L'Italia dice stop alle pratiche commerciali sleali nel commercio agroalimentare

Con un decreto legislativo che accoglie la direttiva europea, il nostro Paese recepisce le norme finalizzate a disciplinare le relazioni commerciali tra acquirenti e fornitori. A vigilare è chiamato l'Icqrf

30 luglio 2021 | 15:16

L’Italia dice basta alle pratiche sleali nel commercio alimentare. Grazie all’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legislativo che recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva Ue sul tema e grazie al ruolo attivo del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli in collaborazione con altri dicasteri, si attua una svolta storica per combattere le speculazioni sul cibo italiano.

 

Correttezza e buona fede i principi tutelati

Con il decreto approvato, infatti, vengono recepite le indicazioni del Parlamento e del Consiglio europeo relativamente a norme finalizzate a disciplinare le relazioni commerciali e contrastare le pratiche commerciali sleali negli scambi tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza, comprese quelle imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte.

 

Il monitoraggio affidato all'Icqrf

Obiettivo del provvedimento è quello di razionalizzare e rafforzare il quadro giuridico vigente, nella direzione della maggiore tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare sostenendo la trasparenza nei rapporti commerciali. In particolare, la direttiva introduce un livello minimo di tutela comune a tutta l'Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della formalizzazione dell'accordo di fornitura. A controllare su tutto ciò sarà l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf).

 

Ettore Prandini (Coldiretti): «Per ogni euro speso dal consumatore solo 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo»

Le attività nel mirino vanno dai ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili alle modifiche unilaterali o retroattive ai contratti fino al rifiuto dei contratti scritti e del divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione. Ad essere colpito, quindi, è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso che provoca forti distorsioni e speculazioni aggravando i pensanti squilibri della filiera: «Nella situazione attuale – ha ricordato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimento, meno di 15 centesimi di euro in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo».


 

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Alberto Lupini


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