L'entusiasmo dei ristoranti in zona gialla, ma non tutti i lombardi riaprono: la crisi è davvero pesante
Viaggio lampo in alcuni locali per sondare umori, aspettative e strategie che accompagnano il rimo giorno di apertura fino alle 18 con il servizio ai tavoli. Voglia di ricominciare ed entusiasmo . Tra ricette innovative e formule ad alto tasso di creatività i risoratori si raccontano a Italia a Tavola. Ma c'è chi non apre
13 dicembre 2020 | 15:00
di Gabriele Ancona
Domenica 13 dicembre: in Lombardia riaprono bar e ristoranti. Cucina e sala di nuovo insieme
La Lombardia dell’ospitalità però va avanti e “tirèmm innànz” è lo spirito che anima molti professionisti.
La squadra di Oscar Mazzoleni al Carroponte Enobistrò di Bergamo è ad esempio agguerrita. «Siamo aperti, operativi, carichi – racconta Mazzoleni (candidato nel sondaggio Personaggio dell'anno) – Come primo giorno siamo al 75% dei coperti e mettiamo a disposizione della clientela tutti i nostri menu, da quello classico del ristorante al Finger food, dal Salumi e formaggi al Degustazione Krug. Servizio continuo fino alle ore 18. Aperitivo o merenda che sia, gli ospiti del Carroponte possono degustare un pasto completo a qualsiasi ora».
Oscar Mazzoleni
Una formula dal sapore internazionale quella applicata da Oscar Mazzoleni, che grazie al suo ventaglio di proposte alla carta e alla cucina non stop mantiene viva l’offerta lungo tutta la giornata festiva.
Sempre nella Bergamasca, a Osio Sotto, riapre anche La Braseria, il regno della carne di Luca Brasi. «Non mi posso lamentare – commenta – siamo quasi pieni. C’è tanta voglia di riprendere, ma in questo modo è un po’ penalizzante con l’orario ridotto. Certo, sempre meglio che niente o essere relegati al solo asporto. Per quanto riguarda i prossimi giorni, abbiamo messo a punto un menu particolare per il giorno di Natale, anche da portare a casa. Ma da oggi, finalmente, possiamo proporre al tavolo tutte le nostre specialità».
Luca Brasi
A Milano Belé ristorante apre, ma non cambia ancora registro. «In questo periodo la nostra proposta gastronomica si è orientata a un servizio asporto di panini gourmet – spiega il titolare Sergio Sbizzera – E da oggi, con la riapertura, continuiamo a servirli, ma anche al tavolo. Del resto questa formula non è altro che una ricetta di cucina tra due fette di pane, fatto da noi. Un’iniziativa che resterà operativa come asporto-delivery anche quando si tornerà alla normalità». Mentre Sbizzera ci parla, in cucina Giulia Ferrara sta elaborando Pane al vapore allo zafferano con la cassoeula; in uscita, Pan brioche, salsiccia di Bra cruda, maionese al rafano, cavoletti di Bruxelles arrosto.
Sergio Sbizzera e Giulia Ferrara
Grande ottimismo sulla sponda del Naviglio Grande. «Direi che siamo al completo – annota Luca Natalini (candidato nel sondaggio Personaggio dell'anno), che guida la brigata de Al Pont de Ferr di Maida Mercuri – Cucina, attiva, sala pure, è una bella giornata e siamo carichi di sprint. Serviamo il classico menu degustazione a cui ne abbiamo affiancato uno dedicato al tartufo d’Alba. E poi la doppia carta delivery a base di ricette calde e fredde da rigenerare a casa. Una proposta che rimane operativa anche in questa fase di riapertura e che manterremo in futuro. Bisogna guardare sempre avanti».
Luca Natalini e Maida Mercuri
C’è però anche chi non ha ritenuto opportuno aprire. «La zona gialla è uno specchietto per le allodole – denuncia Stefano Del Savio, con Sandro Caputo titolare a Milano dei ristoranti Nerino 10 e Alto - Un sistema per rinfrancare gli animi ma non certo per risanare i portafogli che ormai sono gonfi di debiti contratti con le banche durante il primo lockdown, nella speranza che di lì a poco tutto sarebbe finito. Lo Stato a oggi, parlo per noi, non ha erogato nessun aiuto e del Decreto ristori non abbiamo visto nulla. Andiamo avanti con le nostre sole forze ma purtroppo molti amici ristoratori non ce l’hanno fatta. E molti altri stanno per cedere. Si stima solo a Milano una chiusura per cessata attività del 20% dei ristoranti. È un dato allarmante!
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