Lecce, Monza e Cremonese fanno felice il turismo: la Serie A è un business che vale milioni

Le tre società si sono guadagnate un posto nella massima serie del campionato italiano di calcio. Un balzo in avanti importante per tre realtà “provinciali” dal punto di vista sportivo, ma anche della promozione turistica. Giocare in Serie A mette sotto i riflettori la città, a cui porta denaro e visibilità

13 giugno 2022 | 05:00
di Gianluca Pirovano

La stagione calcistica della Serie B italiana si è da poco conclusa e ha dato i suoi verdetti: in Serie A, massimo livello del calcio nostrano, sono state promosse Lecce, Cremonese e Monza. Un risultato importante dal punto di vista sportivo per tre realtà "provinciali" del nostro calci. Basti pensare che la Cremonese mancava dalla Serie A dalla stagione 1995/1996 e il Monza non aveva mai calcato il prestigioso palcoscenico. 

Insomma, un notevole balzo in avanti che contribuirà a dare ulteriore prestigio a tre piazze sicuramente, come detto, "provinciali", ma allo stesso tempo storiche nel panorama del pallone italiano. La stagione 2022/2022 sarà quindi per loro un'occasione per mettersi in mostra dal punto di vista sportivo e non solo. Il palcoscenico della Serie A rappresenta infatti un importante volano per l'economia turistica delle città coinvolte.

 

Turismo e calcio: quanto vale un posto in Serie A

Per comprendere il fenomeno servono, come sempre, i numeri. Complice la pandemia, per avere un quadro della situazione completo e credibile serve tornare indietro a qualche anno fa. Prima però c'è una cifra da tenere in considerazione: a causa del Covid l'Italia ha perso in due anni 10,6 miliardi di euro di turismo sportivo. Il bacino è ampio e comprende diversi aspetti di chi si muove per lo sport, tra questi anche chi lo fa per seguire le partite. La cifra è quindi indicativa della portata del fenomeno di cui stiamo parlando. 

Per capirlo ancora meglio, aggiungiamo un altro numero: 25 milioni di euro. Questo è l'indotto che ha portato alla città di Milano la finale di Champions League giocata nel 2016 a San Siro tra Real e Atletico Madrid. Una cifra che è la somma dei pernottamenti, dello shopping, 

Venendo alla sola Serie A, prima della pandemia gli introiti generati dalle partite del massimo campionato in Italia si aggiravano intorno ai 260 milioni di euro. Una cifra che poneva la Serie A al quarto posto a livello europeo, con la Premier League, il campionato inglese, in grado di incassare quasi il doppio, seguito a distanza dalla Bundesliga, il campionato tedesco, con circa 300 milioni e dalla Liga, il campionato spagnolo, dieci milioni più indietro. 

 

Dominano i grandi club 

A fare la parte del leone, per forza di cose sono i grandi club. Milan, Inter, Juventus, Roma e Lazio catalizzano gran parte dell'attenzione e degli introiti, ma non è da sottovalutare l'effetto sui squadre con meno pubblico e alle spalle una città più piccola. Per interderci, guardando al campionato di Serie A 2015/2016, il Carpi, espressione di una cittadina di 70mila abitanti, portò al turismo 4,5 milioni. Stessa cifra che entrò nelle casse di Empoli, che di abitanti non ne fa nemmeno 50mila. 

Non solo soldi 

Detto del denaro, c'è un altro aspetto importante di cui tenere conto: la visibilità. Lecce, Monza e Cremona sono tre città che possono già contare su una solida tradizione turistica e su un importante rete di promozione delle proprie bellezze e tipicità. La Serie A per tutte e tre rappresenterà però un'ulteriore vetrina per potersi raccontare e per valorizzare la loro offerta turistica

«La serie A rappresenta un risvolto economico importante per il nostro territorio - dice, per esempio, Alfredo Prete, imprenditore nel settore del turismo, alla Gazzetta del Mezzogiorno - grazie all’attenzione mediatica che c’è sul mondo del pallone, avremo un ottimo ritorno di popolarità e immagine, tantissimi tifosi delle altre squadre verranno nella nostra città portando benefici sotto tutti i punti di vista. Insomma, la serie A è un patrimonio da tutelare». 

Una linea condivisa anche da Luigi Anfosso, titolare di «Apulia promotion», che gestisce masserie, realis, resort, dimore storiche, sempre dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno. «Quando si muove una squadra importante si muovono intorno tanti percorsi di tifosi, di accompagnatori che soggiornano nelle strutture ricettive, frequentano ristoranti, negozi, altre attività. Il Salento ha proprio bisogno di uno slancio così importante». 

Monza lo sa bene 

Come dicevamo, per Monza e per il Monza sarà la prima volta al gran ballo della Serie A. Di certo però non si può dire che la città non sia abituata ai benefici del turismo sportivo. Monza è infatti la sede di uno dei circuiti automobilistici più famosi al mondo e ogni anno, soltanto in occasione del Gran Premio di Formula 1, si stima un indotto di 120 milioni di euro. Ora, oltre alle automobili, arriverà anche il pallone. 

«L'indotto principale con la Serie A sarà per il commercio e quindi per gli alberghi, i ristoranti e i bar che accoglieranno i tifosi. E questo darà nuovo stimolo a un turismo che a Monza come in Brianza si sta già riprendendo dopo i due anni di emergenza sanitaria - ha confermato a Il Giorno Enrico Brambilla, segretario generale di Apa Confartigianato - La stima di una crescita del fatturato per le nostre imprese viaggia su dimensioni importanti». 

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Alberto Lupini


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