Gli italiani riprendono confidenza con i viaggi, ma il rilancio del turismo passa dal Pnrr
Secondo Deloitte, sempre più italiani si sentono tranquilli a prendere un aereo (39% a fine luglio contro il 35% di maggio). Un segnale di fiducia. Ma per sostenerlo servono investimenti in digitale e sostenibilità
Solo 4 italiani su 10 si sentono tranquilli a prendere un aereo. Parte da qui l'analisi di Deloitte State of the Consumer Tracker, l'osservatorio globale dell'azienda di consulenza che tiene conto dei trend di consumo nel mondo. Come leggere il dato? In chiaroscuro, ma tendente al miglioramento. Il 39% dei connazionali pronti a imbarcarsi, infatti, è superiore al 35% registrato a maggioe al 32% di aprile. Insomma, pian piano i viaggiatori stanno riprendendo confidenza con le vacanze e gli spostamenti.
Sempre più italiani fanno progetti per le vacanze dei prossimi tre mesi
Dalla stessa rilevazione, effettuata a fine luglio 2021, emergono altri dati interessanti per quanto riguarda la ripresa del turismo. Come il 46% degli italiani che ha pianificato un soggiorno in hotel nei prossimi tre mesi. Non solo, ma nello stesso arco di tempo i nostri connazionali hanno già dei progetti ben chiari: il 36% prevede di affittare una casa per le vacanze, il 33% di prendere un treno, il 18% di affittare una macchina e il 12% di fare una crociera. Certo, sono ancora dati sotto la media stagionale. Ma rappresentano un discreto miglioramente rispetto al 2020.
Andrea Poggi: «I vaccini battono la paura delle varianti, ora tocca alle aziende investire per la ripresa»
«Dai primi dati disponibili sui consumi di questa estate emerge una ripresa significativa anche se non piena del turismo», ha commentato Andrea Poggi, innovation leader di Deloitte NSE. «I timori legati alle nuove varianti hanno chiaramente inciso sui consumi legati ai viaggi e al tempo libero, ma con il progredire della campagna vaccinale possiamo nutrire la ragionevole speranza che la situazione migliori. In questa fase di transizione verso un ritorno ai livelli pre-crisi le imprese del settore devono investire su innovazione e sostenibilità, seguendo le strade identificate dal Pnrr: come dimostrano i dati della nostra ricerca Connect for Future | Innovability, infatti, più della metà dei cittadini europei si aspettano che nell’economia del futuro l’innovazione e la sostenibilità siano sempre più presenti e complementari, unite dall’obiettivo di realizzare prodotti e servizi sempre più sostenibili», ha spiegato Poggi.
Digitalizzazione fondamentale per andare incontro alle aspettative dei clienti
Per quanto riguarda il fronte innovazione, è soprattutto la digitalizzazione a diventata un must per le imprese del turismo: «Secondo una recente indagine di The Fork, il 72% dei consumatori intervistati ha dichiarato che nel 2020 ha utilizzato servizi digitali per la prima volta. Protagonisti del 2021 saranno quindi i metodi di pagamento contactless, le prenotazioni online, le soluzioni per delivery e asporto e i menù digitali: nuovi metodi di fruizione di prodotti e servizi che si sono affermati con la pandemia, ma che non se andranno con essa, come confermato dal nostro ultimo studio in cui oltre il 60% dei cittadini europei intervistati ha affermato di non voler più abbandonare l’uso di app e servizi online. Chi oggi gestisce un albergo, una spiaggia, un museo, un ristorante deve sapere che questi nuovi trend di consumo sono irreversibili. E passano tutti da una completa e matura digitalizzazione dei propri canali», ha commentato l’esperto.
«Inoltre, l’immensa mole di dati che questi canali digitali ci permettono di raccogliere e analizzare aprirà la strada a nuovi prodotti e servizi sempre più personalizzati. Un esempio: i digital native restaurant, ovvero i ristoranti digitali che utilizzano un approccio data-driven per costruire piatti e menu in base alle preferenze dei consumatori e si servono delle piattaforme di food delivery per la consegna», ha aggiunto Poggi.
Verso una proposta turistica più sostenibile
Basta tutto questo? No. O meglio, l'innovazione da sola non va da nessuna parte. Il suo punto di caduta deve essere la sostenibilità. «Secondo il nostro studio Connect for Future | Innovability, dopo la pandemia i cittadini italiani ed europei mostrano un’accresciuta consapevolezza sull’importanza di una maggiore cura per il Pianeta e per la sostenibilità in senso lato. Un tema che dovrebbe interessare da vicino tutti gli operatori del turismo, perché la nostra possibilità di rimanere leader del turismo passa anche dalla nostra capacità di preservare il nostro patrimonio che non ha pari nel mondo», ha spiegato Poggi.
Pnrr e fondi europei, chiave di volta
Per mettere a terra questa sensibilità e questa ambizione, lo strumento a cui l'intero sistema italiano deve guardare è il Next Generation Eu. Il piano di aiuti euorpeo post-pandemia, comunemente (ed erroneamente) chiamato Recovery Fund, mette sul piatto qualcosa come 6,8 miliardi di euro per il settore ricettivo. Un mare di liquidità che sarebbe miope utilizzare solo per ripianare le perdite patite durante i mesi più duri dell'emergenza Covid. «Possiamo attenderci significativi investimenti che miglioreranno le strutture ricettive e i servizi turistici, favorendo la capacità competitiva delle nostre imprese e la promozione di un’offerta che abbia nella sostenibilità ambientale, nell’innovazione e nella digitalizzazione i suoi elementi fondanti», ha concluso Poggi.
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Alberto Lupini
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