L'arte va "gustata" come il vino. Gli Uffizi aprono i depositi per portare dipinti e sculture sul territorio

Centinaia di opere del museo torneranno a casa nella villa medicea Ambrogiana di Montelupo fiorentino. Parte il progetto "Uffizi diffusi". I quadri vanno "bevuti con gli occhi" e non possono stare chiusi nei magazzini

04 febbraio 2021 | 14:25
«Almeno 60, ma anche 100 sedi» per gli 'Uffizi diffusi'; partenza ufficiale del grande progetto di diffusione dell'arte sul territorio toscano e non solo messo in cantiere dal celebre museo fiorentino «entro tre mesi». Queste le novità annunciate dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.

«Per gli Uffizi diffusi dovrebbero esserci almeno 60 sedi, ma io ne vorrei anche 100 - ha detto il direttore - naturalmente non si potrà fare tutto in un anno, ci vorrà più tempo». Schmidt ha spiegato che il cuore dell'operazione sarà «la villa medicea Ambrogiana di Montelupo fiorentino, dove porteremo centinaia di opere d'arte, che del resto non faranno altro che tornare a casa, perchè proprio lì erano accolte nel Seicento».

La villa medicea Ambrogiana (fonte Proloco)

Proprio in riferimento alla Villa ed al progetto della sua rinascita come scrigno d'arte, il direttore degli Uffizi ha chiesto «collaborazione agli enti dello Stato per il restauro architettonico di questo bene: senza dubbio, una delle ville storiche più belle e più importanti al mondo».



«Spero di annunciare ufficialmente la partenza del progetto Uffizi diffusi entro tre mesi», ha poi aggiunto. Alla base del piano, ha infine spiegato, «vi è il concetto secondo cui non è giustificabile nè eticamente corretto tenere le opere chiuse nei depositi.



                                     La Primavera nella nuova sala del Botticelli

Così come il vino non è fatto per essere messo in cantina ma per essere bevuto, così le opere d'arte non sono fatte per stare in deposito, ma per essere ammirate, bevute con gli occhi
. Noi non siamo per l'art pour l'art, ma siamo per l'art pour l'homme et la femme. E l'arte non può vivere solo di grandi centri espositivi: serve anche quello, ma occorre dotarsi di una prospettiva policentrica di arte distribuita il più possibile sul territorio, e, ove possibile, nei luoghi dove e per i quali è nata. Agli Uffizi abbiamo già oltre 3000 opere esposte, ce ne saranno altre ancora ma va bene così. Gli Uffizi diffusi invece servono per portare quasi a casa delle persone opere d'arte che attualmente non può vedere nessuno». Fra le utime novità ricordiamo i nuovi spazi del Cinquecento.

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Alberto Lupini


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