Lago di Garda, siccità e aviaria. L'Ats: «Basso rischio per la popolazione»
Un istmo nel Benaco formatosi a causa del basso livello delle acque, frotte di turisti accorsi per percorrerlo; gabbiani morti sulla spiaggia e lo spettro dell'aviaria, la situazione del bacino si fa sempre più grave
Gran siccità e aviaria: l'inverno 20022/23 sul Lago di Garda sarà ricordato come l'anno delle anomalie e dei record. Entrerà sicuramente negli annali della storia, la ''camminata'' sulle acque, o meglio sull'istmo che da porto Torchio di Manerba si allunga fino all'isola di San Biagio, o isola dei conigli. Una striscia di sabbia e ghiaia larga 1 metro e lunga 100 metri. Un evento che accade raramente, almeno a memoria d'uomo e che ha richiamato fino a ieri, migliaia di persone.
Curiosi e turisti hanno affollato come non mai, a causa appunto delle acque basse, l'isolotto, tanto da creare non pochi problemi di ordine pubblico (legati anche alla maleducazione di chi non rispetta nulla) fino a ipotizzare l'istituzione del numero chiuso. La speranza è che torni presto a piovere non solo per innalzare i livelli e scongiurare la siccità, ma anche e soprattutto per tutelare le sponde del lago alle prese con un altro grosso problema: la moria di gabbiani il rischio di diffusione dell'aviaria.
La situazione monitorata e i consigli dell'Ats
L'Ats di Brescia sta monitorando e controllando gli allevamenti di polli e tacchini. «Sono preoccupato - ha dichiarato di recente il direttore generale dell'Ats di Brescia, Claudio Sileo - per la costante crescita delle carcasse degli animali trovate sulle spiagge e fra i canneti da Sirmione , Desenzano e Padenghe. Non ci sono problemi per la salute umana, potrebbero esserci invece questioni di contaminazione per il settore avicolo». Già oltre un centinaio i gabbiani morti e portati via dal personale sanitario e dai carabinieri forestali.
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«Il rischio- dicono sempre i tecnici dell'Ats- per la popolazione in generale è da ritenersi basso. E' opportuno tuttavia raccomandare, senza alimentare allarmismi, di evitare il contatto diretto con i selvatici, in particolare nel caso appaiano malati o deceduti, è di non provvedere autonomamente alla raccolta e allo smaltimento delle carcasse. Va segnalata alle autorità competenti la presenza di tali anomalie; soprattutto evitare ogni contatto con pollame d'allevamento». Precauzione e cautela quindi e denuncia alle autorità sanitarie. Anche i pescatori professionisti lanciano l'allarme per i molti volatili che galleggiano sulle acque e segnalano: «Sui laghi di Garda e Iseo le troppe colonie di cormorani che si nutrono quotidianamente di migliaia di pesci. Sono a rischio di estinzione molte specie».
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