogni comparto ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio e migliaia di famiglie che non riescono a vedere il futuro, nemmeno quello più imminente».
Il 15 giugno dovrebbe decadere la quarantena per i turisti internazionali provenienti da tutti quegli stati che presenteranno una basse incidenza della pandemia. Il parametro per operare questa apertura, però, sarà deciso solo il 3 giugno durante la riunione dei ministri della Salute del G7. L'orientamento è fissare la soglia di allentamento a quei Paesi che registrano il 65% della popolazione vaccinata. Per attestare il proprio status, il viaggiatore dovrebbe poter fare affidamento al green pass europeo. Altrimenti sarà in vigore quello nazionale (sempre che riesca a superare i vari ostacoli, come quello posto dalla privacy). In ultima istanza, varranno le regole fissate per gli spostamenti dei viaggiatori europei: vaccinazione completata, guarigione dal Covid o tampone effettuato entro le 48 ore dalla partenza.
E sempre per la gioia di catering e banqueting, riprendono anche le attività convegnistiche, congressuali e fieristiche che, sebbene in estate siano meno frequenti, gettano le basi per il picco che ci si attende da settembre in poi.
La road map inglese
L’annuncio ufficiale è atteso in serata: «I dati confermano quello che già sapevamo - dirà Johnson - non permetteremo che il Covid possa sconfiggerci. Siamo in linea con la roadmap, e la campagna vaccinale continua ad andare molto bene». La data del 21 giugno è quella fissata per tornare alla normalità, un mese abbondante prima dell’arrivo fissato dall’Italia che, stando al decreto firmato il 22 aprile, uscirà dall’emergenza il 31 luglio. Al di là di queste date che possono essere anche solo simboliche, Draghi e il suo Governo devono guardare come un modello il Regno Unito. Cosa fa la differenza in queste scelte? La campagna vaccinale.«Oltre due terzi di adulti residenti nel Regno Unito hanno avuto almeno una dose di vaccino anti Coronavirus - aggiungerà Johnson nel suo discorso - ora possiamo guardare con fiducia verso il futuro. Sempre con cautela, ma con la consapevolezza che queste saranno le ultime restrizioni cui saremo sottoposti. È grazie ai cittadini britannici, al loro straordinario impegno e alla sanità pubblica che stiamo sconfiggendo il virus e salvando vite».
In Italia invece solo il 12% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale, il 27,9% invece ha ricevuto solo la prima dose. Si parla di riaperture anticipate, ma senza un sistema solido alle spalle che consenta di riaprire in sicurezza il rischio è sempre alto. “Calcolato” l’ha definito Draghi presentando l’ultimo decreto, ma ci si aspetta che arrivi un’accelerata sulla campagna vaccinale. A fare ancora la differenza poi è proprio una road map presentata dal Governo britannico che dà l’impressione di puntare con fiducia alle riaperture dando ad ogni settore una data per il re-start. Cosa che, in Italia, manca e non viene considerata per la rabbia degli addetti ai lavori, come quelli del settore wedding.
Questa per noi sembra essere la settimana decisiva, ma Pierpaolo Sileri ha già detto - ad esempio - che solo al raggiungimento dei 30 milioni di vaccinati si potrà togliere la mascherina all’aperto. Ad ora siamo a 7,4 milioni e l’estate sta arrivando col rischio che distragga gli italiani dal concentrarsi sul prevenire i contagi. Quando ce la faremo ad abbracciarci? Intanto la road map italiana ipotizzata oggi è questa.
Il nuovo possibile calendario
Detto che tutto dipende dai dati e dalle decisioni della cabina di regia che dovrebbe incontrarsi lunedì 10 al più tardi mercoledì 12 per un primo aggiornamento della strada da intraprendere, possiamo provare a tratteggiare un calendario delle aperture (ancora teorico) che tenga conto delle date fissate lo scorso 26 aprile e delle eventuali modifiche proposte finora.-
14 maggio: il monitoraggio chiave
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15 maggio: stop quarantena per chi arriva da Paesi Ue, Gran Bretagna e Israele e ripartono piscine all’aperto e stabilimenti balneari
Una buona notizia per il turismo, soprattutto quello estivo, che sempre dal 15 maggio riprenderà a sfruttare gli stabilimenti balneari, secondo i protocolli già in vigore la scorsa estate. Stessa cosa per le piscine all'aperto.
