L'Ue stoppa i viaggi degli americani E l'Italia perde 14,5 milioni di turisti
Dal 1° luglio l'Unione apre i confini ad alcuni Paesi extra europei; dovrebbe arrivare il via libera alla Cina, ma sarà impossibile arrivare dagli Stati Uniti che ancora fanno registrare un alto numero di contagi
29 giugno 2020 | 17:58
La presidenza del Consiglio Ue ha lanciato la procedura scritta sulla raccomandazione approvata venerdì scorso sulla riapertura dei confini con alcuni Paesi extra europei a partire dal primo luglio. Lo si apprende da fonti diplomatiche Ue. La scadenza è fissata per domani a mezzogiorno. Per approvare la raccomandazione occorre la maggioranza qualificata. Secondo indiscrezioni, via libera ai viaggi dalla Cina, mentre i confini restano chiusi agli Stati Uniti.
Gli Stati membri discutono sulla lista e sui criteri almeno da venerdì scorso, quando, dopo una lunga riunione del Coreper, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati Ue, è stata fatta circolare tra le capitali una bozza di raccomandazione, con una lista di Paesi che comprende la Cina, a patto che conceda piena reciprocità, ma non gli Usa, dove, in alcuni Stati, la diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 è ancora in fase uno. Inizialmente era stata indicata come scadenza per la decisione le 18 di sabato, ma le trattative si sono protratte per tutto il fine settimana e non si sono ancora concluse, visto la delicatezza della materia.
«Attendiamo i risultati della discussione in Consiglio, stiamo aspettando», aveva spiegato il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Interni Adalbert Jahnz, durante il briefing on line con la stampa a Bruxelles.
Per l'Italia, che cerca di recuperare in ogni modo e da ogni luogo turisti, il fatto che gli americani non potranno arrivare nel Belpaese (mentre si muovono altri mercati) ancora per diverso tempo si tratta di un brutto colpo. Basti pensare che gli ultimi dati rilevati parlano di un giro d'affari a stelle e strisce da 2,8 miliardi di euro con 14,5 milioni di presenze. E al di là del valore assoluto, il colpo è ancor più duro perchè gli arrivi da Oltreoceano erano in crescita esponenziale, quasi due milioni in più nel 2018 rispetto al 2017. I tedeschi restano quelli che più amano l'Italia con 58.645.390 di arrivi, poi gli Stati Uniti, quindi Francia (14.197.976), Regno Unito (14.043.501), Paesi Bassi (11.037.222).
Riaprono i confini europei
Gli Stati membri discutono sulla lista e sui criteri almeno da venerdì scorso, quando, dopo una lunga riunione del Coreper, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati Ue, è stata fatta circolare tra le capitali una bozza di raccomandazione, con una lista di Paesi che comprende la Cina, a patto che conceda piena reciprocità, ma non gli Usa, dove, in alcuni Stati, la diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 è ancora in fase uno. Inizialmente era stata indicata come scadenza per la decisione le 18 di sabato, ma le trattative si sono protratte per tutto il fine settimana e non si sono ancora concluse, visto la delicatezza della materia.
«Attendiamo i risultati della discussione in Consiglio, stiamo aspettando», aveva spiegato il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Interni Adalbert Jahnz, durante il briefing on line con la stampa a Bruxelles.
Per l'Italia, che cerca di recuperare in ogni modo e da ogni luogo turisti, il fatto che gli americani non potranno arrivare nel Belpaese (mentre si muovono altri mercati) ancora per diverso tempo si tratta di un brutto colpo. Basti pensare che gli ultimi dati rilevati parlano di un giro d'affari a stelle e strisce da 2,8 miliardi di euro con 14,5 milioni di presenze. E al di là del valore assoluto, il colpo è ancor più duro perchè gli arrivi da Oltreoceano erano in crescita esponenziale, quasi due milioni in più nel 2018 rispetto al 2017. I tedeschi restano quelli che più amano l'Italia con 58.645.390 di arrivi, poi gli Stati Uniti, quindi Francia (14.197.976), Regno Unito (14.043.501), Paesi Bassi (11.037.222).
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Alberto Lupini
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