Locali storici, nasce l'associazione per la loro tutela e la promozione
L'associazione "Gli Storici" è stata fondata a Roma, in collaborazione con Fipe, tra 9 locali, ma punta a raccoglierne almeno 200 fra quelli che hanno più di 70 anni di attività e testimonianze d'epoca
30 giugno 2021 | 16:56
di Mariella Morosi
L'associazione: locali con attività non inferiore ai 70 anni
Per iniziativa di alcuni di essi aderenti alla Fipe - Confcommercio è stata appena costituita l'associazione "Gli Storici" con l'obiettivo di tutelare e valorizzare - e anche sostenere economicamente - tanti negozi. Si tratta di un vero e proprio sindacato nazionale composto da un primo gruppo di 9 imprese, ma con in progetto l'ampliamento della base associativa su base nazionale. Questi i 9 soci fondatori tutti - per statuto - con attività non inferiore ai 70 anni anche se alcuni vantano una storia che oltrepassa i due secoli.Sono il Caffè Gilli, la Pasticceria & Liquoreria Marescotti, Il Caffè Baratti & Milano, Il Ristorante Savini, il Palazzo del Freddo - Gelateria Fassi, il Ristorante Umberto, il Caffè Paszkowski, il Ristorante Angelino ai Fori, l'Harry’s Bar e il Caffè dei Costanti.
Alla presentazione...
La presentazione del nuovo organismo è avvenuta a Roma con l'intervento del direttore del Centro Studi Fipe - Comfcommercio Luciano Sbraga che ha presentato i risultati di una ricerca a tema sull'evoluzione degli esercizi dei centri storici di varie città italiane. In collegamento web sono intervenuti il presidente Lino Enrico Stoppani e il vice ministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin. Presidente dell'associazione è stato designato Alessandro Cavo, titolare della Pasticceria e Liquoreria Marescotti (1780) di Genova e in qualità di vicepresidente Andrea Fassi della storica gelateria artigianale romana.Alessandro Cavo: un sindacato per promuovere e sostenere
«Questo - ha promesso Alessandro Cavo al suo esordio - sarà un sindacato attivo nel promuovere politiche di valorizzazione e sostegno a questo tipo di attività. I locali storici, infatti, rappresentano un patrimonio collettivo, ma non sono mai stati trattati come tali dagli ultimi governi. Senza politiche mirate e tutele speciali, nel giro di pochi anni i centri storici saranno destinati a lasciare spazio solamente ai brand internazionali a scapito dei locali storici. Se non invertiamo questo trend, non solo perderemo professionalità, posti di lavoro e Pil, ma perderemo un pezzetto della nostra memoria collettiva».Marco Valenza: i diversi costi delle attività storiche
Marco Valenza, proprietario dei caffè Paszkowsky (1903) e Gilli (1733) di Firenze ha denunciato lo sforzo di mantenere vive attività storiche senza adeguati aiuti da parte delle istituzioni. «A differenza di ogni altro bar o ristorante - ha detto - noi abbiamo costi di manutenzione, ordinaria e straordinaria 10 volte superiori. Basti pensare che per imbiancare una parete, dobbiamo chiedere il nulla osta alla Soprintendenza, ed effettuare stratigrafie a nostre spese prima di poter procedere con i lavori. A questo si aggiunge la concorrenza delle grandi aziende che non siamo in grado di contrastare e con la loro presenza massiccia nei centri storici, fanno lievitare i costi degli affitti che, per noi, diventano insostenibili».Si tratta di problemi - emersi anche negli altri interventi - che possono essere risolti solo se affrontati in maniera coordinata, attraverso un’azione sindacale nei confronti del governo. È stata formulata anche l'ipotesi di creare un fondo rotativo che consenta agli imprenditori di acquistare gli immobili, evitando di rimanere ostaggio di dinamiche di mercato che vedono lievitare i canoni di locazione e la possibilità di introdurre un credito di imposta per ammortizzare gli oneri degli interventi ordinari e straordinari di manutenzione. Proposta anche la pianificazione di una campagna di promozione dei pubblici esercizi storici all’estero, con conseguente tutela dei marchi.
Lino Enrico Stoppani: sostegno per locali che alimentano il turismo
Per Lino Enrico Stoppani questi locali necessitano politiche di sostegno perché alimentano il turismo e proprio in questi tempi di ripartenza - solo nel 2020 hanno chiuso i battenti 22mila imprese italiane - meritano di essere riconosciute nel loro valore. «Sono attive e vitali anche se con grande sforzo - ha detto - si sono fatte promotrici di varie iniziative con visibilità su bellissimi siti internet. È una sfida di valenza culturale ma anche economica, in un momento in cui c'è bisogno di storia, e di storia positiva».La crescita di tanti, troppi locali del genere street food e la relativa concorrenza aggrava la situazione che solo con il riconoscimento di uno status può essere alleggerita, anche nel caso di difficoltà burocratiche o di rapporti con le Sovrintendenze in caso di restauri.
Andrea Fassi: il bello (e il difficile) nel mantenere vivo un "prodotto" di qualità artigianale
L'intervento di Andrea Fassi, giovane imprenditore alla quinta generazione e vice presidente, ha concluso il dibattito. «L'idea quando ho preso le redini dell'azienda - ha detto - era di metterci del mio, di uscire dai canoni, dalle linee guide ereditate. Ho voluto però mantenere il livello del prodotto artigiano di qualità fresco tutti i giorni, di lusso ma a buon mercato e con laboratorio a vista. Ma intorno a questo ho costruito attività nuove, come una sala di scrittura creativa dedicata alla mia trisavola, e tanti corsi di formazione e di broadcast. Abbiamo conquistato anche una nuova clientela recuperando prodotti che appartenevano al passato. Non c'è il nuovo senza la memoria e il rispetto di chi ha lavorato prima di noi. Ora siamo in ripresa dopo la lunga paretesi del Covid. Abbiamo perso molto ma nessuno è stato licenziato ed ho anticipato io la cassa integrazione».© Riproduzione riservata
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Alberto Lupini