Il Ristori Quater sarà finanziato con i miliardi che la pubblica amministrazione deve alle imprese
L'ultima trovata del Governo è quella di finanziare il Ristori Quater con fondi che spetterebbero alle imprese le quali hanno dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione
02 dicembre 2020 | 11:22
Sembra il gioco delle tre carte e invece è quello che il Governo sta facendo per finanziare il “Ristori Quter”. Il minimo comune denominatore trail giochetto e la scelta di Palazzo Chigi è che a vincere è sempre il banco. Perché? Perché l’ultima trovata prevede che i nuovi ristori vengano erogati prelevando i soldi dal fondo dei pagamenti dei debiti di Regioni e Comuni. Cosa significa? Che per pagare le aziende colpite dalla crisi-Covid, lo Stato preleva i soldi che la pubblica amministrazione dovrebbe dare alle aziende private con le quali è in debito.
Il tutto alla luce della richiesta del Governo formulata al Parlamento di approvare uno scostamento di bilancio per ulteriori 8 miliardi di euro, così da poter ristorare quegli imprenditori che annaspano da marzo a oggi.
Il Ristori Quater pesca dal fondo previsto per assolvere ai debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese
Scavando un po’ si scopre che dei 12 miliardi previsti dal decreto Rilancio i Comuni, le Regioni, le Asl e la pubblica amministrazione in genere sono riuscita a spendere (cioè a pagare le aziende) solo due miliardi circa. E ora che si fa? Si pesca dai miliardi dormienti nel fondo del Tesoro per proclamare e acclamare il Ristori Quater. Chi potrebbe accedere a questi ristori? Le aziende che riescono a dimostrare un calo del fatturato del 33% rispetto allo stesso periodo 2019 e che non abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.
Fumo negli occhi anche sulle scadenze fiscali
Tutta una catena di fumo negli occhi pare se si considera anche il “magheggio” della proroga sulle scadenze fiscali. Nella notte di lunedì è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il rinvio generalizzato delle scadenze dal 30 novembre al 10 dicembre per tutti e al 30 aprile 2021 per le attività chiuse nelle zone rosse, per i ristoranti in zone arancioni e rosse e per le aziende con fatturato 2019 entro i 50 milioni di euro che nel primo semestre abbiano registrato un calo dei ricavi di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Peccato che il decreto Ristori è stato approvato proprio poche ore prima delle scadenze ufficiali a cui molte aziende avevano, faticosamente, adempiuto. Rimborso per chi ha già versato? Figuriamoci. Piccola consolazione: le imprese con sede nelle Regioni passate domenica da rosse ad arancioni hanno il diritto al rinvio automatico visto che il decreto congela la situazione al 26 novembre.
Il tutto alla luce della richiesta del Governo formulata al Parlamento di approvare uno scostamento di bilancio per ulteriori 8 miliardi di euro, così da poter ristorare quegli imprenditori che annaspano da marzo a oggi.
I giochetti dello Stato per dare soldi alle imprese
Il Ristori Quater pesca dal fondo previsto per assolvere ai debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese
Scavando un po’ si scopre che dei 12 miliardi previsti dal decreto Rilancio i Comuni, le Regioni, le Asl e la pubblica amministrazione in genere sono riuscita a spendere (cioè a pagare le aziende) solo due miliardi circa. E ora che si fa? Si pesca dai miliardi dormienti nel fondo del Tesoro per proclamare e acclamare il Ristori Quater. Chi potrebbe accedere a questi ristori? Le aziende che riescono a dimostrare un calo del fatturato del 33% rispetto allo stesso periodo 2019 e che non abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.
Fumo negli occhi anche sulle scadenze fiscali
Tutta una catena di fumo negli occhi pare se si considera anche il “magheggio” della proroga sulle scadenze fiscali. Nella notte di lunedì è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il rinvio generalizzato delle scadenze dal 30 novembre al 10 dicembre per tutti e al 30 aprile 2021 per le attività chiuse nelle zone rosse, per i ristoranti in zone arancioni e rosse e per le aziende con fatturato 2019 entro i 50 milioni di euro che nel primo semestre abbiano registrato un calo dei ricavi di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Peccato che il decreto Ristori è stato approvato proprio poche ore prima delle scadenze ufficiali a cui molte aziende avevano, faticosamente, adempiuto. Rimborso per chi ha già versato? Figuriamoci. Piccola consolazione: le imprese con sede nelle Regioni passate domenica da rosse ad arancioni hanno il diritto al rinvio automatico visto che il decreto congela la situazione al 26 novembre.
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