«Italiani, venite in spiaggia» Gestori pronti all’estate covid free
Antonio Capacchione, presidente del sindacato balneari, inquadra la situazione del settore spiegando come i gestori degli stabilimenti si stanno attrezzando per garantire vacanze sicure . «Ci mancano però aiuti statali, chiediamo uno sgravio della pressione fiscale, altrimenti alcuni non riapriranno»
04 giugno 2020 | 06:50
di Federico Biffignandi
Gli stabilimenti si stanno attrezzando per rispettare le normative
Ora che la fase 3 è scattata e che giugno si è aperto portandoci nell’atmosfera estiva, l’acquolina in bocca sale sempre di più. Ma i dubbi restano, tanto tra i turisti quanto tra gli addetti ai lavori del mondo del turismo. Dei gestori degli stabilimenti balneari in particolar modo che possono puntare solo ed esclusivamente sulla voglia degli italiani di affrontare le spiagge post-covid riorganizzando i propri spazi, allestendo le misure stabilite dall’Inail e sperando in un passaparola positivo e garantito che inneschi le partenze e quindi la ripartenza. Oltre, ovviamente, all’auspicarsi che la curva dei contagi continui a scendere verso il fondo. Di più, non possono proprio fare.
Cosa ne sarà dei mesi estivi nessuno lo sa e nessuno può fare previsioni certe. Neanche Antonio Capacchione, presidente del sindacato balneari italiani, che prova comunque ad analizzare il periodo attuale e a immaginare lo scenario prossimo: «Al di là di un doveroso ottimismo - spiega - non si può fare a meno di constatare che il Paese sia impoverito ed impaurito. Per questo come balneari abbiamo il dovere di lavorare per infondere sicurezza e fiducia nei turisti. Su questo siamo consapevoli di essere forti, di avere vantaggi in più rispetto agli altri Paesi; i nostri lidi sono riconosciuti a livello internazionale per la sicurezza della balneazione, ora si lavorerà sempre sulla sicurezza, ma di tipo sanitario e ci faremo trovare pronti perché per noi è una sfida professionale e vogliamo vincerla. Siamo sicuri che non appena i turisti vedranno come saranno stati allestiti gli stabilimenti avranno ancor più voglia di venire al mare».
Antonio Capacchione
Voglia che di certo non manca e nel ponte del 2 giugno qualcosa si è visto a livello di spostamenti e presenze in spiaggia. Il tutto nonostante i più continuino ad indicare la montagna come luogo ideale per trascorrere queste ferie post-covid: «Io sento parlare quasi tutti di mare, di voglia di andare al mare - spiega Capacchione - perché questo è l’ideale di vacanza estiva. Del resto non dobbiamo dimenticare che un terzo del turismo italiano arriva dalle nostre spiagge e che l’anno passato si sono registrate 140 milioni di presenze in riva al mare. E a proposito di salute non lo devo dire certo io che l’aria di mare sia un toccasana per il nostro organismo, soprattutto per le vie respiratorie così colpite dal virus».
La voglia c’è ed è tanta e la preparazione degli stabilimenti è già a buon punto. Resta però il problema dei soldi che mancano agli italiani e anche sul periodo da scegliere per viaggiare: «Siamo a giugno ed è troppo presto per far registrare numeri incoraggianti - spiega il presidente - mentre su cosa succederà in questi mesi è difficile dirlo. Molto dipenderà dall’inizio delle scuole. Se inizieranno a settembre come al solito allora la scelta del periodo resterà quella classica, a patto che i contagi resteranno confortanti. Se invece le scuole riprenderanno ad ottobre allora settembre, anche grazie al clima, diventerà un mese clou. Io credo che potrebbe essere più coerente iniziare ad ottobre anche in considerazione del fatto che a settembre potrebbero esserci le elezioni amministrative e molti istituti dovrebbero sospendere le lezioni».
Quindi il problema dei prezzi per prenotare lettini ed ombrelloni. Le stime dicono che non ci saranno picchi in eccesso. «Confermo - spiega Capacchione - e dico anzi che non sarà difficile trovare costi più bassi. I gestori non hanno alcun interesse di scoraggiare ulteriormente la clientela per cui manterranno tariffe in linea con gli altri anni. Qualcuno potrebbe ritoccarle al rialzo nel caso in cui i posti a disposizione dovessero drasticamente diminuire per rispettare le guide linea dell’Inail. Penso alla Liguria, ad alcune zone del Tirreno o del Salento e della Calabria dove gli spazi sono più ristretti rispetto all’Emilia Romagna ad esempio o il Veneto. Parliamo però di rialzi lievi, nell’ordine dell’8-10%».
La coperta però è corta e se qualcuno deciderà probabilmente di non riaprire, qualcun altro riaprirà in perdita. Di qui le lamentele per i mancati aiuti dallo Stato: «Nessuno ha ricevuto aiuti - tuona il presidente - e per questo sto scrivendo proposte di emendamenti per far sì che i decreti riguardino anche noi. La nostra richiesta è soprattutto volta a diminuire la pressione fiscale considerando che i canoni non rientrano nel credito d’imposta concesso ai locali per gli affitti».
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini