Locali, verso restrizioni regionali In Campania scattano le chiusure

L'ipotesi è che il prossimo decreto del Governo possa dare autonomia alle Regioni di decidere quali restrizioni applicare. Intanto il Governatore De Luca dispone già il coprifuoco

05 ottobre 2020 | 16:18
di Federico Biffignandi
Il Governo sta decidendo quali e quante strette dare al nuovo decreto che entrerà in vigore il 17 ottobre, qualche indiscrezione già filtra e alcune Regioni già sta decidendo da sé. Sembra che la linea che il Governo perseguirà sarà quella di dare alle Regioni la possibilità di scegliere quali provvedimenti prendere a seconda della situazione dei contagi. La notizia del giorno, a proposito di questa “autonomia”, arriva dalla Campania dove il governatore Vincenzo De Luca - da sempre uno dei più “prudenti” - ha scelto di chiudere bar e ristoranti alle 23 da domenica a giovedì, e a mezzanotte il venerdì e il sabato. Le misure hanno validità fino al 20 ottobre.


Restrizioni regione per regione?

Nell’ordinanza si legge che “è fatto obbligo ai bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari di chiusura dell'attività dalle ore 23 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni da domenica a giovedì” e “dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni di venerdì e sabato”, con l'eccezione degli “esercizi presenti all'interno di strutture di vendita all’ingrosso che osservano orari notturni di esercizio”.

Ai ristoranti, pizzerie ed altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e similari) “è fatto obbligo di prevedere l’ultimo ingresso dei clienti nonché degli avventori per asporto alle ore 23 per l'intera settimana”. Le consegne a domicilio sono consentite senza limiti di orario. È inoltre confermato e prorogato fino al 20 ottobre in Campania l'obbligo di indossare la mascherina anche nei luoghi all'aperto e durante l'intero arco della giornata “a prescindere dalla distanza interpersonale”, fatte salve le previsioni di specifici protocolli di settore come per le attività di ristorazione, bar e sport all'aperto.

Confermate anche tutte le disposizioni relative alle misure di sicurezza obbligatorie prescritte per i titolari e gli utenti di esercizi commerciali, culturali, ricreativi, o comunque aperti al pubblico, compreso l'obbligo di porre a disposizione, all'ingresso e all'interno dei locali, soluzioni idroalcoliche igienizzanti e di subordinare l'ingresso da parte degli utenti all'avvenuta igienizzazione delle mani e alla protezione delle vie respiratorie attraverso l'uso della mascherina.

Incrementare i controlli, vigilare sul rispetto dei protocolli adottati a maggio e sanzionare chi non applica le misure di sicurezza, a cominciare dal distanziamento tra i tavoli. Sono queste le indicazioni con cui Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, risponde alle indiscrezioni che circolano in queste ore su una possibile stretta degli orari di apertura di bar e ristoranti.


Lino Stoppani

Intanto sul tema si è esposto anche il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, Lino Stoppani: «Imporre la chiusura dei locali alle 23 - sottolinea - sarebbe un atto di puro autolesionismo per il Paese e un’inutile punizione per il settore. Se l’obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni, l’unico effetto che si ottiene così facendo è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo. Abbiamo lavorato per mesi a un protocollo in grado di garantire sicurezza e lavoro e ora si vorrebbero annullare questi sforzi a danno di un settore già duramente colpito dal lockdown e dal perdurare della crisi. Mi auguro che si tratti di una indiscrezione senza fondamento e che, al contrario, ci si prepari ad incrementare i controlli su tutti coloro, imprese e cittadini, che non rispettano le regole. Questo sì che sarebbe un bel segnale di serietà e di rispetto per chi svolge correttamente il proprio lavoro mettendo al primo posto la sicurezza».

«In questa fase di allerta - conclude Stoppani - dobbiamo avere il coraggio di riportare il consumo all’interno dei locali nel pieno rispetto delle misure di sicurezza a partire dal distanziamento di un metro, dall’uso di gel igienizzanti e delle mascherine quando ci si sposta, dalla rilevazione del nome di almeno un cliente per tavolo per assicurare la tracciabilità. Su questo punto dobbiamo anche andare oltre, consentendo ai clienti di scaricare l’app Immuni direttamente all’interno di bar e ristoranti. Gli abusi si contrastano individuando e sanzionando chi non rispetta le regole non chiudendo tutte le attività».

Anche il ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova ha detto la sua nel corso dell'inaugurazione della Milano Wine Week: «Stiamo lavorando per mettere in pratica tutte quelle misure che aiutano a non aggravare la situazione. Attenuare ciò che sta avvenendo nel Paese, rispetto ai contagi, è interesse di tutti. Insieme a questo non adotteremo misure che non siano assolutamente necessarie. Nel primo pomeriggio contiamo di individuare una soluzione condivisa tra il governo e la filiera del settore della ristorazione coinvolta nel dpcm».

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