Incendio a Heathrow: attesi disagi per almeno una settimana in Europa

Un incendio a una sottostazione elettrica ha paralizzato l'aeroporto di Londra: 1.334 voli cancellati, 260mila passeggeri a terra e scali europei intasati. I disagi dovrebbero durare almeno fino al prossimo weekend

21 marzo 2025 | 13:12

Aeroporto chiuso, 1.334 voli cancellati, almeno 260mila passeggeri rimasti a terra: venerdì 21 marzo il traffico aereo europeo è stato messo in ginocchio dalla chiusura improvvisa di Heathrow, il principale scalo britannico e uno dei più trafficati al mondo. Un incendio in una sottostazione elettrica ha infatti paralizzato completamente l'attività dello scalo per l'intera giornata, con conseguenze che, secondo gli esperti, si faranno sentire almeno per una settimana. Tra i voli cancellati, 54 erano da e per l'Italia, tutti operati da British Airways.

L'incendio è scoppiato nella notte, nei pressi dell'infrastruttura che fornisce energia elettrica all'intero aeroporto. Di fatto, dalle 1:43 locali (le 2:43 in Italia), nessun aereo ha potuto decollare o atterrare a Heathrow, e la situazione non è destinata a tornare alla normalità prima delle 23.59 di venerdì. La società Cirium, specializzata nell'analisi del traffico aereo, ha stimato in 1.334 i voli programmati per la giornata, con una capacità complessiva di 291mila posti. Considerando un tasso di riempimento medio, almeno 256mila persone hanno subito una cancellazione. Altri, partiti da oltre oceano, sono stati dirottati su altri aeroporti: all'alba, 36 aerei sono stati costretti a tornare indietro o a deviare la rotta.

Heathrow chiuso: trovare uno scalo alternativo ai voli non è semplice

È il caso del volo American Airlines AA20, partito da Dallas e diretto a Heathrow, che ha dovuto atterrare a Bangor, nel Maine, quasi al confine con il Canada. Ma le difficoltà non riguardano solo gli arrivi. Con Gatwick - il secondo aeroporto londinese - già al limite della capacità, e con limitazioni strutturali per i grandi aerei a doppio corridoio (come Airbus A330, A350, A380 o Boeing 777 e 787), trovare uno scalo alternativo non è semplice. Il Notam - il bollettino aeronautico diffuso ai piloti e alle compagnie - lo spiega senza mezzi termini: «La possibilità di dirottare gli aerei negli altri aeroporti del Regno Unito è nulla. Gli operatori dovrebbero pianificare deviazioni al di fuori del Paese. Si tenga presente che alcuni aeroporti europei segnalano una capacità di deviazione limitata, soprattutto per gli aeromobili a fusoliera larga. I voli di linea verso altri aeroporti non sono interessati, tuttavia si consiglia di pianificare un dirottamento al di fuori del Regno Unito».

Le alternative? Eurocontrol ha indicato cinque scali europei con ancora un minimo di margine operativo: Bruxelles, Colonia/Bonn, Düsseldorf, Amsterdam e Parigi-Charles de Gaulle. Ma anche in questi casi, le complicazioni non mancano. Sempre il Notam aggiunge: «Restrizione Ue sugli arrivi dei voli per Londra dirottati». Una specifica che sta creando grattacapi alle compagnie, perché significa che serve più spazio nelle aree extra Schengen dei terminal, dove avvengono i controlli doganali, e di conseguenza anche più personale per la gestione delle frontiere. Il tutto mentre i terminal sono già messi a dura prova da centinaia di voli extra.

Incendio a Heathrow: British Airways e Virgin Atlantic in ginocchio

Un caos che ha messo in ginocchio soprattutto British Airways - che da sola rappresentava il 46,7% dell'offerta di posti del 21 marzo - e Virgin Atlantic, al 6,2%. In totale sono 76 le compagnie coinvolte, molte delle quali con rotte a lungo raggio. Per questo motivo, spiegano gli addetti ai lavori, sarà particolarmente difficile riorganizzare i voli nei giorni successivi, anche a scalo riaperto: la complessità logistica legata al riposizionamento degli aerei, alla ricalibrazione degli equipaggi e alla riprotezione dei passeggeri potrebbe generare disagi fino al fine settimana successivo.

Oltre ai numeri e alle conseguenze immediate, c'è da considerare il contesto. Venerdì è storicamente la giornata più intensa per il traffico aereo, tra chi parte per il weekend, chi arriva per lavoro, chi vola per rivedere familiari e amici. A questo si aggiunge il fatto che l'incendio è avvenuto proprio nelle ore della “prima ondata” di traffico, quella dell'alba, in cui si concentrano centinaia di voli intercontinentali. Una tempesta perfetta, che ha messo in ginocchio l'aeroporto europeo più trafficato per voli internazionali. Insomma, un venerdì nero per l'aviazione europea, e l'inizio di una lunga settimana di caos per chi aveva in programma un volo da o per Londra (e non solo, a quanto pare).

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Alberto Lupini


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