Lago di Garda, estate a rischio Saltano prenotazioni fino a ottobre

Per un territorio che solo di turismo all'anno raccoglie 4 miliardi di euro, la situazione si fa dura: ad oggi cancellate il 95% delle prenotazioni a medio termine e il 35% a lungo termine

12 marzo 2020 | 10:55
di Renato Andreolassi
Il coronavirus mette in ginocchio anche il turismo sul lago di Garda. Difficile, molto difficile pensare di raggiungere le cifre record degli anni scorsi: 24 milioni di villeggianti sulle tre sponde - Lombardia, Veneto e Trentino - di cui 7 milioni nella parte bresciana, con 30mila addetti complessivamente. Corrado Molignoni, albergatore nel cuore di Salò, fa le prime considerazioni. «Primo forte riscontro di cancellazioni sul breve termine. Dal 28 febbraio - dice - cancellato il 100% del breve ed il 50% del medio termine (fine maggio). Al 7 marzo cancellato il 70% del medio termine. Ad oggi cancellato il 95% del medio termine ed il 35% del lungo termine (fine ottobre)».


Alcuni hotel pensano anche alla chiusura per tutto il 2020

Hotel e ristorante chiusi da ieri dopo 21 anni di ininterrotta attività con continuità annuale: «Mai successo prima, neppure per il terremoto del 2004». Ferma anche la navigazione.

Questo il quadro; inoltre, gli hotel annuali presenti sul territorio risultano chiusi. Tutti gli hotel stagionali (la maggior parte) hanno procrastinato l’apertura alla scadenza del Decreto emergenza (3 aprile). Il 50% di questi riapriranno a maggio, avendo già ora deciso di saltare la Pasqua. Da parte di alcuni albergatori si ipotizza addirittura la possibile chiusura annuale per il 2020. Altrettanto complicata la situazione generale nel basso Garda.

«Ad oggi - ribadisce Molignoni - praticamente interrotta la filiera dei servizi ricettivi, Valtenèsi compresa. Le strutture di piccole dimensioni attendono il via alla libera circolazione sul territorio per ipotizzare le aperture stagionali. Le grandi strutture e le catene, più fortemente legate al contrattuale con tour operator nazionali ma soprattutto stranieri, attendono la riapertura, presumibilmente ancor più ritardata, della vendibilità della destinazioni».

«Il turismo sul lago - conclude l'albergatore salodiano - vale circa 4 miliardi di euro all’anno, indotto compreso. Sul Garda (comprese la sponda Veronese e Trentina) si contano 800 alberghi per circa 24 milioni di presenze, con turisti da 70 Paesi del mondo, e quasi mille ristoranti. Numeri concentrati più che altro nel periodo marzo-ottobre. Se la stagione, come prevedibile, dimezzasse il suo potenziale, anche solo per quest’anno, l’onda lunga della ripresa ci riporterebbe ai numeri consueti solo tra qualche anno. Possiamo permettercelo?».

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Alberto Lupini


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