Lavoratore senza green pass? Niente stipendio, ma non sarà sospeso. Le scelte del Governo

Modifica nel decreto per l'obbligo di certificazione verde sui luoghi di lavoro: chi ne è sprovvisto verrà segnato "solo" come assente ingiustificato e non riceverà lo stipendio. Rischio contraccolpi organizzativi

22 settembre 2021 | 10:52

L'obbligo del green pass per accedere ai luoghi di lavoro (pubblici e privati) scatterà il 15 ottobre, ma il testo del decreto ha subito una "piccola" ma sostanziale modifica nel suo percorso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: il lavoratore che non sarà in possesso della certificazione non potrà accedere al luogo di lavoro rimarrà senza stipendio, sarà segnato come assente ingiustificato fino alla presentazione del pass, manterrà il posto di lavoro, ma non sarà sospeso. Proprio quest'ultimo è l'aspetto che è stato cambiato in zona Cesarini dopo che in sede di discussione aveva creato non poche tensioni.

 

Lavoratore tutelato, per i datori di lavoro problemi organizzativi

Cosa significa in soldoni? Che la "fedina penale" del lavoratore rimarrà sostanzialmente pulita in quanto l'assenza ingiustificata non ha il peso di una sospensione. Le conseguenze negative saranno però, si presume, di tipo organizzativo soprattutto nelle imprese con meno di 15 dipendenti e nel mondo della ristorazione sono tante. Questo perchè la legge prevede che il datore di lavoro possa sostituire il lavoratore senza green pass solo al suo quinto giorno di assenza ingiustificata e per un periodo non superiore ai dieci giorni. In concreto: l'azienda rimarrebbe scoperta per cinque giorni e per i restanti dieci deve augurarsi di trovare qualcuno disposto a lavorare per un brevissimo periodo di tempo, impresa non certo semplice. Anche perchè è probabile che il lavoratore senza green pass sia quello che non intende vaccinarsi e che dunque non si munirà di certificazione fino al 31 dicembre, giorno in cui scade l'emergenza in Italia e con essa l'obbligo del green pass per lavorare.

Indiscrezioni tuttavia dicono che si sta lavorando su alcune limature: tra queste proprio la possibilità, per le imprese con meno di 15 dipendenti, di sostituire i lavoratori senza green pass per un totale di 20 giorni in due tranche da 10, fino al 31 dicembre.

 

Come ottenere il green pass

Il green pass, va ricordato lo si ottiene quindici giorni dopo la prima dose di vaccino, con un tampone molecolare (valido 72 ore) oppure con uno antigenico o salivare (valido 48 ore); terza alternativa: un certificato di guarigione che varrà 6 mesi se non ci si è sottoposti al vaccino, 1 anno se ci si è poi sottoposti al siero.

 

Prezzi calmierati per i tamponi

Tema tamponi. Le farmacie sono tenute ad applicare il prezzo calmierato dei tamponi antigenici sul Covid ma il prezzo calmierato è "assicurato anche da tutte le strutture sanitarie convenzionate, autorizzate o accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale e autorizzate dalle regioni alla somministrazione" dei tamponi rapidi e aderenti al protocollo d'intesa. E' una novità del testo finale del nuovo dl sul Green pass. Vengono stanziati 105 milioni per i tamponi gratis agli esenti dal vaccino e vengono confermate le sanzioni per le farmacie che non si adeguano: multe da 1000 a 10mila euro e la chiusura dell'attività per massimo cinque giorni.

 

 

Stadi, teatri e cinema verso il 75-80% di affluenza

Intanto la capienza di stadi, palazzetti, teatri e cinema potrebbe aumentare al 75-80% fra fine settembre e inizio ottobre. Una svolta attesa con ansia da mesi è diventata uno scenario concreto con il varo giovedì scorso da parte del Governo dell'obbligo di Green pass per circa 23 milioni di lavoratori dal 15 ottobre. Come se quell decreto fosse una sorta di spartiacque, negli ultimi cinque giorni molti politici di primo piano hanno rilanciato gli appelli con cui dirigenti sportivi, attori, cantanti, produttori e registi da settimane tentavano di mettere all'ordine del giorno la questione.

«Il governo ha preso un impegno preciso e il 30 settembre ci sarà una valutazione - ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa a "Un giorno da pecora" -: credo che ci saranno le condizioni per procedere a un ampiamento delle capienze per teatri e cinema. Credo ci possa essere una tappa intermedia sull'aumento che può prevedere un 75-80% per poi guardare nelle prossime settimane all'obiettivo del 100%». Il suo collega Massimo Garavaglia, titolare del Turismo, domenica ha fissato l'asticella all'80%, spiegando che le norme sono pronte, auspicando a breve il decreto e precisando che non c'entra niente il Cts.

Altri ministri, come quello della Salute Roberto Speranza e quello della Cultura Dario Franceschini, in questi giorni hanno invece sostenuto che le decisioni sulle capienze sarebbero state prese in base a un parere del Comitato tecnico scientifico. Ancora non risulta una convocazione ma la settimana prossima potrebbe essere un punto di riflessione: saranno disponibili infatti i primi dati significativi sulla curva dei contagi nella popolazione scolastica a due settimane dal ritorno in classe. Un indice a cui da inizio pandemia si guarda con attenzione e che potrebbe diventare uno snodo cruciale per decisioni che cautamente rivedano alcune restrizioni come ad esempio la capienza per gli spettacoli al chiuso. Con il green pass, sperano di iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel anche i gestori delle discoteche chiuse ormai da un anno e mezzo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia.

 

Entro fine mese la decisione sulle discoteche

«Nella valutazione a fine mese potranno essere incluse anche le discoteche cui daremo una risposta: importante è creare condizioni per riaprirle e si può anche iniziare - ha detto Costa - con una capienza del 75% col green pass». E magari anche con le mascherine, almeno al chiuso: «È un'altra indicazione che ci darà il Cts, la scienza - ha aggiunto il sottosegretario alla Salute -. Il vaccino non esclude la possibilità del contagio, quindi ad oggi credo che il tema di togliere le mascherine al chiuso sia un tema da rimandare». Per Daniela Sbrollini, senatrice e responsabile Cultura e Sport di Italia Viva, «se quest'inverno le discoteche saranno ancora chiuse, feste private e rave illegali si diffonderanno tra i giovani. Sarà impossibile controllare l'adozione delle basilari regole sanitarie per la prevenzione del Covid e sarà inevitabilmente un disastro».

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Alberto Lupini


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