L'economia tiene, ma i consumi dei beni alimentari stanno calando
Il quadro congiunturale in Italia è di tenuta, con una crescita dello 0,5% nell'ultimo trimestre. Ma gli alimentari frenano sia per l'aumento dei consumi fuori casa e sia per i comportamenti più prudenti delle famiglie
Per Confcommercio l'Italia potrebbe anche riuscire ad arrivare alla fine del 2022 con un incremento del Pil pari al 3%, ma non bisogna ignorare i campanelli di allarme. È quanto è scritto nell'ultima nota che studia l'andamento congiunturale del sistema economico Italiano.
Il campanello d'allarme più importante è legato ai consumi. In generale sono in crescita, basti pensare a servizi come il turismo (+18,3%), che comincia a beneficiare del ritorno degli stranieri. A livello generale si tratta però di una crescita eterogenea. Gli alimentari, infatti, stanno frenando.
Per Confcommercio la riduzione è da ricollegarsi sia ad un effetto sostituzione con i consumi fuori casa, sia a comportamenti più prudenti delle famiglie, soprattutto di quelle a basso reddito, in considerazione dell’accentuarsi delle tensioni inflazionistiche su alcuni beni. Confcommercio teme che per settembre la frenata sarà ancora più accentuata a causa degli effetti dell'inflazione. In sintesi, per Confcommercio per tornare ai livelli pre Covid bisognerà aspettare la fine del 2023.
L'economia italiana tiene, ma i consumi dei beni alimentari stanno calando
Per Confcommercio finora l'economia italiana a livello generale ha tenuto, ma le tensioni inflazionistiche non accennano ad attenuarsi e stanno già limitando i consumi.
Sulla base delle stime di Confcommercio, a giugno si dovrebbe registrare, rispetto a maggio, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,5%, con una variazione del 7,3% su base annua.
Per Confcommercio «allo stato attuale i comportamenti delle famiglie non sembrano risentire in pieno della fiammata inflazionistica, ma presto l’effetto dei maggiori prezzi sul reddito reale e sul potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida si farà vedere. Le spese obbligate sono destinate ad incrementare la loro quota dentro il budget delle famiglie; ne soffriranno, di conseguenza, i consumi liberi che in molti casi sono ben lontani dall’avere recuperato i livelli pre-pandemici».
Settembre sarà un banco di prova per i prezzi dei beni alimentari
Per Confcommercio vi è il rischio che quanto si temeva per la prima parte del 2022 sia solo rimandato alla seconda, in particolare dal prossimo mese di settembre quando, finito l’effetto delle vacanze estive, si tornerà a fare i conti con i costi dell’inflazione.
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Alberto Lupini
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