Dopo le proteste, l’ultima è in programma per martedì 11 maggio in 1.200 gallerie commerciali, si potrà tornare a frequentare anche i centri commerciali nel weekend così come già avviene nel resto della settimana. Il tutto al netto di nuove valutazioni che potrebbero anche far slittare le riaperture dei fine settimana al 22 maggio.
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17 maggio: cambia il coprifuoco
Contestualmente, sempre tenendo sotto mano i dati, i bar potrebbero tornare ad accogliere i clienti al bancone al chiuso, mantenendo però un metro di distanza fra gli avventori. Una decisione che rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per tutti quegli esercizi che non possono disporre di spazi all’aperto per il servizio.
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24 maggio: per Sileri «possibile riapertura di tutte le attività»
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1 giugno: riapertura ufficiale di ristoranti e bar al chiuso (secondo il decreto del 26 aprile)
Nella stessa data riprendono anche le attività sportive al chiuso: dalle palestre alle piscine, passando per tutti quei locali dedicati a danza, yoga, pilates, ecc.
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15 giugno: si possono organizzare le feste di matrimonio
Sul tema, venerdì 5 maggio, a Catania, sono scesi in piazza gli operatori del wedding inscenando un vero e proprio matrimonio per ribadire che l'attività si può svolgere in sicurezza. A organizzare la protesta, a cui hanno partecipato una ventina di associaizoni di categoria, sono state l'Associazioni Eventi Siciliani "Gamelia" e la Fipe-Confcommercio. «Pretendiamo che ci venga comunicata nell’immediato la data in cui potremo finalmente ripartire, perché la pianificazione è l’anima stessa del nostro lavoro e la ristorazione, che rappresento, è solo uno dei tanti aspetti importanti racchiusi nella parola “eventi”. Oggi facciamo sentire da questa piazza la voce della Sicilia, dove tra l’altro la bella stagione è già arrivata e dove le nostre location, i nostri parchi e giardini, sono pronti per accogliere ospiti e clienti in totale sicurezza. Quella di oggi è l’ennesima protesta che porta i nostri operatori nelle piazze, così come è avvenuto nelle scorse settimane con il movimento Italian Wedding Industry. Adesso attendiamo risposte», ha affermato Seby Sorbello, chef patron di Zafferana Etnea, responsabile eventi dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani e consigliere dell’Associazione “Gamelia”.
«Abbiamo subito registrato l’adesione delle tante associazioni di categoria che ruotano attorno al settore – ha aggiunto Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia e anch’egli dell’Associazione “Gamelia” – e per questo abbiamo voluto essere il motore di una iniziativa che è stata sposata da tutti. Abbiamo voluto far parlare ogni rappresentante delle singole categorie, per far comprendere che dietro ogni comparto ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio e migliaia di famiglie che non riescono a vedere il futuro, nemmeno quello più imminente».
Il 15 giugno dovrebbe decadere la quarantena per i turisti internazionali provenienti da tutti quegli stati che presenteranno una basse incidenza della pandemia. Il parametro per operare questa apertura, però, sarà deciso solo il 3 giugno durante la riunione dei ministri della Salute del G7. L'orientamento è fissare la soglia di allentamento a quei Paesi che registrano il 65% della popolazione vaccinata. Per attestare il proprio status, il viaggiatore dovrebbe poter fare affidamento al green pass europeo. Altrimenti sarà in vigore quello nazionale (sempre che riesca a superare i vari ostacoli, come quello posto dalla privacy). In ultima istanza, varranno le regole fissate per gli spostamenti dei viaggiatori europei: vaccinazione completata, guarigione dal Covid o tampone effettuato entro le 48 ore dalla partenza.
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1 luglio: alle terme liberamente; riprendono fiere, congressi e convegni
E sempre per la gioia di catering e banqueting, riprendono anche le attività convegnistiche, congressuali e fieristiche che, sebbene in estate siano meno frequenti, gettano le basi per il picco che ci si attende da settembre in poi.
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Alberto Lupini
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