L’Oleoturismo in Lombardia. Una leva per la ripartenza
Con il Movimento Turismo Olio Lombardia, frantoi e uliveti si apriranno per ospitare i turisti al fine di diffondere sempre più la conoscenza e incrementare il consumo dell’olio extravergine
14 marzo 2021 | 17:30
di Emanuele Bottiroli
Al via con l’oleoturismo lomardo
Con Mto Lombardo, consorzio che vede alla guida la presidenza di Nicoletta Manestrini, parte una nuova avventura nel mondo del turismo enogastronomico lombardo: l’oleoturismo.
Frantoi e uliveti si apriranno per ospitare i turisti al fine di diffondere sempre più la conoscenza e incrementare il consumo dell’olio extravergine di oliva.
Come le cantine e i vigneti anche i frantoi e gli uliveti saranno teatri di esperienze turistiche emozionali uniche: visite, degustazioni, trekking, la partecipazione ai momenti importanti del ciclo naturale dell’ulivo, come la raccolta delle olive e tanti altri momenti di svago si alterneranno alla possibilità di approfondire la conoscenza dell’olio per un consumo sempre più consapevole.
Gli ulivi sulla spoda bresciana del Lago di Garda
Un’opportunità per il settore turistico«Abbinare il nostro olio al territorio è un'opportunità sotto il profilo turistico - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi - Il settore dell'olio in Lombardia è sempre più legato ai giovani, all'innovazione e a operazioni di marketing territoriale vincenti. Consente inoltre di recuperare alcune zone pedecollinari altrimenti poco sfruttate sotto il profilo agricolo e quindi di prevenire problemi idrogeologici».
Gioia per il traguardo che lancia l’oleoturismo lombardo è espressa anche dai protagonisti dell’enoturismo nazionale: «Siamo felici di essere stati con Mtv Lombardia gli incubatori di questa nuova avventura per promuovere i territori lombardi», così il presidente Carlo Pietrasanta e il consigliere Luigi Negri.
La produzione in Italia dell’olio
Ma come va il mercato dell’olio d’oliva italiano ai tempi della pandemia? L’Italia scende dal secondo gradino del podio della produzione mondiale di olio extravergine d’oliva. Dietro al colosso Spagna, capace di produrre 1,6 milioni di tonnellate, sale infatti la Grecia che, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, dovrebbe chiudere la campagna 2020/2021 intorno alle 265mila tonnellate di olio prodotte.
L’Italia, invece, si piazza al terzo posto con meno di 250mila tonnellate di olio extravergine d’oliva, a causa del netto calo delle regioni olivicole più importanti come Puglia, Calabria e Sicilia.
Consumi in crescita
La buona notizia però arriva dai consumi di olio extravergine d’oliva che, in un anno difficile a causa della pandemia, crescono nel nostro Paese di quasi il 6%, positiva anche la bilancia commerciale: si registra un aumento del livello delle esportazioni pari al 3,3% ed una riduzione dell’import del 9,2%.
Primato nei prezzi
A livello di prezzi, invece, l’olio extravergine d’oliva italiano conserva il primato rispetto ai competitor internazionali, ma anche in questo caso ad influire è la ciclicità del raccolto. «I dati sulla produzione testimoniano come sia arrivato il momento di rinnovare l’olivicoltura nazionale, che deve aprirsi a modelli innovativi e sostenibili in grado di garantire un futuro sereno – spiega il presidente di Italia Olivicola, Fabrizio Pini - In tal senso, contiamo sull’impegno del nuovo Ministro Patuanelli, a cui formuliamo i nostri migliori auguri, che sarà chiamato a lavorare su un piano strategico olivicolo nazionale utile a recuperare il gap con gli altri Paesi e indicare quale strada dovremo percorrere per aumentare la produzione, conservare la qualità e mantenere la competitività».
Doveroso valorizzare e sostenere i produttori
«In un’annata così difficile, condividendo il richiamo di altre organizzazioni come Assitol, riteniamo sia doveroso valorizzare i produttori che lavorano per la qualità e le aziende che puntano sul vero olio extravergine d’oliva italiano – continua Pini - Per questo motivo è necessario che tutti remino dalla stessa parte, dalla politica alla grande distribuzione, per rilanciare uno dei prodotti più importanti del Made in Italy».
Ma una delle colonne per la ripartenza che serve al settore non potrebbe essere, proprio, l’oleoturismo?
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Alberto Lupini